le Orche

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domenica 6 ottobre 2013

Il mare di Bering

Ieri, sabato 5 ottobre, torneo a Settimo Milanese, al quale le Orche hanno partecipato; vediamo com'è andata partendo da una analisi del gioco.
Attacco – Inizio poco fluido; nella prima partita si sono create molte buone occasioni, tutte sprecate per un soffio. In genere era l'ultimo passaggio – quello destinato all'uomo 'in più' in fondo allo schieramento offensivo – ad andare perso. L'impressione, vedendo da fuori campo, era che ci fosse troppa precipitazione, troppa fretta di concludere col risultato di far cadere il pallone o di passarlo in avanti. A questo proposito, lode all'arbitro, sempre attento e preciso nel fischiare – e nel lasciar correre quando era il caso.
Così, la nostra prima meta (da Silvio Sniper) arriva all'ultimo istante, con l'arbitro che fischia la marcatura e la fine del match. Ma nelle due partite successive, pur con altri errori causati come sempre dalla foga agonistica, dalla voglia di fare alla svelta – o, come dice il nostro capitano Ale One man band, dall'orgasmo che ci prende quando siamo in campo – le fasi d'attacco hanno funzionato molto meglio e hanno fruttato altre sette mete.
Difesa – Questa ha funzionato alla grande: nessuna meta subita, e ciò basti. A dire la verità, non abbiamo quasi mai giocato dentro i nostri 22, e poco anche nella nostra metà campo. Quindi, non c'era la preoccupazione di dover fermare ad ogni costo l'avversario, perché la nostra linea di meta era sempre ad almeno 60 metri lontano, togliendo di dosso l'affanno che ci ha fatto sprecare tanti palloni in attacco.
Comunque, gli schemi suggeriti durante il riscaldamento da Ale (One man band, capitano, coach, coordinatore, motivatore, manca solo che faccia il portaacqua) hanno funzionato: appena il mediano avversario metteva le mani sulla palla, la nostra difesa saliva mettendo sempre una pressione incredibile e riuscendo molto spesso a rubare l'ovale.
Touche – Con la mischia no-contest, gli avanti hanno questa fase di gioco per mettersi in mostra; e ieri le cose sono andate abbastanza bene. A lanciare, esordio di Andrea Seal, che se l'è cavata bene; in ricezione, buona prestazione generale: qualcuna l'abbiamo rubata, sui lanci avversari, e anche quelle perse in genere non facevano partire azioni alla mano, anzi, spesso c'era il turn-over.
Moule – Parola inglese che significa 'maglio'. Anche quando erano gli altri a impostarla, l'avanzamento era sempre a nostro favore. Mentre ero a bordo campo, sentivo i commenti delle altre squadre: sulle moule concordavano tutti che era meglio lasciar perdere, tanto eravamo più forti noi…
Le partite – Iniziano, nell'altro girone, Old Babbyons VII Mi contro Olders Seregno e finisce 1–1; a seguire, le Orche Recco battono uno a zero gli Old Blacks A (causa forfait di Bergamo, i padroni di casa hanno messo in campo due formazioni). Come detto sopra, abbiamo sprecato molte occasioni, ma alla fine Silvio – schierato come mediano di mischia – ci ha messo una pezza, prendendo la palla da una ruck e volando in meta. Poi, zero a zero tra i Babbyons e Old Blacks B, mentre nella nostra poule Lecco vinceva 1–0 contro i Blacks A in un match con qualche scambio di opinioni piuttosto animato.
Terzo pareggio nell'altro girone, 0–0, tra Seregno e Blacks B, mentre noi vinciamo tre mete a zero con gli old lecchesi (Max l'eruoe, Sergio Uomo del cerino e Cristal gaucho Claudio).
A questo punto le finali: per il quinto posto, sfida casalinga tra gli Old Blacks A e B, finita se non ricordo male 1 a zero. Ma non so a chi attribuire la vittoria, sinceramente. Per il terzo posto, Seregno si impone agevolmente (3–0) su Lecco, e noi incontriamo per il primo posto i Babbyons, arrivati in finale per sorteggio.
Partita a senso unico, tutta giocata nella loro metà campo, con mete per noi di Chris Juggernaut due volte, Igor Shaggy e Max l'Eruoe.
I nostri compagni rimasti a casa per vari motivi si tenevano informati via WhatsApp: il commento più bello giunge da Ale Crosta: 'Il nord ovest come il mare di Bering, terreno di caccia per le Orche'.

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