le Orche

le Orche

martedì 23 dicembre 2014

Torneo!!!

Il blog langue, e l'attività rugbistica delle Orche, pure!
Dopo il torneo di Aosta, il 21 giugno scorso, abbiamo disputato solo una partita, l'otto novembre a Mantova, a casa dei Senatori Virgiliani.
Ma abbiamo definito il programma del I Torneo 'Focaccia col placcaggio', da disputarsi il 9 maggio 2015 a Recco; per informazioni qui sul blog, nei commenti, oppure via mail a emmemap@libero.it


domenica 9 novembre 2014

Il buco nell'uovo

Finalmente si gioca. Le Orche sono ritornate in campo a Mantova, dopo quattro mesi e mezzo dall'ultima uscita. Purtroppo il ritardo è dovuto anche all'alluvione che ci ha impedito di andare al torneo dei Senatori Virgiliani; abbiamo quindi recuperato con un test-match che i lombardi hanno organizzato a nostra richiesta.
Si è giocato su un campo in erba praticamente perfetta, roba che da noi non si vede così verde e bella nemmeno col sintetico. Ma veniamo alla partita: come al solito per le nostre trasferte, eravamo solo diciotto e anche con qualcuno acciaccato come Gian Pussy Doc, ma per una partita secca poteva andare lo stesso. Un po' di ritardo perché l'arbitro non è arrivato, quindi abbiamo dovuto trovare un sostituto; iniziamo subito in avanti, giocando gran parte del primo tempo nella metà campo avversaria. Tanta pressione che è premiata dopo qualche minuto da un bell'inserimento di Big Jim dalla posizione di secondo centro, e siamo uno a zero. Passano i minuti ma continuiamo a giocare più o meno sullo stesso copione mettendo in difficoltà gli avversari. Siamo ben dento i loro ventidue, col pallone in loro possesso; uno dei loro sbaglia il passaggio e sul pallone 'ballerino' piomba come un falchetto ancora Big, placcato a un centimetro dalla linea di meta: troppo tardi, segna per la seconda volta. Alla ripresa del gioco – le regole Old prevedono il calcio da parte della squadra che ha segnato – i mantovani non controllano l'ovale: è la volta di Bacci (capitano, per l'occasione) che dimentica l'embolo e realizza la terza meta. Prima della fine del tempo i Senatori riescono a lanciare la loro ala che accorcia le distanze.
Nella ripresa siamo calati un poco, mentre i padroni di casa si riorganizzano e tengono egregiamente botta. Adesso il gioco è più sulla difensiva per noi, che riusciamo comunque ad arginare gli attacchi continui dei Senatori. Solo una meta è arrivata però a premiare i loro sforzi, e la partita si conclude sul 3 a 2 a nostro favore. Ma la sera che sta calando, l'età e gli acciacchi sono velocemente dimenticati; «Ancora dieci minuti, ancora dieci, dai!»
Nel frattempo è arrivato l'arbitro 'ufficiale', e si va per ulteriori dieci minuti: Claudiano prende il pallone circa all'altezza dei nostri ventidue e avanza fin dentro ai 22 avversari. Ruck, il pallone esce e viene portato ancora avanti, finché lo stesso Claudiano lo riceve e si tuffa in meta.
All'ultimo secondo i mantovani realizzano il punto del 4 a 3 finale, e quindi andiamo al meritato terzo tempo. Non prima di alcuni commenti tra noi circa la partita appena terminata, commenti conclusi da un esausto Alberto con una papera magnifica:«Non cerchiamo il buco nell'uovo…»

domenica 12 ottobre 2014

Rugbisti nel fango

Il fango è uno degli elementi del rugby.
Sul fango si gioca bene, quando cadi il terreno è morbido.
E se ti sporchi non fa niente.
Ma a volte non è un gioco…







venerdì 3 ottobre 2014

E son soddisfazioni!

Sentire il coach che chiama il break e si mette a urlare:
«I tre quarti mi fanno schifo!!! Io vi odio!!! Non siete capaci a fare un'azione senza cagarvi il pallone!!!»
Il tutto condito da qualche colorita espressione di stampo, diciamo così, mistico.
L'azione seguente, il mediano apre al primo centro che avanza e dà al secondo centro; questi fa sfilare veloce verso l'estremo che si è inserito e a sua volta passa all'ala. A quel punto si è creato l'uomo in più, e la meta è stata facile, dopo una veloce corsa sulla linea di touche.
Il primo ad applaudire è stato proprio il coach, già dimentico della sfuriata di poco prima…

mercoledì 23 luglio 2014

7. Fotografie

Due slide fotografiche, con il P. O. R. C. Parabiago Rugby Old Club
la prima a Recco e la seconda a Patabiago
entrambe del marzo 2008, agli inizi di tutto.



mercoledì 16 luglio 2014

6. Fotografie

Torneo di Asti 2014, la partita con i Taka'tani
Poche foto, dieci in tutto, ma di più non sono riuscito a recuperare
Un tuffo nel passato
Recco, marzo 2010, con i grandi rivali del Rugby Rho

lunedì 30 giugno 2014

Aosta, un piccolo contrattempo

Bene, sarebbe ora di fornire un po' di notizie sul torneo di Aosta, disputato dalle Orche sabato 21 giugno scorso. Chiedo venia per il ritardo, ma essendo ancora in ospedale non sono riuscito a sbrigarmi prima. Il tutto perché ho alzato la testa da un raggruppamento mentre stava passando un tram che mi ha fratturato lo zigomo sinistro.
Veniamo al dunque: al torneo sono presenti ben dodici squadre, divise in tre gironi di quattro. Le vincenti e la miglior seconda disputano le semifinali e poi, ovviamente finale tra le ulteriori squadre vittoriose. Forse perché siamo i detentori del titolo 2013, siamo in un bel girone di ferro, come si dice di solito, con gli scozzesi dell'Elephants Edinburgh (con i quali potremmo organizzare la rivincita a febbraio prossimo, a casa loro), i francesi del Tonon (squadra old e nella quale gioca il tram che mi ha messo sotto) e i padroni di casa — lo Stade Valdotain.
E proprio con i gialloneri valligiani diamo inizio alle danze; il clima è caldo, umido, e noi non cominciamo alla meglio. Pesa anche sul morale, forse, la consapevolezza che siamo pochini, diciotto, ma non voglio accampare scuse di alcun genere. Lo Stade fa la sua partita onesta, attaccando ordinatamente e riuscendo a segnare due mete nel primo tempo. Ma l'intervallo ci serve, ci chiariamo le idee e la ripresa è nostra. Analizzato brevemente il loro gioco, abbiamo visto che si dovevano fermare i loro centri, sopratutto, e la cosa ci riesce: finisce 2 a 2, ma non ricordo con precisione i nomi dei marcatori per i noti motivi.

