le Orche

le Orche

giovedì 24 dicembre 2015

Approfondiamo (2)

I calci
Come si può facilmente intuire dal nome dello sport al quale ci dedichiamo con tanto amore - Rugby Football - per giocarlo non si usano solo le mani ma anche i piedi. Cioé, il pallone può anche essere calciato, sia pure con alcune limitazioni.
Iniziamo dai calci di punizione, che sono più facili: di solito vengono indirizzati in touche, per guadagnare territorio, e non importa in quale zona del campo ci si trovi. Si può buttare la palla direttamente fuori e la conseguente touche si batterà dove il pallone è uscito. A volte il calcio è fatto dal mediano per se stesso, e allora si gioca. Non si può però battere velocemente, bisogna dare tempo agli avversari di rientrare e schierarsi. La squadra che fruisce di un calcio di punizione può scegliere di fare una mischia, almeno è sicura di conquistare il pallone. In ogni caso, non è consentito piazzare tra i pali. L'unica volta che l'ho visto fare, si trattava di una squadra francese; i cugini d'oltralpe (frog-eaters per gli inglesi) non hanno ben chiaro il concetto di 'squadra old' et similia. Va be', se abbiamo in casa il nonno ultranovantenne che ogni tanto scorreggia, cosa volete dirgli?
Durante il gioco, agli Oldies è consentito calciare il pallone solo dentro i ventidue; chi calcia fuori di quest'area è punito con una mischia a sfavore. Per calciare, posso portare la palla dentro la mia area dei 22, ma in tal caso non posso buttarla fuori direttamente, altrimenti la touche si batterà dal punto del calcio e non da dove l'ovale è uscito.
I calci d'invio seguono le regole generali del Rugby Union, ma dopo una meta sarà la squadra che ha segnato a calciare, non viceversa. Questa è tutta la teoria, mentre la pratica ci insegna che le traiettorie dei palloni calciati dagli old non seguono le normali leggi della fisica e della balistica, bensì curvano e vagano assolutamente svincolati dall'attrito e dalla gravità. Per non parlare dei rimbalzi...

Approfondiamo (1)

La mischia
La mischia (in inglese scrum, da scrimmage, in francese melèe, da belìn), nel rugby old è no contest.
Vuole dire semplicemente che non si spinge. Questo, molto spesso, rimane una teoria perché alla prima mischia non si spinge, alla seconda e alla terza nemmeno, dopo la quarta il solo fatto di essere spompati fa sì che ci si appoggi pesantemente alla prima linea avversaria e la spinta viene da sè. Anche le seconde e le terze sono ormai alla frutta (qualcuno al caffè e qualcuno già alla digestione), per cui agevolano la cosa. Si spinge, grazie soprattutto alla gravità ma si spinge, e ovviamente ci si lamenta: - Non spingete! Non spingete!
L'età non consente più certe cose, al massimo le fa succedere. Come le slavine, quando si crolla si crolla. Tutto questo genera un'altra interessante cosetta: gli avanti (ricordo che stiamo parlando di Oldies) tendono a giocare una partita a sè stante, senza pallone - molti di loro non lo riconoscono nemmeno più - in un angolo del campo senza essere disturbati dai tre quarti né dall'arbitro. Occasionalmente vengono coinvolti da una maul che passa di lì per puro caso: allora capita loro di portare il pallone, che finalmente un mischiaiolo - di solito il numero otto - si ritrova in mano, ben oltre la linea di pallone morto.
Essendo la mischia no contest, il mediano introduce la palla regolarmente a favore degli avversari, perché il numero nove è bollito tanto quanto i piloni; così, non si spinge, è vero, ma mentre si è piegati a novanta gradi incastrati gli uni agli altri, si dà il via a una discussione accesissima su chi debba far uscire il pallone e da che parte. Ciò favorisce la squadra in difesa, perché l'arbitro ride e non si accorge dei fuorigioco. La parte più difficile delle mischie old consiste nel radunare gli avanti sul punto chiamato dall'arbitro entro un orario che consenta almeno di non far accendere l'illuminazione del campo. Un avanti old si riconosce da vari elementi: la panza debordante (piloni), le fasciature alla Tutankamen (tallonatori e terze), le orecchie a cavolfiore, il classico distintivo delle seconde. Ma gli avanti old si divertono molto più dei tre quarti, anche se non si spinge. La mischia, intesa come 'pacchetto di mischia', è incaricata anche delle touches. Il tallonatore non ne lancia una dritta e l'arbitro si regola in base all'umore del momento per fischiare o meno circa la regolarità del lancio. Di solito gli Old non provano la 'furba', perchè non sono in grado di distinguere la linea dei cinque metri dai binari del tram.

