le Orche

le Orche

mercoledì 18 ottobre 2017

Rugby, rugby, rugby!

Avendo abbandonato il social per eccellenza, il libro delle facce (da culo), posto qui qualche link interessante. Se qualcuno volesse riportarli sul famigerato sito per leoni da tastiera si ritenga libero di farlo. O su altri sozials.
Questa settimana niente nazionali né Guinness Pro14, ma l'Europeans Rugby Champions Cup. Da vedere possibilmente su computer, lo smartphone è un po' piccolo:
Toulon – Scarlets
https://www.youtube.com/watch?v=8xuA7L51HwI&t=2713s
Harlequins – La Rochelle
https://www.youtube.com/watch?v=lJHOs8UIeeM
Leinster – Montpellier
https://www.youtube.com/watch?v=e50ynyG9wiI
Castres Olympique – Munster
https://www.youtube.com/watch?v=lTYSF0unw1s
Confrontabili con il campionato delle counties neozelandesi:
Manawatu – Wellington
https://www.youtube.com/watch?v=hfMwfaQMi1M
Taranaki – Counties Manukau
https://www.youtube.com/watch?v=KRJrVzNKnVU
Hawke's Bay – Canterbury
https://www.youtube.com/watch?v=vzEGQAilFfs

Enjoy 'em!

martedì 17 ottobre 2017

Nicknames e (poche) altre amenità

Propongo di soprannominare 'Aikman' il nostro capitano AleUgo, abbandonando lo 'Onemanband' usato finora. Vi racconto un breve aneddoto; penso che la risposta alla domanda del re rappresenti bene la disposizione di spirito che AleUgo nutre verso il rugby.
Nel 1928, a Twickenham si stava disputando la Calcutta Cup. Il re d'Inghilterra, Giorgio V, chiese al presidente della federazione scozzese, James Aikman Smith, come mai non ci fossero i numeri sulle maglie dei giocatori in blu, come per gli inglesi.
J. Aikman Smith – che era soprannominato Napoleone, bisogna dirlo – rispose semplicemente: «This, sir, is a rugby match, not a cattle sale». (Sire, questo è un incontro di rugby, non una vendita di bestiame). I numeri sulle maglie scozzesi apparvero solo nel 1933.
-----------------------------------------
Pare che i rugbisti non abbiamo le classiche crisi della mezza età, perché rimangono comunque sempre degli immaturi adolescenti. Una volta, un mio compagno di squadra mi disse, in presenza di testimoni: «Sapessi che invidia mi fa il tuo occhio nero». Sabato scorso se l'è procurato anche lui, così siamo pari.
-----------------------------------------
Nella squadra degli Stati Uniti che vinse il titolo olimpico di rugby a 15 nel 1924 a Parigi – ultima edizione di tale torneo alle olimpiadi, quindi gli States sono i campioni tuttora in carica – giocava un certo C. Grondona, certamente di provenienza ligure, se non genovese direttamente.

domenica 15 ottobre 2017

Cose notevoli, a parte i moscerini

E sì, gli sciami di moschini che ci hanno allietato tutto il giorno a Monza sono stati una costante in questi due anni. Ricordo una partita giocata lì diversi anni fa con i Muccati ma non ricordo i moscerini; sono (purtroppo per noi) entrati a far parte delle mirabilia del rugby old.
Stando a bordo campo, ci sono altre cose degne veramente di nota; prima fra tutte le percentuali di Bacci Embolo.
Due mete segnate, una ai Taka'tani e una al Lecco, entrambe su intercetto, una gran mole di palloni giocati e neanche una volta che abbia sclerato! Incredibile, forse non era lui ma suo fratello gemello.
Poi la constatazione che in cinque incontri, durati in totale almeno 90 minuti (calcolo di Bisco che confermiamo), non più di un paio sono stati giocati nella nostra metà campo. Di solito il pallone oltrepassava la linea centrale solo perchè calciato, quindi recuperato dai nostri e riportato dall'altra parte.
Nonostante le dieci mete segnate (a una), si è pure osservato che lo schieramento dei nostri trequarti è bello piatto in difesa – e va bene – ma anche in attacco. Col risultato di ricevere palla (male) e uomo (che ti stende) insieme. Non va bene, se ci fosse stata più profondità di schieramento le mete segnate sarebbero potute essere anche cinque o sei in più.
Infine, abbiamo rivisto le gambe di Charlie Gaul sull'Izoard: Big prende il pallone e corre per almeno sessanta metri, arrivando sulla linea di meta mentre un avversario lo raggiungeva. Per un pelo, Orche Chickens 2 a zero.
Sartana si droga col rugby, mentre AleUgo si risveglia nel corpo di un altro (ma nel cambio ci rimette sempre). GLR ha lasciato il borsone con la roba da gioco a Monza, mentre Turbononno Valter è pieno di ponfi (ah, i maledetti moscerini di Monza).
A Paolol mancano cinque neuroni, cinque metri per la meta, cinque centimetri di… va be', lasciamo perdere.
Il (glorioso)  trofeo Mani di Merda non era più stato assegnato dal 20 maggio di quest'anno (torneo di Sesto San Giovanni), quando andò ad AleCrosta perché riuscì a farsi male da solo, demolendosi un ginocchio in acrobazie da ballerina classica – uno spettacolo indegno di un rugbista ;-)
A Monza, grazie a un pallone schiacciato sui cinque metri invece che in meta sono andate a Paolol. Anche se, per lo stesso motivo, avremmo dovuto in passato assegnarle a parecchi altri giocatori, me compreso.
A coronamento di tutto questo, le Orche hanno una striscia di vittorie arrivata a 17. Il record degli All Blacks è 18 incontri, ma forse è opportuno non fare certi paragoni. Meglio le Orche…

