le Orche

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giovedì 24 dicembre 2015

Approfondiamo (2)

I calci
Come si può facilmente intuire dal nome dello sport al quale ci dedichiamo con tanto amore - Rugby Football - per giocarlo non si usano solo le mani ma anche i piedi. Cioé, il pallone può anche essere calciato, sia pure con alcune limitazioni.
Iniziamo dai calci di punizione, che sono più facili: di solito vengono indirizzati in touche, per guadagnare territorio, e non importa in quale zona del campo ci si trovi. Si può buttare la palla direttamente fuori e la conseguente touche si batterà dove il pallone è uscito. A volte il calcio è fatto dal mediano per se stesso, e allora si gioca. Non si può però battere velocemente, bisogna dare tempo agli avversari di rientrare e schierarsi. La squadra che fruisce di un calcio di punizione può scegliere di fare una mischia, almeno è sicura di conquistare il pallone. In ogni caso, non è consentito piazzare tra i pali. L'unica volta che l'ho visto fare, si trattava di una squadra francese; i cugini d'oltralpe (frog-eaters per gli inglesi) non hanno ben chiaro il concetto di 'squadra old' et similia. Va be', se abbiamo in casa il nonno ultranovantenne che ogni tanto scorreggia, cosa volete dirgli?
Durante il gioco, agli Oldies è consentito calciare il pallone solo dentro i ventidue; chi calcia fuori di quest'area è punito con una mischia a sfavore. Per calciare, posso portare la palla dentro la mia area dei 22, ma in tal caso non posso buttarla fuori direttamente, altrimenti la touche si batterà dal punto del calcio e non da dove l'ovale è uscito.
I calci d'invio seguono le regole generali del Rugby Union, ma dopo una meta sarà la squadra che ha segnato a calciare, non viceversa. Questa è tutta la teoria, mentre la pratica ci insegna che le traiettorie dei palloni calciati dagli old non seguono le normali leggi della fisica e della balistica, bensì curvano e vagano assolutamente svincolati dall'attrito e dalla gravità. Per non parlare dei rimbalzi...

Approfondiamo (1)

La mischia
La mischia (in inglese scrum, da scrimmage, in francese melèe, da belìn), nel rugby old è no contest.
Vuole dire semplicemente che non si spinge. Questo, molto spesso, rimane una teoria perché alla prima mischia non si spinge, alla seconda e alla terza nemmeno, dopo la quarta il solo fatto di essere spompati fa sì che ci si appoggi pesantemente alla prima linea avversaria e la spinta viene da sè. Anche le seconde e le terze sono ormai alla frutta (qualcuno al caffè e qualcuno già alla digestione), per cui agevolano la cosa. Si spinge, grazie soprattutto alla gravità ma si spinge, e ovviamente ci si lamenta: - Non spingete! Non spingete!
L'età non consente più certe cose, al massimo le fa succedere. Come le slavine, quando si crolla si crolla. Tutto questo genera un'altra interessante cosetta: gli avanti (ricordo che stiamo parlando di Oldies) tendono a giocare una partita a sè stante, senza pallone - molti di loro non lo riconoscono nemmeno più - in un angolo del campo senza essere disturbati dai tre quarti né dall'arbitro. Occasionalmente vengono coinvolti da una maul che passa di lì per puro caso: allora capita loro di portare il pallone, che finalmente un mischiaiolo - di solito il numero otto - si ritrova in mano, ben oltre la linea di pallone morto.
Essendo la mischia no contest, il mediano introduce la palla regolarmente a favore degli avversari, perché il numero nove è bollito tanto quanto i piloni; così, non si spinge, è vero, ma mentre si è piegati a novanta gradi incastrati gli uni agli altri, si dà il via a una discussione accesissima su chi debba far uscire il pallone e da che parte. Ciò favorisce la squadra in difesa, perché l'arbitro ride e non si accorge dei fuorigioco. La parte più difficile delle mischie old consiste nel radunare gli avanti sul punto chiamato dall'arbitro entro un orario che consenta almeno di non far accendere l'illuminazione del campo. Un avanti old si riconosce da vari elementi: la panza debordante (piloni), le fasciature alla Tutankamen (tallonatori e terze), le orecchie a cavolfiore, il classico distintivo delle seconde. Ma gli avanti old si divertono molto più dei tre quarti, anche se non si spinge. La mischia, intesa come 'pacchetto di mischia', è incaricata anche delle touches. Il tallonatore non ne lancia una dritta e l'arbitro si regola in base all'umore del momento per fischiare o meno circa la regolarità del lancio. Di solito gli Old non provano la 'furba', perchè non sono in grado di distinguere la linea dei cinque metri dai binari del tram.