mercoledì 23 dicembre 2015

Ripassiamo le regole

Gentlemen,
sarà l'influenza del clima festivo - per me solitamente deleterio - ma mi sono deciso a illustrarvi una serie di regole del Rugby Old. O Golden Oldies che dir si voglia. Consiglio l'attenta lettura a tutti, in particolar modo a coloro tra i diversamente giovani che si prestano ad arbitrare le partite. E anche chi arbitro lo è davvero, e normalmente non conosce le regole di questo codice dei molteplici Rugby Football esistenti
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mischia: no contest. il mediano non segue e l'apertura e il numero 8 non partono, ma l'8 può alzare al mediano o a un altro compagno e questi possono partire
ruck: quando l'arbitro chiama la ruck non c'è controruck. chi mette le mani sul pallone rischia di prendere pugni a volontà. di solito l'arbitro non vede un cazzo in queste situazioni, quindi fate attenzione
calci: si può calciare il pallone solo dentro i ventidue. si può portare il pallone dentro i 22 e calciarlo, ma se va fuori direttamente, la touche si batterà all'altezza del calcio. chi calcia fuori dei 22 è punito con una mischia
touche: lo schieramento deve essere completo, non c'è ascensore, non si batte veloce. se battuta storta il lancio sarà effettuato dall'altra squadra
punizioni: non si piazzano né si battono veloci, possono essere calciate direttamente fuori e si può optare per una mischia
corse: il ball-carrier può correre solo per venti metri e poi deve passare il pallone se ancora non è arrivato in area di meta. ci si può accordare all'inizio del match per non applicare questa regola (cosa che avviene quasi sempre)
cartellini gialli/rossi: può capitare di vederli usare anche tra gli old, poiché i rari neuroni a volte cedono di schianto per ipossia, ma è prevista la sostituzione del giocatore espulso
punteggio: la meta vale un punto. non sono previsti altri tipi di marcature
pantaloncini: tutti i giocatori devono indossarne un paio. se sono di colore rosso indicano un'età fra i 60 e i 65 anni; col placcaggio il giocatore può essere preso (abbracciato) ma non gettato a terra. pantaloncini viola, età tra 65 e 70 anni. il giocatore può essere toccato (come nel touch rugby) ma non fermato. ovviamente dovrà immediatamente passare il pallone. pantaloncini oro, età oltre i 70; ci si può mettere davanti al giocatore ma non toccarlo. dovrà anche in questo caso passare l'ovale
varie ed eventuali: solo il capitano può parlare con l'arbitro, i giocatori devono tacere e la cosa è doppiamente consigliata perché il fiato è già poco - causa l'età avanzata, meglio risparmiarlo.
capita spesso di fare meta sulla linea dei cinque metri: non è valida, bisogna arrivare in area di meta.
è consigliato partecipare al terzo tempo: giochiamo quasi solo per questo, rinunciarvi non fa fine.
Buon rugby a tutti dalle Orche Recco

sabato 12 dicembre 2015

del rilassamento generato dal gioco del rugby football

Se volete apprezzare il rugby, il gioco del football secondo le regole del college inglese reso celebre da William Webb Ellis, potete vedere qui, oppure qui.
Oppure potete fare come me, oggi. Al mattino in ufficio, a grattare rogne su rogne. Poi, all'uscita, mi sono messo in moto e sono andato a Cogoleto, a raggiungere le Orche per il torneo <Ciao Ste' 2015>.
Alla fine ero stanco, come tutti quelli che sono scesi in campo, ma soddisfatto.
Breve cronaca degli incontri: si inizia col Cogoleto, due mete per noi con Embolo e Mario Weight. Partita a senso unico, ma nella quale ci siamo esibiti in una serie di 'avanti' fenomenale. Ne parlo dopo, per il (glorioso) trofeo Mani di Merda.
Dopo un lungo stop affrontiamo la mista Sestri/Imperia (nella quale trovano posto anche alcuni delle Orche). L'andamento stavolta è altalenante, dopo il nostro vantaggio con Della subiamo la rimonta avversaria, risultato ribaltato grazie a Paolone e Big Jim (che realizza una doppietta).
Da segnalare la seconda meta del nostro Bigghe: raccoglie un pallone che rotola autonomamente nel fango, mentre i giocatori stavano rotolandosi un po' più in là, e parte come un razzo...
No, parte con i piedi a papera, perché il terreno era più simile alle sabbie mobili in quel punto. Eleganza poca, ma efficacia massima e 4 a 3 per noi.
La chiusura della giornata era tra noi e i cugini rivali. I Cavalieri di san Giorgio. Che ci hanno messo sotto in un match bello ma con momenti di tensione (e qualche cazzottone) poco piacevoli da vedere nel rugby old. Ma forse proprio perché siamo vecchi e abbiamo nelle nostre corde il gioco di anni fa, le spigolosità, i colpi proibiti, i litigi - diciamolo pure - fanno appunto parte del gioco.
Carletto ed Embolo segnano per noi, ma non bastano contro le tre mete avversarie.
Il (glorioso) trofeo Mani di Merda non è stato assegnato, rimarrà quindi vacante fino al 23 gennaio prossimo quando disputeremo il test match con il Civitavecchia a Recco. Tutto ciò nonostante i parecchi 'knock-on'. Personalmente ho raccolto un calcio d'invio avversario e sono riuscito a fermarlo prendendolo con le mani, ovviamente, e aiutandomi con la mascella. Non è stata proprio una bella esperienza, ma non ho fatto avanti, quindi bene così. Infine, a dirla tutta, è stata lanciata la proposta di lasciare le manone ancora al detentore, Shaggy, ma era solo uno scherzo.