Il secondo match della giornata ci oppone ai francesi del Tonon, i quali — a differenza di quanto accade  spesso con i cugini della Gallia — sono tutti old. Andiamo in vantaggio con meta di… forse Cartoni, ma non ricordo, nuovamente. La partita è combattutissima, molto fisica, pesante. Il mio infortunio è solo un episodio che può capitare nel rugby, non è stata una scorrettezza, un colpo gratuito: naturalmente esco dal campo, e il mio torneo finisce lì. Risultato finale uno a uno.
Ultimo impegno con gli scozzesi, vittoria per due mete a uno, ma non ho elementi da darvi sul gioco perché mi trovavo al pronto soccorso. Dopo questi risultati, la nostra classifica ci poneva come miglior seconda ma a pari merito con i Falchetti Seregno. Stesso punteggio, paritá di mete segnate, uguale differenza mete. Il regolamento del torneo dice allora che passa la squadra col giocatore più anziano in campo: senonché, il nostro Pussy Doc è superato per pochi mesi da uno dei lombardi

Diciamo che, viste le premesse, non è andata male. Abbiamo l'infermeria a tappo e anche altri impegni famigliari ci hanno fatto perdere importanti giocatori. La lunghissima striscia positiva che durava da un paio di stagioni si è interrotta (alla Spezia, in realtà), ma:
1) possiamo riprenderla
2) parafrasando il capitano del Galles, Mark Ring, "Un piatto di cibo e una birra. È per questo che giochiamo"

A giovedì, per la festa finale in club-house: io ci sarò!

domenica 15 giugno 2014

Ricominciamo da due (a due)

Alla fine, dopo due stagioni abbondanti, le Orche si sono spiaggiate. Ieri alla Spezia, al torneo 'Amici di Cosimo', sotto un sole implacabile nonostante le previsioni meteo di segno opposto, è giunta la sconfitta dopo una serie di venti partite utili consecutive.
E se non contiamo le squadre straniere, le Orche si scoprono imbattute da ben trentotto match, dopo lo zero a uno per i Cavalieri di san Giorgio del 17 dicembre 2011.
La trasferta di sabato vede la partecipazione di dieci Orche e alcuni aggregati per completare l'organico dai Polpi e dai Cavalieri (più altri ancora). Nel corso del torneo, poi,  Gatti e Lagomarsino (e altri) devono abbandonare, per cui riceviamo qualche giocatore dalle squadre presenti. Ma andiamo con ordine e vediamo se da questa giornata disastrosa c'è qualcosa da salvare.
La prima ci vede di fronte alle Panze Ovali di Sesto Fiorentino, che iniziano bene e ci mettono in difficoltà nella prima parte del match, ma Gatti, Parodi, Di Tota non cedono e si finisce vincendo 2–0, con mete di Olcese e di Gibo Parodi. Si ritorna in campo per affrontare una mista formata dagli Old Chieri e dal Cus Pisa: dopo un sostanziale equilibrio nel primo tempo, zero a zero, la ripresa è tutta per i tosco–piemontesi che vincono 2–0.
Terzo impegno, i Cavaliers Vigili del Fuoco di Ferrara: partita senza storia, dominata in lungo e in largo dagli emiliani che ci rifilano quattro mete (contro nessuna); con noi giocano due pisani per arrivare a quindici.
L'ultima partita ci vede affrontare i francesi del Veterans Saint Marcelin, da Grenoble, squadra che sta dominando il torneo: anche qui dobbiamo fare acquisti tra i ferraresi, arruolando provvisoriamente inoltre un francese (Romain Chiaverini, corso e sicuramente non old) e dal Sesto Fiorentino il senegalese Babacar Ndiaye. Con tutti questi innesti siamo comunque in quattordici e alla fine del primo tempo siamo sotto per due a zero. Il secondo tempo però ci vede costantemente all'attacco, pur con l'uomo in meno, e Gibo Parodi e il francese segnano le due mete del pareggio.
Che speriamo sia l'inizio di una nuova serie positiva: sabato prossimo si gioca ad Aosta, cinque partite per difendere il trofeo vinto lo scorso anno.
Appuntamento qui, sul blog, tra una settimana, per il resoconto.

lunedì 9 giugno 2014

VIII Torneo delle Repubbliche Marinare

Tanto tuonò che piovve, verrebbe da dire. Dài e dài, la tanto agognata affermazione in questo torneo old così atipico è finalmente arrivata. Atipica la tenzone, perché nonostante i proclami dei vari decaloghi old, la faccenda è agonistica. Neanche troppo velatamente.
A dare man forte (almeno così si sperava) alla selezione della Repubblica rossocrociata, il cui grosso della truppa era costituito dai Cavalieri di san Giorgio*, sono intervenuti da Recco Allegretti, Di Caro,  Mapelli, Nardi, Ugolini.
Ma sia chiaro: di nuvole in cielo, pessu! Anzi, il clima si è rivelato estivo, all'improvviso, con un certo anticipo sul calendario; per fortuna la copertura della gradinata principale del Carlini forniva adeguata ombra, se non proprio frescura, ai panchinari e ai figuranti in costume medievale (con tanto di elmo metallico, alcuni).
Veniamo al gioco: iniziano Venezia contro Amalfi, e i campani si impongono contro ogni pronostico per una meta a zero, iniziando quindi a sorprendere i presenti. A seguire, Genova supera Pisa sempre per uno a zero, con meta di Martino che riceve l'ovale in posizione di ala ed entra in area con una certa tranquillità, andando a segnare in mezzo ai pali.
Poi, l'incontro Amalfi–Pisa è dominato dai biancoblu, che concludono sul quattro a zero. Genova risponde con lo stesso risultato, quattro mete: segnano Gropplero, Quiroga, Capalbo e Maggiolo.
Rimangono in campo i genovesi per affrontare Amalfi in quello che risulta così essere una vera e propria finale: Ricchebono due volte, Angelo Olivieri e di nuovo Maggiolo suggellano l'affermazione zeneise.
Memorabile terzo tempo, con cibi sopraffini, ottime birre e idem per i vini, canti, frizzi e lazzi, ricco premio (il Trofeo delle Repubbliche) e cotillons (o forse no, ma la citazione era d'obbligo).
L'anno prossimo, per la nona edizione, le squadre saranno ospiti della Serenissima Repubblica di Venezia e allora, citando le testuali parole di uno** dei biancoverdi presenti in campo: «Ci sarà da divertirsi».

