le Orche

le Orche

mercoledì 8 febbraio 2017

Orche. Due…

Roma, caput mundi.
'sticazzi*, direbbero i romani.
Mi corre l'obbligo di riferirvi alcune delle dotte dissertazioni fatte da noi Orche su:
– Roma e le sue strade
– il rugby in generale e il Sei Nazioni in particolare
– cibo, bevande e divertimenti vari**
aiutato in tutto questo da Albe, Pilu, Helsinki, Roborot, Nonnonardi e altri ancora che non rammento.
Alcuni appunti di viaggio:
1. Nella composizione degli equipaggi mai mettere due, o più, quasi sessantenni in macchina insieme. Potrebbero litigare per l'utilizzo del navigatore.
2. Mai utilizzare la frase "Gira qui!!". Potrebbe essere troppo tardi (o troppo presto).
3. Tutte le strade portano a Roma, ma se ci siamo già…
3 bis. Se tutte le strade portano a Roma, quando sei a Roma e vuoi andar via non importa che strada prendi.
4. Mai farsi consigliare da persone assenti. Vale la regola del 'Me l'ha detto mio cugggino!' Per cui, trovarsi in un locale prevalentemente omo non e' il massimo.
5. Anche se ti ritrovi in un locale omo, è bellissimo vedere qualcuno che cerca di attaccare discorso  con due donne sole e queste sbuffare annoiate ('devo accendere il neon sulla fronte con scritto: siamo lesbiche')?
Raga: mi diverto come uno scemo, anche se solo per tre minuti.
Ps: ma giovedì ci alleniamo?
 
Mi permetto di dire anch'io un bravi a tutti i partecipanti e anche a chi purtroppo all'ultimo secondo ha dovuto rinunciare.
Tanti sono stati i momenti memorabili, dalla prima meta di Sartana, alla matricola di PaoLOL, alla serata nel locale gay, alle abbuffate e alle bevute, alle cene mancate in Campo de' Fiori, alle cugine…
 
E volete mettere, Roma con Tbilisi (in georgiano თბილისი)? Non ci cacceranno mai dal 6N!
Anche perché – una vittoria sicura, e ti levi dalle palle il wooden spoon
Shaggy: un saluto da Elisa.
E al nostro sergente Hartmann, venerdì prossimo, un regalino romano. Lui si preoccupa, pensando che venga – il regalo – dal locale gay. Ma c'è di peggio…
 
*vuol dire 'chi se ne frega'
**il vero divertimento è giocare a rugby

lunedì 6 febbraio 2017

Orche

Il titolo, Orche, è perché di loro voglio parlare. Di voi, di noi. Siamo al ritorno da una trasferta romana, e ci sono alcune cosette da dire.
Innanzitutto un grazie a chi si è sbattuto per organizzare questa gita. Non eravamo tantissimi, ma gli assenti erano tutti giustificati. A cominciare dall'ultimo che ha dato forfait, Gianlu. Il quale medesimo è riuscito a fracassarsi una zampa da solo, giovedì in allenamento. Cose che càpitano. Un po' come Big, segna una meta e si spappola una falange. Complimentoni, a entrambi.
Venerdì mattina, un po' alla spicciolata, si parte. Il tempo minaccia pioggia ma ce la caviamo, arriviamo nella capitale, valigie in albergo, andiamo ad Ariccia a mangiare la porchetta. Una cenetta leggera, senza alcolici. Prima di entrare in camera io avviso: «Stanotte russerò peggio di Olly (Husqvarna per gli intimi)».
Per farla breve, nel letto a castello io ero sotto e nella branda superiore stabat Mulo. Che nel pieno della notte, con un braccio penzoloni, implora Roborot: «Non possiamo fare niente?»
Sabato mattina ci prepariamo moralmente per il torneo che ci attende. Siamo ospiti degli Autumn Roma, insieme con il Cus Roma e i lombardi del Bold Cologno Monzese.
Proprio con i lumbard cominciamo, e cominciamo nel solito modo nostro: primo tempo da dimenticare, con ripetuti falli e parecchi errori dovuti alla fretta, alla frenesia di fare chissà cosa. Insomma, il primo tempo è 1 a 0 per loro, ben meritato, con gioco sostanzialmente più nella nostra metà campo.
Il nostro coach AleUgo - alias sergente Hartmann - non c'è, ma a farci il cazziatone ci pensa Alberto (meno male che lui c'è…) e il secondo tempo è ben diverso. Attacchi ripetuti, pick and go e aperture sui tre quarti, finché Mulo trova il varco giusto e pareggia.
Restiamo in campo e affrontiamo il Cus Roma: stavolta la musica è diversa, il gioco è sempre nella loro metà campo e Shaggy due volte, Chris e Sartana fissano lo score sul 4 a zero finale.
Ultimo match poi con i padroni di casa che si chiude senza segnature: un bell'incontro, equilibrato e senza gravi errori.
Terzo tempo. Con birra, panini, vin brulé, pasta con salsiccia, vino, zuccherini allo zenzero (o ginger se preferite), crostate e altro ancora che senza dubbio ora dimentico. E canti, e schiamazzi, e tutte le cose che solo gli old del rugby sanno e riescono a fare, e il Sei Nazioni in tv, e divertimento. E il (glorioso) trofeo Mani di Merda, per una volta ancora, è rimasto vacante.
Anche se io lo darei all'arbitro di Italia-Galles, ma non si può…