venerdì 23 ottobre 2015

I diari parigini

Prendo e rielaboro dal web. Non c'entrano gli old, ma l'originale era veramente carino e spero di aver mantenuto il livello. Buona lettura.
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Dal diario di Colette: Ieri, nel tardo pomeriggio, ho incontrato Jerome. Era fuori del solito bar, con gli amici, e gli ho chiesto di venire a fare un giro con me. Ha accettato subito, anche se non mi sembrava particolarmente entusiasta. Siamo andati sugli Champs Elisées e abbiamo preso un 'cappuccino', all'italiana; non ho insistito troppo con le vetrine, non mi sembrava fosse molto in forma, a dire il vero. In effetti non era nemmeno molto loquace, non dico che rispondesse solo a monosillabi, ma non ha mai preso l'iniziativa per quanto riguarda la conversazione.
Faceva buio, e gli ho proposto di venire a cenare da me. Era evidente che avevo voglia di stare con lui, anche dopo: ha accettato, ma nuovamente ho avuto l'impressione che non fosse proprio al meglio. C'era qualcosa che mi sfuggiva, eppure ero fiduciosa che tutto sarebbe andato bene.
Siamo andati a casa mia, quindi, e gli ho preparato una buona cenetta, una classica entrée di verdure e piatto principale di pesce. Formaggi e dessert con l'accompagnamento di un discreto bordeaux. Lui guardava la tv. ma anche in quel caso mi sembrava che passasse da un canale all'altro senza seguire nulla, realmente.
Dopo cena sono stata un po' con lui sul divano, ma continuava con lo zapping e parlava poco o niente. L'ho lasciato lì e sono andata a letto; lui è arrivato dopo un po' e abbiamo fatto l'amore, ma ancora aveva quel modo distaccato e distratto di comportarsi. Poi si è addormentato, mentre io sono rimasta sveglia a lungo. Sono certa che abbia un'altra. Ho pianto quasi tutta la notte.
Dal diario di Jerome: Merde, abbiamo preso 62 punti dai Blacks. 62 punti! Non riesco ancora a crederci!

domenica 11 ottobre 2015

Monza

E anche questa è fatta, con enormi difficoltà. Siamo partiti in pochi, come ormai troppo spesso accade per le trasferte, e ci siamo fatti un bel mazzo, raccogliendo molto poco di quel che avevamo seminato. Colpa nostra, senza dubbio, perché poteva andare meglio ma per un soffio non ce l'abbiamo fatta. Un ringraziamento ai Cavalieri che ci sono venuti in sostegno, in modo particolare a Mauro Pizzagalli, 73 anni sabato. Non aggiungo altro.
Siamo partiti bene con il Rho, avversario di lunga data: ci siamo incrociati sul campo almeno otto o nove volte, solo i Cavalieri e i Muccati hanno giocato più spesso con noi. Al primo minuto Criceto mi passa il pallone mentre era già placcato, senza vedermi lancia l'ovale che mi arriva ma insieme al difensore. Ero a due metri dalla linea di meta ma ho preso una tranvata mica male, ho perso il pallone. La partita si è giocata comunque tutta nella metà campo dei rodensi e Dario (Giùilgettone) segna la meta della vittoria. A seguire abbiamo pareggiato con i Quatro Gati Vicenza, zero a zero, ma il risultato grida vendetta. I veneti erano poca cosa, un'occasione mancata. Poi, sconfitte: 1 a 2 (meta nostra di Criceto) con gli Allupins Prato, 0-1 con Armada Occitana (Stade Valdotaine+Mari Garsoun Cuneo e imperiesi), 0-1 nella finale per il 7° posto con il Lecco. Anche in quest'ultimo match abbiamo avuto un netto predominio territoriale e di possesso palla, ma tant'è...
Abbiamo concluso sfiniti, ci siamo divertiti lo stesso e, tanto per usare una frase fatta, gli assenti hanno sempre torto.
Per il (glorioso) trofeo Mani di Merda, negli spogliatoi ci siamo onestamente detti in molti pronti a riceverle: ("Ho fatto troppi avanti", "Ho sbagliato il calcio", "Ho perso il pallone e avrei potuto segnare", eccetera). Credo invece che l'unica fase di gioco in cui abbiamo qualcosa da rimproverarci siano state le touches, e così, a grande maggioranza, le M. d. M. sono andate in contumacia a Shaggy che le riceverà giovedì prossimo in club-house.

mercoledì 7 ottobre 2015

Errata corrige II

E no, questo post non riguarda Shaggy e le sue supposte M. d. M.
No, ci sono state delle variazioni al tabellone dei matches di sabato prossimo. Questi i nuovi orari per le Orche (tempi unici da 15'):
14:25 Rho
15:05 Allupins Prato
15:25 4Gati Vicenza
16:25 Armada Occitana
Restano confernati gli orari per le finali, 17:05 per 7°/8°/9°10° posto, 17:25 per 4°/5°/6°/7° posto e 17:45 (due tempi da 10') per il primo posto. Grazie al nostro manager Zeus Alberto (e lui sa che non c'è malizia in questo ringraziamento e nella definizione di manager)

martedì 6 ottobre 2015

Partite di sabato prossimo a Monza

Sarà un bel tour de force, via. Si comincerà alle 14:25 con gli Old Rho, per proseguire subito dopo (14:45) con l'Armada Occitana, una mista Stade Valdotaine e Marì Garsoun Cuneo.
Alle 15:05 gli Allupins Prato e alle 15:25 i Quatro Gati Vicenza. Sessanta minuti di gioco in poco più di un'ora, la vedo dura. Ma almeno non ci raffredderemo tra un match e l'altro...
La partita finale sarà in base alla classifica del girone tra le 17:05 - assegnazione dei posti tra il 7° e il 10° - e le 17:45, per la vittoria nel torneo.