Classifica finale
Genova punti 6 (mete 9/0)
Amalfi 4 (5/4)
Pisa 2 (1/5)
Venezia 0 (0/6)

*La bandiera genovese è proprio il vessillo di san Giorgio, croce rossa in campo bianco, che dal 1190 circa fregiò per lunga pezza anche le navi degli inglesi, i quali pagavano congruo affitto del drappo stesso pur di avere via libera (e adeguata protezione dai Saraceni) nel Mediterraneo.
**Pennabianca, uno degli organizzatori dei Muccati – la selezione di Rugby.it.

lunedì 19 maggio 2014

Le tre regole del rugby: sostegno, sostegno e sostegno

Sabato, una grande e bella giornata con vittoria al torneo di Asti – purtroppo condita anche dall'infortunio a Olly. Il nostro finlandese doc, Piero, così ha commentato:
…e come diceva Raffa ieri sera all'autogrill dove Gaucho non si è mai fermato, la cosa più bella (a parte vincere) è il gruppo che si è formato, presenti assenti tutti quanti! Ed oggi forza squali!!!! Se vedemmu giovedì!!!
Ciliegina sulla torta, poco dopo ci è arrivata una mail da Matmas:
Condivido, gran bella giornata e grande gruppo. Bastava vedere le facce al passaggio del vassoio di babà al rum… Per me l’ultima, per un po', purtroppo. Frattura al 4° e 5° dito della mano destra con versamento e distorsione. Il colore delle dita stamattina ricordava la maglia degli Harlequins. Tenetemi nel loop, spero di recuperare per Aosta, previo passaggio a Lourdes…
Ovviamente, il sostegno dei compagni è puntuale e attento: Pilu, Apollo, Gaucho, Seal, Trappola rispondono a Matteo con auguri e, appunto, sostegno da veri rugbisti.

Poi interviene nella discussione anche Shaggy, mulinando un'ascia bipenne:
Che personaggi! A Matte per due dita fanno tutti gli auguri, ad Olly che ci ha rimesso radio e ulna gli assegniamo il mani di merda! Manco a Sparta… Bella Matte, torna presto
Peccato che Olly frequenti molto poco le mail e il web in generale, sarebbe interessante sentire cosa ne pensi lui. Comunque, Matte risponde:
Belìn grande Shaggy… Hai ragione… Ah, ah… Troppo forte. Grazie a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri ed un in bocca a lupo ad Olly. Lui si che è spartano. Grazie anche, credo a nome di tutti, al grande Doc Lorentz che si è fatto 4 ore di ospedale…
E per rimarcare i concetti di sostegno e grande gruppo, France Trappola mette un carico:
Ma intanto Lorenzo non aveva voglia di giocare… :-)
e Pilu la briscola:
Un mediano di meno!!!

Rugbisti, che gente!!!

domenica 18 maggio 2014

Altri narrabili eventi del torneo di Asti

Iniziamo con un dato statistico: questo è il centesimo post del blog delle Orche. E ora passiamo a cose più interessanti, terminando la cronaca della giornata e riportando qualche citazione meritevole.
Ci siamo ritrovati a corto di uomini di mischia, l'altro ieri, per cui abbiamo spremuto per bene il rientrante Doc Bedocchi: è il più old dei nostri old e col torneo di ieri ha ufficialmente ripreso l'attività dopo un intervento agli occhi lo scorso ottobre. Avevamo sì celebrato l'evento del suo addio al gioco giocato, ma sotto sotto sapevamo tutti – lui per primo – che si trattava di uno stop temporaneo.
Spiace per le numerose assenze, ci sono mancati Brain, Big Jim, l'Uomodelcerino, Cippo, Duro, Teo, Biscia e magari anche altri che mi sfuggono. Il prossimo impegno delle Orche sarà il 14 giugno alla Spezia, per il torneo degli Amici di Cosimo: potranno recuperare là.
Oltre al trofeo messo in palio dagli astigiani, il nostro Carletto ha vinto il premio come Man of the Match (Man of the Tournament, in realtà). E veniamo alle citazioni:
Raffa, il semi-capitano (ha condiviso i gradi con AleUgo), al momento di avviarci verso casa ha sintetizzato il tutto in: 'Ma quanto ci divertiamo'.
Olly, prognosi di quaranta giorni di gesso al braccio, rivolto a Doc Lorenzo: 'Pensi che riuscirò a giocare ad Aosta il 21 giugno prossimo?'
E Lore di rimando, guardando di sbieco l'ingessatura: 'Vai tranquillo, Olly, ci sarai sicuramente!!!'.
Siparietto tra Carletto e AleUgo al termine della partita con i Barberans: punizione a nostro favore, più o meno sui 22 avversari; l'arbitro dice 'Se la calci fuori l'incontro è finito' (eravamo sul due a zero per noi).
Ale: 'Calcia fuori, Carletto'
Carlo: 'No, giochiamo che facciamo un'altra meta'.
A.: 'Calcia fuori, non ci reggiamo più in piedi'
C.: 'No, no, giochiamo che segniamo ancora'
A.: 'Sì, belìn, e chi la fa la meta?'
C.: 'Ci penso io, non preoccuparti'
A.: 'Va be', fai un po' come ti pare, ma se la calci fuori è meglio'
Carletto calcia per se stesso, parte, finta il passaggio, entra nell'esiguo spazio tra due avversari, corre a zig zag ubriacando i Barberans e tocca a terra l'ovale in meta. Chapeau.
Infine, il (glorioso) trofeo Mani di Merda è andato ex-aequo al gaucho Claudiano e al fratturato Olly, con (poco) democratica votazione da parte di ex detentori del titolo e ultra cinquantenni.

sabato 17 maggio 2014

Uh! Quante cose da raccontare…

Una giornata iniziata a un orario non impossibile, diciamo verso le dieci e mezza, e terminata parimenti a un orario non impossibile, nemmeno dodici ore dopo. Eppure è stata una giornata lunghissima, per vari motivi. Si parva licet, oso ricordarvi le parole di Leonardo da Vinci, "La vita bene spesa lunga è".
E noi abbiamo speso la nostra vita odierna in quel di Asti, al torneo ben organizzato dai Taka'tani.
Siamo tornati in campo, noi Orche, dopo una pausa insolitamente lunga, l'ultimo nostro match risaliva al 7 marzo scorso, quando in terra irlandese abbiamo affrontato il Royal College of Surgeons in Ireland.
E forse per questo motivo abbiamo affrontato i padroni di casa con la testa fra le nuvole, o credendo che il pallone ci sarebbe arrivato in mano da solo, magari richiamandolo come si fa col cane, un fischio e lui è lì…
Per cui, il primo tempo della prima partita ci vedeva soccombere per due mete a zero. Perché se non si sale in difesa, gli avversari il buco lo trovano prima o poi, e se non si placca il proprio avversario diretto, ecco lì che il buco è trovato.
L'arbitraggio della prima partita non è stato granché, ma non facciamo i calciatori, diciamo che comunque va bene così, lo stesso. Nel secondo tempo la musica cambia, e il nostro Gaucho intercetta un passaggio dei piemontesi nei nostri ventidue, galoppando col sostegno di Bacci e riuscendo a concludere in meta. Poi, una nostra maul porta Andrea Seal a pareggiare, 2 a 2 e risultato che non cambierà più. Insomma, qualche errore di troppo, ma le touche hanno funzionato bene, e la nostra imbattibilità continua.
Purtroppo dobbiamo registrare l'infortunio a Olly, frattura di radio e ulna che ci ha privato di lui e di Doc Lorenzo che lo ha accompagnato all'ospedale.
Il secondo incontro ci vede affrontare i Barberans Alessandria (vino e rugby) e stavolta le cose vanno decisamente meglio, da subito. Ben presto riusciamo a creare il sovrannumero sulla sinistra, dove Shaggy riceve e segna la prima meta. A seguire è Carletto a perforare due volte la difesa alessandrina; la seconda meta sua merita una trattazione particolare, che pubblicherò domani.
Terzo match con i torinesi Highlanders: il copione rimane invariato, ancora Shaggy e Carletto fissano lo score sul 2 a zero. Due vittorie e un pareggio ci danno la vittoria nel torneo: riceviamo una bella coppa che esporremo in club-house e una banconota da mille euro, che temo avremo difficoltà a cambiare. La seconda puntata domani, adesso è ora di leccarsi le ferite che per fortuna sono solo fisiche: il morale è sanissimo…

