le Orche

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lunedì 30 giugno 2014

Aosta, un piccolo contrattempo

Bene, sarebbe ora di fornire un po' di notizie sul torneo di Aosta, disputato dalle Orche sabato 21 giugno scorso. Chiedo venia per il ritardo, ma essendo ancora in ospedale non sono riuscito a sbrigarmi prima. Il tutto perché ho alzato la testa da un raggruppamento mentre stava passando un tram che mi ha fratturato lo zigomo sinistro.
Veniamo al dunque: al torneo sono presenti ben dodici squadre, divise in tre gironi di quattro. Le vincenti e la miglior seconda disputano le semifinali e poi, ovviamente finale tra le ulteriori squadre vittoriose. Forse perché siamo i detentori del titolo 2013, siamo in un bel girone di ferro, come si dice di solito, con gli scozzesi dell'Elephants Edinburgh (con i quali potremmo organizzare la rivincita a febbraio prossimo, a casa loro), i francesi del Tonon (squadra old e nella quale gioca il tram che mi ha messo sotto) e i padroni di casa — lo Stade Valdotain.
E proprio con i gialloneri valligiani diamo inizio alle danze; il clima è caldo, umido, e noi non cominciamo alla meglio. Pesa anche sul morale, forse, la consapevolezza che siamo pochini, diciotto, ma non voglio accampare scuse di alcun genere. Lo Stade fa la sua partita onesta, attaccando ordinatamente e riuscendo a segnare due mete nel primo tempo. Ma l'intervallo ci serve, ci chiariamo le idee e la ripresa è nostra. Analizzato brevemente il loro gioco, abbiamo visto che si dovevano fermare i loro centri, sopratutto, e la cosa ci riesce: finisce 2 a 2, ma non ricordo con precisione i nomi dei marcatori per i noti motivi.

Il secondo match della giornata ci oppone ai francesi del Tonon, i quali — a differenza di quanto accade  spesso con i cugini della Gallia — sono tutti old. Andiamo in vantaggio con meta di… forse Cartoni, ma non ricordo, nuovamente. La partita è combattutissima, molto fisica, pesante. Il mio infortunio è solo un episodio che può capitare nel rugby, non è stata una scorrettezza, un colpo gratuito: naturalmente esco dal campo, e il mio torneo finisce lì. Risultato finale uno a uno.
Ultimo impegno con gli scozzesi, vittoria per due mete a uno, ma non ho elementi da darvi sul gioco perché mi trovavo al pronto soccorso. Dopo questi risultati, la nostra classifica ci poneva come miglior seconda ma a pari merito con i Falchetti Seregno. Stesso punteggio, paritá di mete segnate, uguale differenza mete. Il regolamento del torneo dice allora che passa la squadra col giocatore più anziano in campo: senonché, il nostro Pussy Doc è superato per pochi mesi da uno dei lombardi

Diciamo che, viste le premesse, non è andata male. Abbiamo l'infermeria a tappo e anche altri impegni famigliari ci hanno fatto perdere importanti giocatori. La lunghissima striscia positiva che durava da un paio di stagioni si è interrotta (alla Spezia, in realtà), ma:
1) possiamo riprenderla
2) parafrasando il capitano del Galles, Mark Ring, "Un piatto di cibo e una birra. È per questo che giochiamo"

A giovedì, per la festa finale in club-house: io ci sarò!

domenica 15 giugno 2014

Ricominciamo da due (a due)