Errata corrige

Poffarbacco, mi sono sbagliato! Nel post di ieri ho erroneamente attribuito il (glorioso) trofeo Mani di Merda a Shaggy, mentre il titolare è in realtà Criceto.
Qui potete vedere la 'storia' del (glorioso) trofeo, aggiornata fino al penultimo detentore, Embolo.
Naturalmente mi scuso con tutti per l'errore, con tutti tranne che con lo stesso Shaggy, il quale dovrebbe:
1) portare più rispetto verso gli anziani, altrimenti gli darò un calcio in una caviglia a tradimento. Dopo il torneo di sabato, ovviamente, prima deve giocare.
2) Pagarmi almeno un paio di birre. E comunque, il calcio nella caviglia non credo sarà evitato.
Ah, visto che faccio parte del comitato di saggi (be', dai, si scherza) che assegna il (glorioso) trofeo, so già per chi voterò sabato sera.

lunedì 5 ottobre 2015

Senza titolo

Hallo, gentlemen!
Anzi, ladies and gentlemen, perché magari qualche gentile pulzella passa di qua e sbircia un po'.
Questo post è senza titolo dato che, dopo la mia lunga assenza, avrei dovuto scomodare Troisi (Scusate il ritardo) o magari Enzo Tortora (Dove eravamo rimasti?). Così, scegliete voi, tanto fa lo stesso. I motivi della sparizione sono molteplici: problemi vari - lasciamo perdere i particolari, di nessun  interesse in fondo - l'ultimo dei quali è stato l'improvviso decesso del mio computer. Ora mi arrangio con un portatile Windows (io, di religione Mac, strettamente osservante, uso i guanti come per andare in moto...): come dire, in mancanza di cavalli trottano gli asini.
Veniamo al rugby, che è meglio.
Sabato prossimo, 10 ottobre, le Orche saranno presenti al III Memorial Poletti, torneo organizzato dagli Old Monza; oltre a noi e ai brianzoli padroni di casa (Old Rugby Monza Bad Panda) calcheranno il terreno del campo Chiolo gli Old Rho, i Cinghialold Como, gli Old Lecco, i Dragold Parco Sempione Milano, i 4Gati Vicenza, gli Allupins Prato, lo Stade Valdotain+Mari Garsoun Cuneo, i Veterans Modena. Come spessissimo è capitato per le trasferte, le Orche sono poche, giusto quindici, ma per fortuna i nostri cugini/rivali genovesi dei Cavalieri di san Giorgio hanno organizzato un manipolo di audaci in rinforzo.
Sarà presente anche il titolare del (glorioso) Trofeo Mani di Merda, Shaggy, impaziente e smanioso (be', ovvio) di liberarsi dell'ambìto (un po' meno ovvio) simbolo. A frappé!

martedì 19 maggio 2015

Cronologia del (glorioso) Trofeo M. di M.

Ecco una tabella con la cronologia del (glorioso) Trofeo Mani di Merda, dalla quale si evince che il nostro Matteo Embolo Bacigalupi è stato il primo a conseguire l'ambito trofeo per una seconda volta.
E senza incazzarsi, altrimenti ci sarà spazio per una terza, una quarta, eccetera, eccetera, eccetera…
Trofeo MdM
dal al
26/05/12 16/06/12 Durli
16/06/12 06/10/12 Bacigalupi
06/10/12 03/11/12 vacante
03/11/12 19/01/13 Pellerano
19/01/13 13/04/13 vacante
13/04/13 25/05/13 Balducci
25/05/13 20/07/13 Bertagnon
20/07/13 05/10/13 Gatti
05/10/13 16/11/13 vacante
16/11/13 14/12/13 vacante
14/12/13 25/01/14 Borgo
25/01/14 15/02/14 vacante
15/02/14 07/03/14 Chino
07/03/14 17/05/14 Durelli
17/05/14 14/06/14 vacante
14/06/14 21/06/14 vacante
21/06/14 08/11/14 Lerda e Oliveri
08/11/14 10/01/15 Allegretti
10/01/15 31/01/15 Costa
31/01/15 28/02/15 vacante
28/02/15 25/04/15 Biscotti
25/04/15 09/05/15 vacante
09/05/15 Bacigalupi

26/05/2012, torneo a Brescia
16/06/2012, match a Recco con Barberans
03/11/2012, torneo ad Asti
13/04/2013, match a Recco con Falchetti Seregno
25/05/2013, match a Recco con Rugby Rho
20/07/2013, torneo ad Aosta
14/12/2013, triangolare a Genova
15/02/2014, match a Recco con Muccati Rugby.it
07/03/2014, match a Dublino con Royal College of Surgeons
21/06/2014, torneo ad Aosta
08/11/2014, match a Mantova con Senatori Virgiliani
10/01/2015, match a Recco con Cavalieri di san Giorgio
28/02/2015, match a Inverleith con Inverleith RFC
09/05/2015, triangolare a Recco

martedì 12 maggio 2015

Focaccia col placcaggio II

Così, alla rinfusa, perché non ho tempo di stare lì a metterle in bella copia.
Il nome del torneo è frutto della fervida fantasia dell'Uomodelcerino, che si è esibito nel suo cavallo di battaglia 'Maria Nicola', lasciando gli inglesi esterrefatti.
Big Jim – pare abbia ammesso che il pallone, sulla sua seconda meta, gli sia davvero scivolato dalla mano prima di toccarlo a terra. Ma un bel chissenefrega non ce lo vogliamo aggiungere?
Helsinki a un minuto dalla fine ha tirato una tranvata della madonna ad uno in ruck (già chiamata da un quarto d'ora, entrando pure lateralmente) e poi gli ha detto con fare minaccioso: «Stai molto attento». Solo in seguito si è scoperto che si stava vendicando per un placcaggio senza palla. L'avversario in realtà lo ha guardato come dicendo "Che, ce l'hai con me?" e poi ha proseguito a giocare senza alcun problema.
Entro in campo nella terza partita con la maglia del Rho; con me c'è Pilu che viene schierato a mediano di mischia. L'apertura del momento – che ha sempre giocato terza linea in vita sua – gli dice: «Calcia tu, che io non son capace». E io subito aggiungo: «Nemmeno lui», come se invece fossi capace io.
Mail di Criceto: «Ma non so in quale partita ho fatto meta... se dicono nella prima sarà così».
Mail di Mezucittu: «Grazie a voi; si respira sempre un'atmosfera fantastica in vostra compagnia. Certo, giocare e' un'altra cosa quindi appena mi tolgono sto cazzo di filo/chiodo vi placco tutti»! (Mezucittu, per chi non lo sapesse, si è fratturato una mano nel match a Inverleith).
Il (glorioso) Trofeo Mani di Merda sembrava destinato, in un primo tempo, ex-aequo a Shaggy e Mendez, con la seguente motivazione: «Perché quei due delinquenti a piede libero non si cagano il pallone e segnano solo quando hanno la figa che li guarda».
A proposito, mentre Shaggy era a terra, colpito duro da un avversario, parecchi hanno gridato: «Finitelo»! Io non ho sentito direttamente perché ero dall'altra parte del campo, la cosa mi è stata riportata in seguito. Ma mi associo.
A Cippo, cassiere e spillatore di birre, è stato fatto notare come sulle maglie del Rho ci fosse, come sponsor, anche uno studio di commercialista: così, visto che non è giusto rompere il belino solo a Big Jim e Shaggy.
Il più vecchio dei Gallesi a Londra, era seduto sulla panca fuori dalla club house prima del torneo: appena arrivato, Brain si presenta e lo saluta ribadendogli il benvenuto. Lui ha ringraziato e dopo due scambi di battute ha detto: «Adesso scusami, ma mi devo concentrare per riuscire a giocare...»
Tre dei londinesi non hanno giocato per infortuni vari, ma per tutta la giornata non si sono visti – mai – senza una pinta in mano.