venerdì 2 maggio 2014

La ricreazione è finita

Maggio è arrivato, anche se il clima è più novembrino che primaverile, a dirla tutta. Ma, come si dice, sul fango si gioca meglio; il fango è parte del rugby, come la birra e il pallone ovale. Ci siamo presi una pausa, nel mese di aprile, ma adesso si ricomincia.
Sabato 17 saremo ad Asti, con i Takathani padroni di casa, gli Highlanders Torino e i Barberans Alessandria, a rinnovare una serie di sfide iniziata tre anni fa.
Sarà la nostra terza partecipazione al torneo astigiano: le altre volte si è giocato in novembre, ma – come dicevo in apertura – pare che non ci sarà molta differenza.
Bene, il branco di Orche previsto conta 22 unità, numero perfetto per un torneo e che non dovrebbe variare di molto, tenendo conto delle defezioni dell'ultimo secondo per i motivi più strampalati (fisiologico), pareggiate da adesioni assolutamente non prevedibili fino al momento in cui si materializzano, sul campo. Consiglio ai lettori di questo post di dare un'occhiata anche al Calendario Orche 2013/2014, qui a fianco.

lunedì 14 aprile 2014

Rovigo!

Alcuni giocatori delle Orche hanno partecipato alla spedizione in Veneto dei Cavalieri di san Giorgio. Per la precisione si trattava di Sardi, Lerda, Mapelli e Nardi. A loro aggiungiamo alcuni che sono comunque nella lista dei giocatori Orche 2013/2014, cioè Oliveri, Morasso e Gropplero. L'occasione era ghiotta, il torneo sontuoso, la fatica prevista molta, ma.
Sto parlando del torneo di Rovigo, giunto alla tredicesima edizione. Presenti diciotto squadre provenienti da tutta Italia, ogni formazione ha disputato tre incontri.
I genovesi hanno fronteggiato nell'ordine: Coyotes di Cernusco sul Naviglio, Old Ascoli e Monselice.
Nel primo match il gioco si svolge sempre nella metà campo dei lombardi, salvo qualche sporadica incursione, per lo più dovuto a qualche calcio liberatorio dai 22 metri; tre a zero per gli arlecchino alla fine, risultato mai stato in dubbio, con mete di Rocca, Olivieri e Gropplero (che aveva un gomito malconcio ed era incerto se giocare o meno).
Si torna in campo con i marchigiani, che hanno schierato anche, per qualche minuto, un giocatore in pantaloncini viola (over 65), bilanciato da Mauro Pizzagalli, il quale essendo over 70 ha i pantaloncini oro. Il copione rimane più o meno lo stesso, attacchi ripetuti e pressione continua ma sull'unica fuga degli ascolani, sul filo della touche, arriva la meta del loro vantaggio poi pareggiata da Selva
Conclusione sul terreno principale del 'Battaglini', stavolta tocca ai veneti di Monselice. Nuovamente netto predominio di possesso e terreno, che danno due mete all'attivo (Morasso e Lerda) contro una nuova fuga solitaria sull'ala. Insomma, alla fine Olly era incavolato perché in tre match i nostri avversari erano entrati nella nostra metà campo solo tre volte (una per partita: provate quindi a immaginare Olly, seduto a un tavolino con una biretta in mano e la sua voce da basso, con le sue 'erre' impossibili da imitare, che cristona e sghignazza – forse per il nervoso).
Terzo tempo con circa 500 giocatori e accompagnatori ai tavoli, che hanno avuto antipasto, primo, secondo con contorni e dolce, altre ad acqua e vino in tempi comunque piuttosto veloci.
Il viaggio è lungo, ma merita per l'atmosfera veramente 'rugbistica' che si crea e che si vive. Oltre ai 'super–old', in campo si è visto anche un giocatore con un braccio disabile che ha però ben sopperito alla menomazione con la grinta e la velocità: da ammirare, un esempio per chiunque.
Insomma, una bella giornata di rugby, amicizia, divertimento; mancavano solo le Orche (o almeno gran parte di loro).