mercoledì 23 dicembre 2015

Ripassiamo le regole

Gentlemen,
sarà l'influenza del clima festivo - per me solitamente deleterio - ma mi sono deciso a illustrarvi una serie di regole del Rugby Old. O Golden Oldies che dir si voglia. Consiglio l'attenta lettura a tutti, in particolar modo a coloro tra i diversamente giovani che si prestano ad arbitrare le partite. E anche chi arbitro lo è davvero, e normalmente non conosce le regole di questo codice dei molteplici Rugby Football esistenti
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mischia: no contest. il mediano non segue e l'apertura e il numero 8 non partono, ma l'8 può alzare al mediano o a un altro compagno e questi possono partire
ruck: quando l'arbitro chiama la ruck non c'è controruck. chi mette le mani sul pallone rischia di prendere pugni a volontà. di solito l'arbitro non vede un cazzo in queste situazioni, quindi fate attenzione
calci: si può calciare il pallone solo dentro i ventidue. si può portare il pallone dentro i 22 e calciarlo, ma se va fuori direttamente, la touche si batterà all'altezza del calcio. chi calcia fuori dei 22 è punito con una mischia
touche: lo schieramento deve essere completo, non c'è ascensore, non si batte veloce. se battuta storta il lancio sarà effettuato dall'altra squadra
punizioni: non si piazzano né si battono veloci, possono essere calciate direttamente fuori e si può optare per una mischia
corse: il ball-carrier può correre solo per venti metri e poi deve passare il pallone se ancora non è arrivato in area di meta. ci si può accordare all'inizio del match per non applicare questa regola (cosa che avviene quasi sempre)
cartellini gialli/rossi: può capitare di vederli usare anche tra gli old, poiché i rari neuroni a volte cedono di schianto per ipossia, ma è prevista la sostituzione del giocatore espulso
punteggio: la meta vale un punto. non sono previsti altri tipi di marcature
pantaloncini: tutti i giocatori devono indossarne un paio. se sono di colore rosso indicano un'età fra i 60 e i 65 anni; col placcaggio il giocatore può essere preso (abbracciato) ma non gettato a terra. pantaloncini viola, età tra 65 e 70 anni. il giocatore può essere toccato (come nel touch rugby) ma non fermato. ovviamente dovrà immediatamente passare il pallone. pantaloncini oro, età oltre i 70; ci si può mettere davanti al giocatore ma non toccarlo. dovrà anche in questo caso passare l'ovale
varie ed eventuali: solo il capitano può parlare con l'arbitro, i giocatori devono tacere e la cosa è doppiamente consigliata perché il fiato è già poco - causa l'età avanzata, meglio risparmiarlo.
capita spesso di fare meta sulla linea dei cinque metri: non è valida, bisogna arrivare in area di meta.
è consigliato partecipare al terzo tempo: giochiamo quasi solo per questo, rinunciarvi non fa fine.
Buon rugby a tutti dalle Orche Recco

sabato 12 dicembre 2015

del rilassamento generato dal gioco del rugby football

Se volete apprezzare il rugby, il gioco del football secondo le regole del college inglese reso celebre da William Webb Ellis, potete vedere qui, oppure qui.
Oppure potete fare come me, oggi. Al mattino in ufficio, a grattare rogne su rogne. Poi, all'uscita, mi sono messo in moto e sono andato a Cogoleto, a raggiungere le Orche per il torneo <Ciao Ste' 2015>.
Alla fine ero stanco, come tutti quelli che sono scesi in campo, ma soddisfatto.
Breve cronaca degli incontri: si inizia col Cogoleto, due mete per noi con Embolo e Mario Weight. Partita a senso unico, ma nella quale ci siamo esibiti in una serie di 'avanti' fenomenale. Ne parlo dopo, per il (glorioso) trofeo Mani di Merda.
Dopo un lungo stop affrontiamo la mista Sestri/Imperia (nella quale trovano posto anche alcuni delle Orche). L'andamento stavolta è altalenante, dopo il nostro vantaggio con Della subiamo la rimonta avversaria, risultato ribaltato grazie a Paolone e Big Jim (che realizza una doppietta).
Da segnalare la seconda meta del nostro Bigghe: raccoglie un pallone che rotola autonomamente nel fango, mentre i giocatori stavano rotolandosi un po' più in là, e parte come un razzo...
No, parte con i piedi a papera, perché il terreno era più simile alle sabbie mobili in quel punto. Eleganza poca, ma efficacia massima e 4 a 3 per noi.
La chiusura della giornata era tra noi e i cugini rivali. I Cavalieri di san Giorgio. Che ci hanno messo sotto in un match bello ma con momenti di tensione (e qualche cazzottone) poco piacevoli da vedere nel rugby old. Ma forse proprio perché siamo vecchi e abbiamo nelle nostre corde il gioco di anni fa, le spigolosità, i colpi proibiti, i litigi - diciamolo pure - fanno appunto parte del gioco.
Carletto ed Embolo segnano per noi, ma non bastano contro le tre mete avversarie.
Il (glorioso) trofeo Mani di Merda non è stato assegnato, rimarrà quindi vacante fino al 23 gennaio prossimo quando disputeremo il test match con il Civitavecchia a Recco. Tutto ciò nonostante i parecchi 'knock-on'. Personalmente ho raccolto un calcio d'invio avversario e sono riuscito a fermarlo prendendolo con le mani, ovviamente, e aiutandomi con la mascella. Non è stata proprio una bella esperienza, ma non ho fatto avanti, quindi bene così. Infine, a dirla tutta, è stata lanciata la proposta di lasciare le manone ancora al detentore, Shaggy, ma era solo uno scherzo.