lunedì 11 maggio 2015

Focaccia col placcaggio

Vi siete presi paura, eh? Pensavate davvero che non avrei scritto niente, eh? Altro che gentlemen, come vi chiamo nelle mail, siete dei cacasotto. Il nostro sergente Hartman ha un'impresa disperata da compiere!
Solo che io sono compreso nel gruppo, quindi basta stronzate e parliamo del I° Torneo 'Focaccia col placcaggio'.
Il nostro Torneo, che ha avuto risonanza europea (in seguito pubblicherò il link al commento sul sito dell'European Veterans Rugby Association).
E scusate se è poco.
Purtroppo la giornata comincia male, molto male: i Taka'tani Asti fanno sapere che hanno rinunciato a venire a Recco perché il giovedì prima era morto in un incidente stradale il figlio diciassettenne di un loro giocatore. Abbiamo quindi formato tre squadre: Orche Recco, presenti in gran quantità, e ci siamo permessi il lusso di rinunciare ad almeno dieci giocatori; una mista Old Chieri e London Welsh; infine il Rugby Rho, anche loro rimpolpati dai molti giocatori presenti (qualcuno anche dal Novi). Cominciamo noi, i padroni di casa, affrontando la mista Chieri/Welsh: vanno a segno (non nell'ordine) Criceto, Roborot, Big Jim, Mendez e Pgc a.k.a. Tasmanian devil. La meta della bandiera è segnata da un inglese, rimasto anonimo.
Poi le Orche rimangono in campo contro il Rho, e stavolta le mete sono di Claudiano, Carletto, Shaggy, Bisco, ancora Big Jim e – due volte – Mendez, mentre i lombardi segnano una sola volta. Infine Rho–Chieri/Welsh, uno a uno con nuova segnatura di uno delle Orche, ma non ricordo chi.
Però, sulle mete ci sono diverse cose da dire.
Innanzitutto non era prevista classifica, quindi i risultati sono stati dimenticati subito, appena finite le partite. Lo spirito old è quello del divertimento e della fratellanza, non della vittoria a ogni costo: abbiamo vinto tutti. Inoltre, sui marcatori della prima partita, tutti ricordiamo che erano cinque ma abbiamo certezza di soli quattro nomi. Per cui, l'elenco che ho fatto poco sopra è da prendere col beneficio d'inventario: se qualcuno ricorda con precisione gli autori delle segnature, parli adesso o mai più.
Poi, sulla seconda marcatura di Big Jim, qualcuno dei suoi compagni di squadra glielo ha ampiamente lambrocciato: «Era avanti, ti è scivolato il pallone prima di toccarlo a terra!» Con lui che risponde: «Ah, siete degli amici, belìn, non c'è che dire…»
Aggiungiamo la grinta smodata di Pgc che segnata la meta si gira verso Alecrosta e gli urla: «Sei stato bravissssimo!» solo perché gli aveva passato la palla (era ovvio che lo facesse, finalmente abbiamo fatto qualche sfilata fino all'ala, come con estrema pazienza sta cercando di insegnarci AleUgo/Hartman in allenamento).
A proposito di AleUgo, è arrivato dicendo: «Be', ragazzi, io mi fascio il polso (semidistrutto già da qualche tempo) e provo cinque minuti, se mi fa male pianto lì e vi guardo con invidia». Infatti, è uscito alla fine dei tre match, giocati quasi ininterrottamente, con una mano che sembrava – lei da sola – l'omino della Michelin e ripetendo come un mantra: «Ma si sta sgonfiando, ma si sta sgonfiando…»
Concludo, per oggi, comunicando Urbi et Orbi che il (glorioso) Trofeo Mani di Merda è stato assegnato a Embolo Bacci con la seguente motivazione: «Per aver dimostrato quanto egli sia braccino corto, portando giovedì sera in club house, per il suo novantacinquesimo compleanno, una torta – per almeno trenta persone presenti – delle dimensioni di un piattino da frutta».
A domani, manega de gunduin (usati).

lunedì 27 aprile 2015

Any given saturday (o quasi)