domenica 23 marzo 2014

Rugby, ma non solo


La compagnia dei caciaroni ama quel gioco fisico e grosso che si svolge intorno ad una palla ovale. La storia dice che la forma ovale proviene dalla vescica del maiale, prima camera d'aria naturale che, ricoperta da strisce di pelle, diventò caratteristica inconfondibile del gioco del rugby.
Intorno al pallone così diverso nacque uno sport altrettanto diverso, tanto rude nel suo compiersi quanto amabile nella sua filosofia.
Come il rispetto per l'avversario possa passare anche attraverso placcaggi devastanti è una sorta di segreto che solo i giocatori conoscono nel dettaglio.
E' una lotta totale in cui interviene la forza fisica sostenuta dalla velocità, dalla resistenza ma anche dal coraggio e dall'abnegazione.
All'interno di questa lotta solo l'occhio esperto può scorgere quanta astuzia, visione di gioco e strategia possano celarsi.
La compagnia dei caciaroni è formata da giocatori sopra i 35 anni, la maggior parte di loro sconquassati dalle innumerevoli partite giocate fin dalla più tenera età ma ancora non domi e pronti a scendere in quei campi terrosi con lo scarpino tacchettato.
La maggior parte di loro così intrisi di rugby da non saper resistere all'atmosfera trepidante del giorno della partita.
La maggior parte di loro così appassionati da coinvolgere in quel turbinio anche neofiti puri, gente che ha conosciuto il rugby a quarant'anni e, immancabilmente, se ne è innamorata.
La compagnia dei caciaroni gioca una volta al mese, si allena il giovedì sera accogliendo chiunque voglia condividere quell'esperienza, poi si siede a tavola nella clubhouse della società che dà vita a un'altra serie di squadre per tutte le età.
Insomma si gioca, si mangia e si beve e a volte si canta.
E tutto è già un gran lusso.
Del rugby si è detto molto, in bene e in male, le leggende che circolano su alcune avventure di mezzi uomini e mezzi tori si sprecano, le routine che i giocatori attuano per suscitare le cure degli astri prima degli incontri suscitano scalpore e le gesta goliardiche dei dopo partita rimandano ai film di cappa e spada.
Il nostro soprannome: le Orche, siamo i compagni stagionati dei più giovani, ancora in agonismo, Squali della Pro Recco Rugby.
Pratichiamo questo gioco con estremo godimento inducendo sguardi increduli nelle nostre compagne che fanno ancora fatica a capire fino in fondo il gusto di certi barbari divertimenti.
Quando ci scrutano al fine della partita e colgono passi incerti, abrasioni e borli un po' dappertutto si pongono forti dubbi rispetto al nostro equilibrio mentale. Poi ci vedono sorridere, condividere il fango con forti abbracci e cantare impugnando una birra e tutti i dubbi svaniscono… o meglio si assopiscono per rinnovarsi durante la successiva partita.
Noi eterni giocherelloni viviamo questo sport con lo spirito di chi non si ferma se dopo c'è da festeggiare insieme.
Il rugby ha creato il terzo tempo, forse una delle invenzioni più romantiche nella storia: dopo la partita si mangia insieme agli avversari che, dopo il fischio finale dell'arbitro, sono diventati compagni.
Il rugby ha inventato anche questo, è fantastico, tutti noi ne siamo consapevolmente fieri.
Procediamo così, facendo lo slalom tra acciacchi e infiammazioni, talvolta inforcando fantozzianamente, talvolta, senza troppa vergogna, ci sentiamo un po' eroici.
Incontriamo altre squadre con il nostro stesso spirito, che hanno coniato nomi improbabili per i loro team quali: Old Babbions, Old Blacks, Taka 'Tani, Bislunghi, Muccati, eccetera.
Partecipiamo a tornei insoliti la cui locandina, così nutrita di allusioni al cibo e al bere, sembra più vicina a promuovere la sagra della porchetta piuttosto che un evento sportivo.
Si partecipa a codesti tornei, si gioca e si torna a casa un po' malconci ma abbastanza felici per ricordarne insieme le fasi più rocambolesche condite da grasse risate.
Accadde un giorno che ci fu proposto di partecipare ad uno spettacolo teatrale che aveva come scopo di sensibilizzare una volta di più il tristo tema della violenza perpetrata a scapito delle donne. Le adesioni furono molte e decidemmo, insieme agli autori, di cominciare un giovedì sera dopo l'allenamento.
Quando l'orda di goliardici caciaroni si spostò dallo spogliatoio all'improvvisato palcoscenico per iniziare le prove dello spettacolo avvenne qualcosa che potrei definire magico: le sagome più varie, le personalità più variopinte e le energie più disparate si sono compattate in un cerchio di debuttanti attori pronti a impugnare sensazioni e trasformarle in parole.
Nel silenzio si avvertiva la concentrazione, l'entusiasmo e l'impegno dei più consueti appuntamenti sportivi.
Allora pensai che l'anima del rugby era presente anche in quel momento, quando le forze di tutti convergono in armonia verso quell'unica, agognata, meravigliosa meta.
Tanto mi ha spinto a scriverne.
L’uomodelcerino

sabato 15 marzo 2014

Ireland's call IV

Ladies and gentlemen,
cari e più o meno affezionati lettori del blog delle Orche Recco rugby old club, riporto qui uno scambio di mail tra partecipanti al tour Dubliners di marzo 2014. La prima – a tratti ermetica, o meglio criptica, per la maggioranza dei lettori – proviene da Shaggy, altrimenti detto Succedaneo:
«Intanto grazie Map per i tuoi sempre puntuali resoconti, però, a onor del vero mi sembra giusto far presente che i giovani d'Irlanda hanno iniziato e proseguito per tutto o quasi il primo tempo in 12 e non in 13. Il tredicesimo s'è visto dal secondo tempo ed in quindici ci sono stati solo per un minuto e 12 secondi circa del terzo.
Ma se contiamo i buchi nei fasci muscolari fanno 102, se invece li guardiamo come contratture fanno 204.
Comunque bravi tutti lo stesso, non gli mancava certo il fisico.
Grazie ragazzi, tre giorni magnifici che spero quanto prima di ripetere.

Il vostro chauffeur di fiducia
Shaggy»
La risposta è di Bastian Contrario, cioé mia, alias il Biondo, alias altro ancora ma lasciamo correre. Il buon Shaggy, bravissimo ragazzo, veloce ala, calciatore pentito e convertito al rugby (quindi apostata, per l'italiano medio), non ha a mio modestissimo avviso eccelse doti di pilota, né tampoco il mezzo adatto a essere pilotato:
«Caro Shaggy e gentlemen tutti,
nel 1908, quando Bob Deans morì, chiamò veramente i nipoti al suo capezzale per dir loro che la sua meta contro il Galles era valida o si tratta solo di una leggenda? A noi, a tutti noi, piace pensare che sia vero. Non lo sapremo mai, veramente, ma ciò non è importante, non lo è affatto. Buona notte
il Biondo
p. s.

Ho avuto la fortuna di salire su un'auto guidata (anzi, pilotata) da un campione italiano rally 2° serie. Mi ispirava più fiducia lui, quanto a chauffeurs»
E la conclusione non poteva essere che di the Brain:
«Caro Biondo,
grazie del dettagliato resoconto. E' stato bellissimo, vi ringrazio tutti, proprio tutti, di esistere e delle emozioni che mi fate provare.
Non so cosa disse Bob Deans, so solo che io tutti i cazzo di giorni che mi separeranno dal trapasso, al risveglio e prima di dormire, dirò che la mia era meta.

Talvolta aggiungendo una bestemmia a seconda dell'umore.
Per shagghizzarmi, aggiungo al racconto che dopo la tua meta sui cinque, qualcuno è riuscito ad acchiappare il pallone e ha impostato una ruck, Bacci ha aperto sulla chiusa saltando Max e me l'ha passata, il resto è tutta colpa di Claudiano jajaja!