Non c'è secondo

'Non c'è secondo' è il motto della Coppa America, la famosa competizione velica che gli americani vinsero 25 volte consecutivamente in 132 anni*. È stato anche il sottinteso dell'ultimo briefing del capitano delle Orche ieri a Monza. Non c'è secondo. Se siamo arrivati fin qui, vuol dire che ce lo siamo meritati e ora vinceremo il torneo per il secondo anno.
E così è andata, in effetti.
Formazione con pochi uomini di mischia 'naturali': al pacchetto è stato aggregato Big e, di volta in volta, altri tre quarti hanno sostituito quando necessario gli avanti.
Causa defezione di un paio  di squadre, il calendario è stato rivoluzionato: alle Orche sono toccati – nell'ordine – Kaimans Lainate, Chickens Rozzano, Taka'tani Asti e Old Lecco nel girone e Cinghial Old Como in finale.
Se dovessimo dare a questo torneo il titolo di un film, sicuramente dovremmo scegliere 'Mosquito coast' di Weir (con Harrison Ford). Come già l'anno scorso, per qualche misterioso motivo siamo stati circondati costantemente da sciami di moscerini, fastidiosissimi, che sono spariti solo col calar del sole…
Insomma, il quadro posto in palio (chiamato 'Cencio' dai monzesi) rimarrà esposto in club house altri dodici mesi; ce lo siamo portati avanti e indietro come zavorra.

*Nel 1851, lo schooner 'America' – del NYYC, New York Yacht Club – battè i 14 regatanti del Royal Yacht Squadron inglese attorno all'isola di Wight. La regina Vittoria chiese chi fosse arrivato secondo, e le fu risposto: «There's no second, your majesty».

domenica 1 ottobre 2017

Un nuovo inizio

Ieri sera, a Cogoleto, incontro fra due squadre storiche – a livello veterans. Orche Recco e Cogoleto sono tornate a sfidarsi in campo per inaugurare la nuova stagione. Il match è stato a senso unico, il pallino è rimasto in mano ai biancocelesti per quasi tutto il tempo; solo nella seconda metà di gioco ci sono stati degli attacchi da parte dei padroni di casa, senza però arrivare alla marcatura.
I gialloblù erano contati, quindici e basta, e gli ospiti avevano una panchina con ben tre giocatori; a metà secondo tempo più di un paio zoppicavano ma hanno resistito fino alla fine.
Per le Orche doppiette di Bisco e Bega, e in aggiunta – oltre alla prima meta in assoluto per Paolol – hanno segnato Cubo, Helsinki, Shaggy e Olcese.
Terzo tempo allietato da lasagne al forno (al pesto e a i funghi) degne di MasterChef, oltre alle salsicce in umido e ai muffin: questi ultimi non dolci ma salati. Ottimi, come pure la mousse al caffè e la torta che hanno concluso le libagioni.

mercoledì 27 settembre 2017

Cogoleto. Si ricomincia.