Sabato scorso, 25 aprile, tradizionale torneo Bertamino a Recco, per gli under 6-8-10-12. I giovanissimi hanno giocato fino alle quattro del pomeriggio, impegnandosi al limite delle loro possibilità e sicuramente divertendosi tutti moltissimo. Dominio, nelle tre categorie competitive, degli astigiani, ma riconoscimenti per tutti e la conferma che il rugby è qualcosa di più di uno sport.
A seguire, gli old dell'Arnold Roma (organizzati dal mitico Ghinetti) hanno sfidato le Orche.
Il primo tempo ha vsto un netto predominio dei romani, che si sono mantenuti quasi sempre nella metà campo ligure, e molto spesso col pallone in mano. I bianco-gialli (influenze vaticane?) non sono però riusciti a segnare, anche se pure nelle fasi difensive risultavano avanzanti, tenendo sotto costante pressione i padroni di casa.
La musica cambiava totalmente nel secondo tempo, grazie a una linea di tre quarti recchelina d'eccezione: erano in campo assieme Cippo, Carletto, Seba, Oreste*, Gian Cartoni, Bisco.
Una serie di incursioni e di sfilate del pallone portavano in meta prima Oreste, poi Carletto, poi di nuovo Oreste e sul fischio finale dell'arbitro anche il mischiaiolo Alberto per il quattro a zero finale.
A un certo punto AleUgo viene a bordo campo a chiedere un paio di scarpe perché una delle sue si è sfondata completamente, gli cedo le mie e può rientrare a fare il numero 8.
Qualche infortunio tra i vecchietti, ma nulla di veramente grave, a parte il polso di AleUgo, il nostro sergente Hartman, che lo costringerà per un po' in panchina. Ma potrà sempre farci dei briefing come questo (e in passato gli è già capitato di parlarci così):


Nel terzo tempo viene assegnato il Trofeo Mani di Merda a Gian Cartoni per i suoi cinquant'anni di avanti continuati.

*Prima di giocare Oreste mette le mani avanti: 'Ho cinque minuti di autonomia, non sono allenato'.
Sì, perché noi – che ci alleniamo tutti i giovedì – quanti minuti credi che abbiamo?

venerdì 24 aprile 2015

Noi, al nostro coach, lo vogliamo bene

Che poi magari delle volte ci possono essere dei malintesi, il nostro coach ieri sera lo diceva, cercare di far fare delle cose a un branco di pachidermi non è facile, per forza uno grida.
Anche perché sei in mezzo al campo, quelli che stanno laggiù in fondo, all'ala, o magari l'estremo non ti sentono mica sennò.
Ma noi lo sappiamo che lui è un bravo germano, e ve lo posso anche dimostrare, perché c'è un video dove si vede lui che parla con i trequarti.
Be', diciamo che parla AI trequarti…


Vedete, non è per niente cattivo, ci mette solo dell'impegno e tanta, tanta passione.
E comunque c'è un altro video, di noi che aiutiamo a sistemare la zona per i terzi tempi all'aperto, dalla parte opposta rispetto alla club house. Anche questo è allenamento, in fondo. Enjoy it.


giovedì 5 marzo 2015

E poi basta con Edimburgo

Questa si è sentita sul tram, credo rivolta a Shaggy, ma non ricordo nemmeno dove stessimo andando: "Potresti farti fare un massaggio da Idro"
"Perché?"
"Così ti fai un idromassaggio…"

martedì 3 marzo 2015

A raffica, a raffica

Venerdì pomeriggio siamo andati in visita alla distilleria Glenkinchie, e da lì sono uscite diverse minchiate.
Dopo aver annusato la differenza tra i vari metodi di affumicazione del malto, si è stabilito che “Il whisky è andato e torbato".
Nella sala dove si trovano i barili per l'invecchiamento dello scotch si è paventato "Qui ci danno un sacco di botte".
Per fortuna nessuno scozzese nella distilleria – e soprattutto la nostra guida – capivano l'italiano, perché si è sentito anche un netto "È meglio la grappa".
L'influsso alcolico naturalmente è proseguito, anche se in realtà avevamo cominciato ben prima, così abbiamo ascoltato anche questa: "Cosa dicono a un tir che arriva in garage? Càm iòn, càm iòn".
E ancora, perchè dopo un viaggio in aereo si corre più veloci? "Per effetto del jet leg".
Poi, visto Furno con le fasciature sulle cosce per l'ascensore in touche: "Sapete cosa sono quelle? Le presine da furno".
Alla sera, tornando dalla club house dell'Inverleith, abbiamo allietato i vaggiatori dell'autobus con 'Olidin olidena', e anche se non abbiamo raccolto applausi siamo certi che abbiano gradito la nostra esibizione.
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Un ristrettissimo comitato di saggi ha deciso* che il (glorioso) trofeo Mani di Merda** vada a Primiano, anche se lo ha conquistato con i piedi: calci piazzati a sproposito in varie parti di Edimburgo e, soprattutto, un ottimo calcio durante il match con l'Inverleith che avrebbe potuto fare arretrare gli scozzesi di almeno quaranta metri. Purtroppo, era fuori dei ventidue…

*Assegnazione da confermare giovedì prossimo in club house, ma ci sono pesanti indizi che la conferma si avrà.
**Il premio 'Motosega dell'anno' va invece – all'unanimità – a Pilu, che sabato sera ha dichiarato, verso le nove di sera: "Mi metto qui un attimo…" e tutti hanno capito che il sottinteso fosse "…e poi vado al pub con gli altri". Invece, dopo tre secondi russava peggio di Olly (soprannominato Husqvarna, n.d.r.) e ha continuato ininterrottamente fino alle cinque del mattino dopo, quando ci siamo alzati per il ritorno a casa.

lunedì 2 marzo 2015

Figgiœ de Scotland

Venerdì sera, siamo nella club house dell'Inverleith Rugby Football Club: tutti in camicia e cravatta, sembriamo proprio degli ometti per bene. I nostri amici non sono numerosi, e una buona percentuale di loro è ben al di sotto della quota 'old', 35 anni. In compenso, quelli che hanno e dimostrano l'età giusta, hanno aspetti poco rassicuranti. Non so perché, ma si intuisce che hanno confidenza con il pallone ovale; d'altra parte, siamo in un distretto che in pochi chilometri quadrati vede alcune decine di campi da rugby. Va be', ci diciamo, peggio che con i gallesi del Seven Sisters non potrà finire.