Baci
The Brain
»
Per chi non è su Facebook, per chi non le ha avute da the Brain, per chi non sa come condividerle e per chi non è delle Orche, né di Recco, eccetera, le foto del tour Dubliners sono qui.

martedì 11 marzo 2014

Ireland's call III

Citazioni citabili:
«Terzo tempo con tramezzini e coca cola: una tristezza!»
(Sms di Alberto a chi chiedeva com'era andata)
«Ehi, la salma la lasciamo qua?»
(Qualcuno in camerata, alla sveglia di domenica mattina per la partenza verso casa, guardando Duro che ronfava ancora come un ghiro obeso)
«Il migliore è questo, il Johnnie Walker!»
(Matteo Embolo, all'assaggio presso la distilleria Jameson)
«ქაкъаული დამწერلات کوლობა  بر روی آن‌هاхиуб جمتاهی بهхьэ زبان зыыдэ. Хъырцэ тхыობაбзэм гъلێ‌وەردەگیرэщпێ. ئەم ئەلفوبێیە لەრთэр…»
(Fabio Nardi, a qualunque ora del giorno e della notte. Questo è solo un breve accenno dei suoi soliloqui)
«ლობა  بر روی آن‌هاхиуб جمتاهی بهхьэ زبان зыыдэ. Хъырцэ тхыობაбзэм гъلێ‌وەردەگیرэщпێ. ئەم ئەلفوبێیە لەრთэр»
(La sempre puntuale risposta di Shaggy ai soliloqui agli sproloqui di Silent assassin)
«Map, però in questa foto sembri proprio un anziano»
(Big Jim, commentando uno scatto di Micky)
«Grazie per la gentilezza, Big. Ma non lo sembro, lo sono…»
( Map, sconsolato)
Qualcuno, prima del match, ha detto loro: «Eventualmente, dopo ci ricucite», al che hanno risposto: «Certo, siamo perfettamente in grado di farlo». Ma il Biondo, rivolto al loro accompagnatore: «We'll not make prisoners…», ottenendo in risposta «Good stuff!»

lunedì 10 marzo 2014

Ireland's call II

Ancora qualche episodio della nostra partita che merita la citazione.
Uno dei nostri va in ruck, il mediano fa uscire a palla che arriva a me, in quel momento  schierato – più o meno – come secondo centro: faccio un paio di passi, vedo la linea e mi allungo sul terreno toccando oltre la linea stessa. Che ovviamente non era quella di meta, ma i cinque metri; qualcuno calcia via il pallone, batti e ribatti, Michele The brain riesce ad agguantarlo e a depositarlo altre la linea giusta. L'arbitro annulla, non si sa bene se per un 'avanti' precedente o per altri motivi. Ci rimane il grande dubbio che la meta fosse valida, ma va bene così: in fondo abbiamo stabilito un record, due mete in un'azione sola e neanche un punto raccolto. Io ho solo la (magra) consolazione che altri prima di me hanno 'fatto meta' sui cinque metri e comincio a pensare che sarò il prossimo detentore del (glorioso) Trofeo Mani di Merda.
Su un loro calcio d'invio, il pallone rimbalza ben dentro il campo ed esce. L'arbitro chiama la mischia al centro, ma il giudice di linea – Ale One man band, che non gioca per infortunio – segnala correttamente che si tratta di touche; l'arbitro cambia decisione e alcuni irlandesi ringraziano con applausi la correttezza del nostro coach.
Il (glorioso) Trofeo Mani di Merda è andato a Ivan Duro, con la seguente motivazione: "Per aver concesso grazie a un clamoroso errore uno spazio pari a un'autostrada a tre corsie alla loro ala che ha quindi segnato tranquillamente in mezzo ai pali".
Visto che abbiamo giocato la partita con gli irlandesi in superiorità numerica (non tutta, alla fine erano 15 pure loro, come già detto il più vecchio aveva 21 anni), vorrei citare i nomi di alcuni dei nostri che non erano presenti, per motivi vari: Zinzan Tolini, che ha dovuto annullare all'ultimo istante per motivi di salute; AleUgo, One man band, nostro coach presente all'evento ma impossibilitato a giocare per infortunio; Sergio Uomodelcerino, Gianluca Pilu, il Gaucho Claudiano, il trio dei genovesi: Francesco Trappola, Giancarlo Olly e Cristian Juggernaut, più altri ancora come Rinaldo, AleCrosta, Marione Bonfra, il Criceto.

domenica 9 marzo 2014

Ireland's call

Bene, il tour irlandese è terminato. Per un errore ho cancellato il post in cui ne parlavo, alla vigilia della partenza. Poco male, adesso è il momento del resoconto, per cui…
Iniziamo dal punto saliente del lungo week-end in Eire, la partita Orche vs Royal College of Surgeons in Ireland.
Nei giorni precedenti il nostro match eravamo sempre più preda di timori e dubbi, per una serie di motivi diversi. A un certo punto pareva che fosse proprio saltato tutto, ma alla fine i problemi si sono risolti (quasi da soli) e l'evento è stato soddisfacente.
I dubbi erano dati dalle richieste dei nostri avversari: autorizzazione da parte della Fir a giocare e coperture assicurative; i timori provenivano invece dal fatto che non si trattava di una squadra old. Alla fine l'autorizzazione non è stata richiesta, e l'assicurazione c'era (c'è). Restava lo scoglio della differenza di età, ma… …ma vediamo com'è andata.
Arriviamo al campo della prestigiosa scuola di medicina grazie al passaggio che ci hanno offerto sul loro pullman, assieme ad alcuni dei loro giocatori. Età media: vent'anni. La nostra è più che doppia; l'inizio subisce qualche ritardo, perché i nostri avversari sono solo tredici. Iniziamo lo stesso, altri si aggiungeranno nel corso della partita (finita con gli schieramenti completi). Ovviamente, la nostra superiorità numerica è ampiamente bilanciata dalla loro velocità; a questo punto non ci resta che affidarci all'esperienza, che per fortuna loro ancora non possono avere.
Così, dopo i primi minuti in cui ci mettono in affanno proprio con la velocità, riusciamo a metterli sotto pressione e a conquistare il pallone. Piano piano avanziamo, senza buttare via l'ovale in passaggi avventurosi ma andando in ruck e ripartendo, finché Carletto trova il varco giusto e siamo uno a zero per noi. La partita va avanti così, con azioni molto veloci da parte loro, che riusciamo bene o male quasi sempre a fermare, soprattutto non facendoli andare a terra sui placcaggi ma tenendoli alti e rubando quindi la palla. Il nostro capitano, per l'occasione Bacci (Embolo) riesce a raddoppiare e dopo qualche minuto è Big Jim Rotella a fare tre a zero. Prima della fine del primo tempo gli irlandesi accorciano: non creano il sovrannumero all'ala, ma il loro marcatore passa nel corridoio dei cinque metri a velocità supersonica. E chi li prende, quelli.
Seconda frazione di gioco sui binari della prima, con percussioni da parte nostra e aperture sulla linea dei backs: Carletto segna ancora e loro restituiscono il colpo con un'altra fuga sull'ala. Dopo i due tempi regolamentari, visto che avevamo ancora fiato (noi, loro si sapeva già da prima), torniamo in campo per altri dieci minuti. Ancora una meta per parte, la nostra segnata nuovamente da Carletto che perciò realizza un hat-trick, e risultato finale di 5 a 3 per noi. Tutte le paure della vigilia sono svanite, siamo ben felici di come è andata. (Continua domani e nei giorni seguenti)

