le Orche

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lunedì 14 aprile 2014

Rovigo!

Alcuni giocatori delle Orche hanno partecipato alla spedizione in Veneto dei Cavalieri di san Giorgio. Per la precisione si trattava di Sardi, Lerda, Mapelli e Nardi. A loro aggiungiamo alcuni che sono comunque nella lista dei giocatori Orche 2013/2014, cioè Oliveri, Morasso e Gropplero. L'occasione era ghiotta, il torneo sontuoso, la fatica prevista molta, ma.
Sto parlando del torneo di Rovigo, giunto alla tredicesima edizione. Presenti diciotto squadre provenienti da tutta Italia, ogni formazione ha disputato tre incontri.
I genovesi hanno fronteggiato nell'ordine: Coyotes di Cernusco sul Naviglio, Old Ascoli e Monselice.
Nel primo match il gioco si svolge sempre nella metà campo dei lombardi, salvo qualche sporadica incursione, per lo più dovuto a qualche calcio liberatorio dai 22 metri; tre a zero per gli arlecchino alla fine, risultato mai stato in dubbio, con mete di Rocca, Olivieri e Gropplero (che aveva un gomito malconcio ed era incerto se giocare o meno).
Si torna in campo con i marchigiani, che hanno schierato anche, per qualche minuto, un giocatore in pantaloncini viola (over 65), bilanciato da Mauro Pizzagalli, il quale essendo over 70 ha i pantaloncini oro. Il copione rimane più o meno lo stesso, attacchi ripetuti e pressione continua ma sull'unica fuga degli ascolani, sul filo della touche, arriva la meta del loro vantaggio poi pareggiata da Selva
Conclusione sul terreno principale del 'Battaglini', stavolta tocca ai veneti di Monselice. Nuovamente netto predominio di possesso e terreno, che danno due mete all'attivo (Morasso e Lerda) contro una nuova fuga solitaria sull'ala. Insomma, alla fine Olly era incavolato perché in tre match i nostri avversari erano entrati nella nostra metà campo solo tre volte (una per partita: provate quindi a immaginare Olly, seduto a un tavolino con una biretta in mano e la sua voce da basso, con le sue 'erre' impossibili da imitare, che cristona e sghignazza – forse per il nervoso).
Terzo tempo con circa 500 giocatori e accompagnatori ai tavoli, che hanno avuto antipasto, primo, secondo con contorni e dolce, altre ad acqua e vino in tempi comunque piuttosto veloci.
Il viaggio è lungo, ma merita per l'atmosfera veramente 'rugbistica' che si crea e che si vive. Oltre ai 'super–old', in campo si è visto anche un giocatore con un braccio disabile che ha però ben sopperito alla menomazione con la grinta e la velocità: da ammirare, un esempio per chiunque.
Insomma, una bella giornata di rugby, amicizia, divertimento; mancavano solo le Orche (o almeno gran parte di loro).