Io mi dedico al sidro, lasciando le birre agli altri, e ci viene offerto qualcosa da mangiare: hagis, manco a dire. Cibo che, associato al freddo, mette ko Micky: l'indomani arriverà al campo ridotto a uno straccetto, ma scenderà in campo e farà la sua parte. In club house cantiamo l'inno del Recco, spiegando come è nato e quando. La melodia è quella di 'Flowers of Scotland', l'inno nazionale scozzese, solo le parole sono diverse; bisogna dire che sembrano apprezzare il fatto che noi siamo così 'pro–Scozia'.

Sabato mattina, qualcuno mugugna per l'orario (calcio d'inizio previsto alle 10:30), ma siamo puntuali al campo. Purtroppo mancano le chiavi degli spogliatoi, perciò a un certo punto ci cambiamo lì sul prato e giochiamo. Altrimenti poi facciamo tardi per la nazionale.
Il primo tempo ci vede costantemente nella metà campo dell'Inverleith, spesso dentro i loro ventidue, con AleUgo che segna l'uno a zero verso il decimo minuto, riuscendo a passare nella loro linea difensiva dopo un paio di percussioni e l'apertura del pallone verso il nostro schieramento dei tre-quarti. Ale parte più o meno dalla posizione di secondo centro, sulla nostra sinistra e trova il varco. Si continua sulla stessa falsariga, ma non realizziamo altre mete. Nel secondo tempo cambiamo un bel po' di giocatori; anche loro, ovviamente, e la loro età media si abbassa. Pareggiano grazie a una specie di intercetto nel gioco ravvicinato, mentre siamo ben dentro i loro 22. Poi segnano altre tre volte sfruttando il gioco aperto dei backs. Riescono a creare il sovrannumero, e lo sfruttano. Ma le Orche non si siedono, comunque, la partita termina con una bella maul che Alberto conclude in meta per il 4–2 finale.

Finito il match, scopriamo che le chiavi dello spogliatoio non sono ancora arrivate. Aspettiamo un po', poi facciamo il conto di quanto ci manca alla parita al Murrayfield. Così, ancora con le scarpe coi tacchetti, i pantaloncini e le maglie (e le gambe, le facce, le mani) sporche di fango, prendiamo l'autobus e torniamo all'ostello, a fare la doccia. Se qualcuno tra quelli che ci hanno visto ha pensato che eravamo matti, non lo ha dato assolutamente a vedere.

Flowers of Recco

L'avventura scozzese comincia giovedì mattina con Fabio protagonista: quattro ore prima dell'orario previsto per la partenza era già a smarronare col telefonino dove siete cosa fate a che ora arrivate siamo qui che vi aspettiamo e che due coglioni.
Ribattezzato dal sagace Shaggy: Nonno Nardi, produzione mozzarelle e stracchino…
Senza problemi, checchè ne dica l'ex Silent assassin, siamo sull'aereo diretto a Londra, dove troveremo la coincidenza per Edimburgo (quasi quattro ore a Gatwick, dove non abbiamo nemmeno potuto fare un 'toccatino') e già comincia la raffica di minchiate che ha caratterizzato tutto il viaggio.

(Brevemente, più che posso: il figlio di un emiro arabo scrive a casa dagli States dove frequenta l'università: "Caro padre, io tutte le mattine vado all'università con la Lamborghini placcata oro che mi hai regalato, ma mi vergogno perché tutti i miei compagni di corso vengono col treno". Risposta quasi immediata del padre: "Caro figliolo, ti ho fatto un bonifico di venti milioni di dollari, comprati un treno anche tu e non farci fare brutte figure").

E per pietà, manterrò ben celati i nomi dei colpevoli. Arriviamo a Edimburgo più o meno in orario, e nel tipico clima scozzese, nuvoloso e freddo, andiamo al nostro ostello; a seguire, in Grassmarket, una delle storiche piazze della città, all'ombra del castello, a mettere qualcosa sotto i denti.
L'ovvia constatazione di uno di noi, che si rivelerà più che vera: "Ragazzi, a parte lo stadio, questa piazza sarà l'unica cosa che vedremo di Edimburgo". E così è stato, salvo poche (pochissime) eccezioni.

Il pub della prima sera è il Black Bull, birra e cibo di discreta qualità, ma non per tutti. Il piatto tipico locale è l'hagis, un insaccato di interiora di pecora (cuore, polmone, fegato), macinate insieme a cipolla, grasso di rognone, farina d'avena, sale e spezie, mescolati con brodo e bollite tradizionalmente nello stomaco dell'animale per circa tre ore. Servito con una coppettina di latte e whisky. Alcuni non se la sono sentita, e hanno ripiegato sui più classici fish and chips – ma Albe ha chiesto una bistecca e gli è arrivato lo spezzatino.

Venerdì giornata libera: con Albe e il (Pussy)Doc prendiamo il tram e andiamo al Murrayfield a ritirare i biglietti per la partita Scozia–Italia di sabato. Partiamo con qualche sprazzo di sole e arriviamo (quattro fermate dopo) con la pioggia. Se per caso vi foste dimenticati di essere a Edinburgh. Al botteghino c'è una ragazza italiana che lavora lì, quindi ce la caviamo molto bene; per fortuna gli scozzesi sono ben organizzati.