domenica 16 febbraio 2014

La telenovela Orche–Muccati

La sfida con i Muccati è cominciata giovedì sera, con l'ultimo allenamento prima della partita. Per l'occasione, data l'assenza di Alberto e dell'Uomodelcerino, il coach si è improvvisamente materializzato nella persona di AleUgo, altresì conosciuto come One man band.
Sicché, essendo lui fermo per pubalgia, ci ha fatto 'nu mazzo tanto, nel tentativo di migliorare le fasi di attacco, visto che in difesa, sia quel che sia, ultimamente ce la caviamo abbastanza bene.
Personalmente, sono tornato a casa dopo quella sessione di training piuttosto distrutto: nessun colpo preso, non ho lividi sparsi come succede a volte, ma un indolenzimento generale che mi faceva temere sviluppi poco gradevoli.
Ma veniamo al match, l'ottavo, contro la selezione del sito rugby.it. I frisoni sono riusciti a mettere assieme una squadra equilibrata, coperta in tutti i ruoli e composta di gente esperta – nonché mediamente più giovane di noi. Pur avendo l'handicap di essere giocatori che provengono da ogni parte d'Italia e non si allenano mai tutti insieme, hanno mostrato comunque un discreto affiatamento e hanno tenuto egregiamente testa alle Orche Recco.
Sono stati giocati tre tempi di venti minuti, conclusi nel punteggio con l'ennesimo risultato di parità: uno a uno, grazie alle mete del nostro estremo Halfpenny – tradotto nel genovese Mesucittu – e al muccato toscano Marco. Equilibrio anche nel possesso palla e nel controllo del campo: prevalentemente si è giocato intorno alla metà campo, con rare incursioni nei ventidue avversari. Ma non pensate che sia stata una partita noiosa o poco combattuta.
Anzi, si è lottato con accanimento su ogni pallone, su ogni ruck e maul. I palloni che uscivano dalle touche non si sono mai trasformati in azioni da meta perché le difese salivano sempre veloci, a mettere pressione sugli avversari*. Il tutto sostanzialmente in maniera corretta, senza mai scadere nella rissa come purtroppo accade a volte anche tra gli old. Be', qualche chiacchierone in campo c'è stato, ma con le parole non ci si fanno gli occhi neri.
Il grosso del lavoro è stato fatto dai rispettivi pacchetti di mischia, mentre i tre quarti – che non sono certo stati inattivi – hanno avuto poche occasioni per sviluppare il gioco al largo, essendo stati tenuti sotto pressione dalle difese. Aggiungiamo che la sottile pioggerellina che ci ha allietato tutto il tempo ha reso il pallone molto simile alla più classica delle saponette, altro elemento a favore del controllo di palla nel gioco alla mano.
Arbitri, a turno, Lore e Albe che hanno dimostrato una pazienza sconfinata: tenere a freno trenta bambini che giocano non è mai molto semplice.


*mi sento in dovere di citare le parole del nostro mediano di mischia, Matteo Embolo: "In difesa non abbiamo fatto prigionieri".

venerdì 14 febbraio 2014

Il ritorno dei Muccati

La selezione rugbistica del sito rugby.it sarà di scena a Recco domani. È la squadra che abbiamo incontrato più volte, con la prossima partita saremo a quota otto, e tra le due compagini c'è sempre stato un grande equilibrio: a parte un sei a zero per le Orche a gennaio di due anni fa, tutti pareggi (e un'altra vittoria recchelina, 1–0, al torneo di Asti nel novembre 2012). In quella partita, notizia che so v'interessa di molto, mi fu quasi divelto il braccio destro, mentre indossavo la maglia frisona. Come dire, non è che alle Orche manchi la grinta. E non guardano in faccia nessuno.
L'ultimo incontro con i bianconeri risale a oltre un anno fa, e terminò senza mete: l'ennesimo pareggio. Vedremo se l'allenamento e la strigliata che AleUgo ci ha inferto ieri sera saranno serviti a qualcosa.
A proposito, e chiudo: il (glorioso) Trofeo Mani di Merda è vacante. Vedete un po' voi…

giovedì 13 febbraio 2014

Magone

Ladies and gentlemen,
andate a questo link:


e divertitevi, o commuovetevi. Insomma, vedete il filmato, ascoltate le parole degli intervistati e poi…
E poi, ricordate che sabato prossimo, a Recco, si gioca con i Muccati.

domenica 2 febbraio 2014

Ireland tour 2014 III

Ieri è iniziato il torneo delle Sei Nazioni 2014, con la buona prestazione dell'Italia a Cardiff. Questo vuol dire che si avvicina la data della nostra partenza per il tour irlandese, di cui si parla anche qui e qui. Facciamo il punto della situazione.
Il gruppo è composto da 31 persone; 18 partiranno da Milano Linate giovedì 6 marzo alle 11:40 (ritorno, partenza da Dublino domenica 9 marzo alle 07:30) mentre gli altri hanno prenotato autonomamente altri voli. Per il trasferimento a Milano, organizzazione del nostro coach Alberto.
Pernottamento a Dublino, prenotato da me l'ostello Abbey Court per 25 persone; la settimana prossima invierò il saldo e vi comunicherò quanto ancora dovete versare (per chi ancora non ha saldato).
Trasferimenti da e per l'aeroporto: al nostro arrivo potremo utilizzare autobus di linea, mentre domenica mattina dovremo usare i taxi a causa dell'orario troppo mattiniero per i bus.
Stiamo definendo la squadra con cui giocare venerdì 7 marzo, probabilmente sarà il team del Royal College of Surgeons in Ireland: come ha giustamente fatto notare Lorenzo, prima ci massacrano, ma poi ci ricuciono.
Abbiamo anche i biglietti per la partita di sabato 8, e Vittorio (Sartana) ci guiderà in giro per birrerie, motivo per cui non abbiamo affittato né auto né pulmini.
Vedremo di fare una maglia come per il tour gallese di due anni fa; se avete dubbi o richieste da inviarmi, conoscete la mia mail.
Prossimamente altre informazioni, sempre qui sul blog.

lunedì 27 gennaio 2014

Lutto

È improvvisamente mancato Roberto Besio, dirigente della Pro Recco Rugby. Un vero rugbista, a volte duro, ma mai scorretto. Sanguigno e all'apparenza impulsivo, ci metteva poco a sfancularti, ma di solito aveva ragione lui. Tutti noi delle Orche ci stringiamo a Ivana, Tommaso e Luisa in questo tragico momento.