Gentlemen,
siamo all'inizio di una nuova stagione. L'estate appena finita è stata una pessima stagione, per me. Troppo caldo, e detto da me che non ho mai sofferto il caldo…
Sarà come dice mia moglie, "sei vecchio."
Bene, sabato prossimo a Cogoleto le Orche iniziano la nuova stagione di rugby veterans.
Al momento siamo in 14 (Ugolini, Allegretti, Balducci, Guastamacchia, Biscotti, Nardi, Bacigalupi, Sardi, Strianese, Massa, Mapelli, Pastorino, Bega). Forse 15 con Peri.
Ma sarebbe un buon allenamento per Monza, dove ci attendono col trofeo vinto lo scorso anno.
A plus tard!

mercoledì 8 febbraio 2017

Orche. Due…

Roma, caput mundi.
'sticazzi*, direbbero i romani.
Mi corre l'obbligo di riferirvi alcune delle dotte dissertazioni fatte da noi Orche su:
– Roma e le sue strade
– il rugby in generale e il Sei Nazioni in particolare
– cibo, bevande e divertimenti vari**
aiutato in tutto questo da Albe, Pilu, Helsinki, Roborot, Nonnonardi e altri ancora che non rammento.
Alcuni appunti di viaggio:
1. Nella composizione degli equipaggi mai mettere due, o più, quasi sessantenni in macchina insieme. Potrebbero litigare per l'utilizzo del navigatore.
2. Mai utilizzare la frase "Gira qui!!". Potrebbe essere troppo tardi (o troppo presto).
3. Tutte le strade portano a Roma, ma se ci siamo già…
3 bis. Se tutte le strade portano a Roma, quando sei a Roma e vuoi andar via non importa che strada prendi.
4. Mai farsi consigliare da persone assenti. Vale la regola del 'Me l'ha detto mio cugggino!' Per cui, trovarsi in un locale prevalentemente omo non e' il massimo.
5. Anche se ti ritrovi in un locale omo, è bellissimo vedere qualcuno che cerca di attaccare discorso  con due donne sole e queste sbuffare annoiate ('devo accendere il neon sulla fronte con scritto: siamo lesbiche')?
Raga: mi diverto come uno scemo, anche se solo per tre minuti.
Ps: ma giovedì ci alleniamo?
 
Mi permetto di dire anch'io un bravi a tutti i partecipanti e anche a chi purtroppo all'ultimo secondo ha dovuto rinunciare.
Tanti sono stati i momenti memorabili, dalla prima meta di Sartana, alla matricola di PaoLOL, alla serata nel locale gay, alle abbuffate e alle bevute, alle cene mancate in Campo de' Fiori, alle cugine…
 
E volete mettere, Roma con Tbilisi (in georgiano თბილისი)? Non ci cacceranno mai dal 6N!
Anche perché – una vittoria sicura, e ti levi dalle palle il wooden spoon
Shaggy: un saluto da Elisa.
E al nostro sergente Hartmann, venerdì prossimo, un regalino romano. Lui si preoccupa, pensando che venga – il regalo – dal locale gay. Ma c'è di peggio…
 
*vuol dire 'chi se ne frega'
**il vero divertimento è giocare a rugby

lunedì 6 febbraio 2017

Orche

Il titolo, Orche, è perché di loro voglio parlare. Di voi, di noi. Siamo al ritorno da una trasferta romana, e ci sono alcune cosette da dire.
Innanzitutto un grazie a chi si è sbattuto per organizzare questa gita. Non eravamo tantissimi, ma gli assenti erano tutti giustificati. A cominciare dall'ultimo che ha dato forfait, Gianlu. Il quale medesimo è riuscito a fracassarsi una zampa da solo, giovedì in allenamento. Cose che càpitano. Un po' come Big, segna una meta e si spappola una falange. Complimentoni, a entrambi.
Venerdì mattina, un po' alla spicciolata, si parte. Il tempo minaccia pioggia ma ce la caviamo, arriviamo nella capitale, valigie in albergo, andiamo ad Ariccia a mangiare la porchetta. Una cenetta leggera, senza alcolici. Prima di entrare in camera io avviso: «Stanotte russerò peggio di Olly (Husqvarna per gli intimi)».
Per farla breve, nel letto a castello io ero sotto e nella branda superiore stabat Mulo. Che nel pieno della notte, con un braccio penzoloni, implora Roborot: «Non possiamo fare niente?»
Sabato mattina ci prepariamo moralmente per il torneo che ci attende. Siamo ospiti degli Autumn Roma, insieme con il Cus Roma e i lombardi del Bold Cologno Monzese.
Proprio con i lumbard cominciamo, e cominciamo nel solito modo nostro: primo tempo da dimenticare, con ripetuti falli e parecchi errori dovuti alla fretta, alla frenesia di fare chissà cosa. Insomma, il primo tempo è 1 a 0 per loro, ben meritato, con gioco sostanzialmente più nella nostra metà campo.
Il nostro coach AleUgo - alias sergente Hartmann - non c'è, ma a farci il cazziatone ci pensa Alberto (meno male che lui c'è…) e il secondo tempo è ben diverso. Attacchi ripetuti, pick and go e aperture sui tre quarti, finché Mulo trova il varco giusto e pareggia.
Restiamo in campo e affrontiamo il Cus Roma: stavolta la musica è diversa, il gioco è sempre nella loro metà campo e Shaggy due volte, Chris e Sartana fissano lo score sul 4 a zero finale.
Ultimo match poi con i padroni di casa che si chiude senza segnature: un bell'incontro, equilibrato e senza gravi errori.
Terzo tempo. Con birra, panini, vin brulé, pasta con salsiccia, vino, zuccherini allo zenzero (o ginger se preferite), crostate e altro ancora che senza dubbio ora dimentico. E canti, e schiamazzi, e tutte le cose che solo gli old del rugby sanno e riescono a fare, e il Sei Nazioni in tv, e divertimento. E il (glorioso) trofeo Mani di Merda, per una volta ancora, è rimasto vacante.
Anche se io lo darei all'arbitro di Italia-Galles, ma non si può…