Breve pausa pranzo, con Helsinki che non riesce a capacitarsi di come possano gli scozzesi mantenere una dieta del genere. "Ma li vorrai mangiare due fagiolini bolliti, ogni tanto?", si chiede sconsolato. Al che gli suggerisco che, in genovese, i cibi tipici della Scozia (ma non solo) sono riassumibili in una parola singola: rumenta. Dopo di che, ci si prepara per andare alla club–house dell'Inverleith Rugby Football Club, i nostri avversari dell'indomani (mattina).


sabato 31 gennaio 2015

Due partite, due facce

Dunque, lo so benissimo che non si comincia un discorso con 'dunque', ma per come è andata la giornata chi se ne f… rega.
Dopo molti tentennamenti, mail, sms, telefonate, messaggi via Facebook e poi ancora mail, mail e mail, il tradizionale incontro con i Muccati è saltato.
Per fortuna siamo riusciti a coordinarci con i nostri altrettanto tradizionali avversari genovesi, i Cavalieri di san Giorgio, e oggi abbiamo partecipato a un triangolare al Carlini; presenti anche i gialloneri dei Milo'ld Pavia; eravamo comunque contati, e per fortuna i Polpi avevano inviato dei rinforzi (Massone, Olcese e Annunziato).
Iniziamo noi Orche con i padroni di casa, ad orario antelucano: le undici! E come molto spesso ci accade, iniziamo male, ma proprio male. Nell'intervallo e a fine partita il nostro capitano, nonché allenatore, AleUgo ci fa un mazzo così. E ce lo siamo meritato, perché in allenamento al giovedì proviamo gli schemi, li memorizziamo, cerchiamo di assimilare le posizioni in campo. Poi, in partita, siamo stati a guardare i Cavalieri che ci hanno rifilato tre mete - a zero, e fine così.
Ritorniamo poi sul terreno di gioco per il terzo match della giornata, con i lombardi integrati da alcuni liguri. Stavolta l'andamento è completamente diverso, eppure non è che in campo ci sia una squadra sola, ci sono anche i Milo'ld ma l'organizzazione del nostro gioco porta in meta due volte Silvio Mezucittu, due volte anche Shaggy e poi Humberto e i Polpi Olcese e Annunziato.
A bordo campo, in veste di fotografo, Gian Pilu, che se leggerà queste righe saprà che deve quanto prima pubblicare i suoi scatti.

domenica 11 gennaio 2015

Ciao Ste' 2014

Dopo lunga e travagliata gestazione, finalmente la classica partita di fine anno tra Orche e Cavalieri si è fatta. Non a fine anno vecchio, ma all'inizio del nuovo, purtroppo a causa di un nuovo lutto per il mondo del rugby ligure.
Dopo Stefano Bianchi, Ernesto 'Sansone' Renzi, Andrea Donati, Roberto Besio e Giovanni Paci, anche Lorenzo Massa ha passato l'ultimo pallone. Un match piuttosto combattuto è stato il nostro modo di ricordarli, sapendo che loro apprezzano.
La partita è stata preceduta da un'azione terminata in meta da Tommaso Bianchi, figlio di Ste', nonostante un placcaggio sui cinque metri: dalla ruck il ragazzino riusciva poi a emergere e a schiacciare in meta, con grande soddisfazione.
Ma veniamo alla cronaca dei veterani: cominciano piuttosto male i padroni di casa, che nei primi dieci minuti vengono costretti nella loro metà campo e spesso dentro i ventidue. Ovviamente arriva anche una meta per i Cavalieri, con una bella e veloce apertura e sfilata al largo sulla destra dell'attacco. Creato un sovrannumero esagerato, l'uomo piazzato all'ala (Odone) segnava con relativa tranquillità. Per il resto della frazione di gioco, bisogna dire che le Orche si sono trovate a dover difendere, soprattutto, con qualche sporadico attacco ben contenuto dai genovesi.
Secondo tempo, con molte sostituzioni da entrambe le parti (erano presenti in totale almeno cinquanta giocatori) e i biancocelesti cambiano registro. Finalmente c'è più possesso di palla, si gioca quindi in attacco, e dopo qualche minuto Carletto pareggia. Sempre lui porta in vantaggio le Orche, lanciato da Cippo con un sottomano alla Parisse veramente notevole.
La meta del definitivo pareggio per i Cavalieri di san Giorgio era poi segnata da Trappola, nuovamente con una incursione al largo e poi a rientrare da parte stavolta di due soli genovesi, di fronte a una difesa recchelina assolutamente sguarnita e infilata in velocità. Non ero negli spogliatoi dopo il match, ma penso che il nostro coach abbia strigliato a dovere le Orche. Unica attenuante, oserei dire, che si era alla ripresa dell'attività dopo le feste natalizie, per cui i bagordi avranno ben avuto il loro peso (in tutti i sensi…).
Purtroppo per il buon Franz, dopo la meta arrivava l'infortunio al ginocchio destro, travolto e distorto da una massa di giocatori accatastati uno sopra l'altro (e lui in fondo): speriamo che possa riprendersi velocemente.
Dopo i due tempi regolamentari si ritorna in campo, e abbiamo la meta di Silvio Mezucittu per le Orche, ma visto lo spirito dei minuti supplementari (quasi i minuti dell'alleluia, anche se non si era tutti in campo) il risultato omologato è 2 a 2.
Appena le avremo a disposizione, pubblicheremo anche un po' di fotografie.