sabato 25 gennaio 2014

«Ho mal di schiena…»

No, non io: questa è stata la risposta che ho ottenuto giovedì scorso da Mimmo quando gli ho chiesto «Ci sei sabato?»
Lui ha tergiversato e, appunto, mi ha detto che non era certo di poter essere presente, a causa proprio della sua schiena dolorante. Oggi, ovviamente, c'era e ha pure segnato la meta della vittoria con il Seregno. Non male, va'.
Come dicevo nel precedente post, ci siamo divertiti, ah se ci siamo divertiti! Alla faccia degli spazi ristretti in cui ci siamo trovati. Sia gli spazi temporali, perché abbiamo dovuto incastrarci tra il torneo Ravano e l'Accademia, sia quelli fisici, perché con tutte quelle squadre presenti gli spogliatoi erano belli pieni. E vi risparmio i commenti che in questi spogliatoi affollati ci siamo scambiati…
Comunque, iniziamo con gli Old Lecco e teniamo il pallino in mano quasi sempre, schiacciandoli nella loro metà campo, in genere oltre i dieci metri e spesso dentro i ventidue. Una gran mole di gioco, cui si contrappongono i lombardi con una difesa arcigna, precisa, solida. Non c'è stato verso di passare, complici anche un paio di palloni malamente fatti cadere in avanti all'ultimo passaggio; giovedì, a proposito, parleremo del trofeo Mani di Merda.
Tutti i nostri sforzi erano vanificati, non si riusciva a passare, né in maul, né incrociando, né aprendo il gioco al largo. Troppa precipitazione, si cercava di fare le cose in velocità, troppa velocità, e noi non siamo gli All Blacks. Lapalissiano, ma a volte non fa male ricordare certe cose; solo a un minuto dalla fine il pallone riesce a sfilare fino all'ala, Piergiorgio, che riceve, controlla e parte più veloce che può, riuscendo quindi a sfuggire al suo diretto avversario e a tuffarsi in meta.
Finirà uno a zero, e a seguire rimaniamo in campo per affrontare il Seregno. Stavolta il gioco è più equilibrato, almeno all'inizio, ma da parte nostra si vede che il difetto è sempre quello: eccesso di foga, precipitazione, fretta di fare. Ma come dice il saggio, quando hai fretta rallenta. Noi no, abbiamo continuato a cercare la velocità e i Falchetti sono riusciti a contenerci molto bene.
Verso la metà dei venti minuti previsti però si riusciva a far arrivare il pallone all'ala, dove il già citato Mimmo dimenticava i suoi dolori dorsali e andava a schiacciare alla bandierina. Nuovamente uno a zero per noi: come già al triangolare di dicembre a Genova con Cavalieri e Ribolliti, massimo risultato col minimo sforzo.
A febbraio, probabile ennesimo scontro con i Muccati di Rugby.it (sarebbe l'ottava volta), ma ci sono ancora da mettere a punto diverse cose. Vi terrò informati.

venerdì 24 gennaio 2014

Non c'è più rispetto

Domani si torna in campo, a Recco, con i Falchetti Seregno (http://oldersrugbyseregno.blogspot.it/) e gli Old Lecco (http://old-lecco.blogspot.it/). Non è ancora ben chiaro se giocheremo una sola partitona oppure due partitelle. Vedremo al momento. Il fatto è che ci si era organizzati in questo sabato di gennaio perché il campo risultava libero. Nessuna squadra, nessun campionato, nessun allenamento.
Poi, all'improvviso, sono state inserite – al mattino – delle non meglio precisate 'scuole'. Se non vado errato, si tratta del torneo 'Ravano', ma si doveva solo spostare un po' più tardi il nostro orario d'inizio. E poi, nuovamente all'improvviso, durante l'allenamento di giovedì 16 ecco l'altra ferale notizia: 'Alle sedici gioca l'Accademia, bisogna liberare il campo per tempo'.
E che cazzo! Non c'è più rispetto per noi vecchietti…
Bene, se riusciamo a battere il calcio d'inizio verso l'una, abbiamo due ore buone per divertirci. E lo faremo, ah se lo faremo!
Per Giove!
Ora vi saluto, devo fare un salto a Dublino per cercare una squadra che ci massacri il 7 marzo. A domani!

giovedì 16 gennaio 2014

Come distorcere la realtà in due semplici mosse

«Meno male che oggi a mezzogiorno ho mangiato la pizza, sennò con questo menù nordico mi prendevo l'ebola…»
(PierHelsinki, mangiando la polenta taragna con le salsicce preparata da Lore)
«Io lo prendo solo se vengo nel tuo studio e mi fai lo sconto»
(Lu, rivolta a Brain, tra lo sghignazzo generale)
Ora, due cose: primo, chi non sa chi sia Piero e perché il suo soprannome sia Helsinki e, secondo, chi non conosce l'antefatto alla dichiarazione della Lu, penserà di sicuro maliziosamente.
E sbaglierà. Purtroppo per gli assenti, non ho intenzione di pubblicare alcuno spiegone. Meglio lasciarvi con le curiosità.
 

mercoledì 15 gennaio 2014

5. Fotografie

Che teneri! E magari le mogli sono gelose…
Touche o 'Lago dei cigni'?
Primiano con i capelli!
Mario fa l'esibizionista…




martedì 14 gennaio 2014

4. Fotografie

Spogliatoio…

…panchina…
…partita…
…terzo tempo.

lunedì 13 gennaio 2014

3. Fotografie

Recco, febbraio 2010, Orche–Rugby Rho
…che manco gli Springboks.

Una touche…
Anche le Orche pascolano…

domenica 12 gennaio 2014

2. Fotografie

















Recco, 19 gennaio 2008: le Orche incontrano la FünfzehnSturmStuhl Armèe, ovvero l'Esercito delle quindici cadreghe, che diventeranno in seguito i Muccati di Rugby.it. Allora, le maglie frisone non erano ancora state adottate dalla selezione del forum rugbistico, che utilizzò una muta da gioco presa in prestito dal Rugby Monza. Finì 5 a 5, primo di cinque pareggi su sette partite.

sabato 11 gennaio 2014

1. Fotografie

Orche Recco–P.O.R.C. Parabiago, 12 marzo 2011.
Da notare: Silvio col cane in braccio, il Tega con maglia fuori ordinanza,
Dan in maglia rossoblù, AleUgo in borghese che si nasconde.
Orche Recco 2011.
Sembriamo una squadra seria…
Orche Recco, stagione 2010/2011.
C'è anche Dudu.
A Cernusco, 17 aprile 2010.
A good day for rugby.