Alla fine, dopo due stagioni abbondanti, le Orche si sono spiaggiate. Ieri alla Spezia, al torneo 'Amici di Cosimo', sotto un sole implacabile nonostante le previsioni meteo di segno opposto, è giunta la sconfitta dopo una serie di venti partite utili consecutive.
E se non contiamo le squadre straniere, le Orche si scoprono imbattute da ben trentotto match, dopo lo zero a uno per i Cavalieri di san Giorgio del 17 dicembre 2011.
La trasferta di sabato vede la partecipazione di dieci Orche e alcuni aggregati per completare l'organico dai Polpi e dai Cavalieri (più altri ancora). Nel corso del torneo, poi,  Gatti e Lagomarsino (e altri) devono abbandonare, per cui riceviamo qualche giocatore dalle squadre presenti. Ma andiamo con ordine e vediamo se da questa giornata disastrosa c'è qualcosa da salvare.
La prima ci vede di fronte alle Panze Ovali di Sesto Fiorentino, che iniziano bene e ci mettono in difficoltà nella prima parte del match, ma Gatti, Parodi, Di Tota non cedono e si finisce vincendo 2–0, con mete di Olcese e di Gibo Parodi. Si ritorna in campo per affrontare una mista formata dagli Old Chieri e dal Cus Pisa: dopo un sostanziale equilibrio nel primo tempo, zero a zero, la ripresa è tutta per i tosco–piemontesi che vincono 2–0.
Terzo impegno, i Cavaliers Vigili del Fuoco di Ferrara: partita senza storia, dominata in lungo e in largo dagli emiliani che ci rifilano quattro mete (contro nessuna); con noi giocano due pisani per arrivare a quindici.
L'ultima partita ci vede affrontare i francesi del Veterans Saint Marcelin, da Grenoble, squadra che sta dominando il torneo: anche qui dobbiamo fare acquisti tra i ferraresi, arruolando provvisoriamente inoltre un francese (Romain Chiaverini, corso e sicuramente non old) e dal Sesto Fiorentino il senegalese Babacar Ndiaye. Con tutti questi innesti siamo comunque in quattordici e alla fine del primo tempo siamo sotto per due a zero. Il secondo tempo però ci vede costantemente all'attacco, pur con l'uomo in meno, e Gibo Parodi e il francese segnano le due mete del pareggio.
Che speriamo sia l'inizio di una nuova serie positiva: sabato prossimo si gioca ad Aosta, cinque partite per difendere il trofeo vinto lo scorso anno.
Appuntamento qui, sul blog, tra una settimana, per il resoconto.

lunedì 9 giugno 2014

VIII Torneo delle Repubbliche Marinare

Tanto tuonò che piovve, verrebbe da dire. Dài e dài, la tanto agognata affermazione in questo torneo old così atipico è finalmente arrivata. Atipica la tenzone, perché nonostante i proclami dei vari decaloghi old, la faccenda è agonistica. Neanche troppo velatamente.
A dare man forte (almeno così si sperava) alla selezione della Repubblica rossocrociata, il cui grosso della truppa era costituito dai Cavalieri di san Giorgio*, sono intervenuti da Recco Allegretti, Di Caro,  Mapelli, Nardi, Ugolini.
Ma sia chiaro: di nuvole in cielo, pessu! Anzi, il clima si è rivelato estivo, all'improvviso, con un certo anticipo sul calendario; per fortuna la copertura della gradinata principale del Carlini forniva adeguata ombra, se non proprio frescura, ai panchinari e ai figuranti in costume medievale (con tanto di elmo metallico, alcuni).
Veniamo al gioco: iniziano Venezia contro Amalfi, e i campani si impongono contro ogni pronostico per una meta a zero, iniziando quindi a sorprendere i presenti. A seguire, Genova supera Pisa sempre per uno a zero, con meta di Martino che riceve l'ovale in posizione di ala ed entra in area con una certa tranquillità, andando a segnare in mezzo ai pali.
Poi, l'incontro Amalfi–Pisa è dominato dai biancoblu, che concludono sul quattro a zero. Genova risponde con lo stesso risultato, quattro mete: segnano Gropplero, Quiroga, Capalbo e Maggiolo.
Rimangono in campo i genovesi per affrontare Amalfi in quello che risulta così essere una vera e propria finale: Ricchebono due volte, Angelo Olivieri e di nuovo Maggiolo suggellano l'affermazione zeneise.
Memorabile terzo tempo, con cibi sopraffini, ottime birre e idem per i vini, canti, frizzi e lazzi, ricco premio (il Trofeo delle Repubbliche) e cotillons (o forse no, ma la citazione era d'obbligo).
L'anno prossimo, per la nona edizione, le squadre saranno ospiti della Serenissima Repubblica di Venezia e allora, citando le testuali parole di uno** dei biancoverdi presenti in campo: «Ci sarà da divertirsi».

Classifica finale
Genova punti 6 (mete 9/0)
Amalfi 4 (5/4)
Pisa 2 (1/5)
Venezia 0 (0/6)

*La bandiera genovese è proprio il vessillo di san Giorgio, croce rossa in campo bianco, che dal 1190 circa fregiò per lunga pezza anche le navi degli inglesi, i quali pagavano congruo affitto del drappo stesso pur di avere via libera (e adeguata protezione dai Saraceni) nel Mediterraneo.
**Pennabianca, uno degli organizzatori dei Muccati – la selezione di Rugby.it.