sabato 21 gennaio 2017

Focaccia col placcaggio, seconda edizione

Un classico: cominciamo dal fondo.
Per la seconda volta nella storia, il (glorioso) trofeo Mani di Merda è stato assegnato ex-aequo a due giocatori.
A Cippo, per essersi fatto intercettare un pallone in maniera clamorosa, intercetto che ci è costato - ovvviamente - una meta.
A Casa, esordiente tra gli old, per ben tre-motivi-tre.
Uno, perché era un esordiente; da subito era l'indiziato principale per le MdM.
Due, perché su un calcio degli avversari si è cagato il pallone come un dilettante qualunque.
Tre, e qui viene il bello, perché l'arbitro lo ha ripreso per come si legava in mischia.
Occorre anche dire, però, che tra le altre cose ha fatto una maul da solo, avanzando per una ventina di metri almeno, prima di essere abbattuto da tre avversari e mentre i suoi compagni di squadra erano in clamoroso ritardo nel sostegno.
Bisogna quindi citare Big: il nostro secondo centro riceve il pallone più o meno sui ventidue avversari ed entra nello stretto spazio lasciatogli dalla difesa tuffandosi in meta. Ma, se è vero che il pallone va 'schiacciato' in meta, appunto, lui ha esagerato. Nel gesto si è svirgolato un dito, l'anulare sinistro. Ora, e per un bel po' di tempo ancora, non potrà più portare anelli: né nuziali ne', tampoco, di fidanzamento.
Per la cronaca delle partite, a frappé.

venerdì 13 gennaio 2017

Il decalogo del cuoco

Per tutti coloro che si cimenteranno in cucina il giovedì sera per sfamare le Orche dopo il loro sacro allenamento, è stato redatto il seguente


Decalogo del cuciniere*

 
1) Se sei indeciso su quanta pasta buttare, abbonda: non sbaglierai mai
2) È inutile che inventi piatti stile Masterchef, tanto non li capirà nessuno; due trofiette al pesto oppure delle pennette con un po' di sugo vanno benissimo
3) Ricorda che il peperoncino è sempre disponibile, e spesso anche la 'nduja
4) Se stai pensando di fare un piatto unico, cambia idea
5) Alle Orche è stato prescritto dal medico che le calorie entranti a fine allenamento devono essere doppie rispetto a quelle consumate
6) È fatto divieto assoluto di cucinare riso in bianco, sia pure per utilizzo stile accompagnamento. Il riso può essere cucinato solo per risotti, timballi, arancine, supplì et similia
7) Brodini vegetali, vellutate, minestrine e minestroni puoi gentilmente cucinarli a casa tua
8) È ammessa la polenta soltanto se accompagnata da sughi pesanti (cinghiale, capriolo) o formaggi con contenuto di colesterolo superiore a 200 mg/dl
9) La dimensione minima per le teglie da torta è quella delle teglie per la farinata (150 cm circa)
10) Ricorda che il cibo che esce dalla cucina della club-house verrà - sempre - accompagnato da bevande alcoliche, le quali però non ti risparmieranno - mai - eventuali critiche alla qualità del cibo stesso


 * da un'idea di Gian Pilu