le Orche

le Orche

sabato 7 dicembre 2019

le parolacce

ancora una buona giornata di rugby old a recco, oggi. protagonisti le orche padrone di casa e i cavalieri di san giorgio, gli odiati cugini. roba che genoani e sampdoriani levatevi dai piedi grazie.
tra le file dei biancocelesti anche dei rinforzi da cogoleto; a parte la belinata del primo minuto di gioco, costata una meta alle orche, il gioco è stato molto equilibrato. insomma, un pareggio virtuale, con pilu onnipresente, sugli scudi, come si dice. man of the match, senza dubbio. e lo spettacolo, in un pomeriggio invernale ma non troppo, non è stato solo quello in campo ma anche ai bordi del pitch.
parterre de roi, visto il numero elevato di infortunati e acciaccati vari: a un certo punto, alecrosta esorta le proprie figlie (8 e 10 anni) a spostarsi in fondo al campo per giocare, in posizione più defilata. non perchè temesse venissero travolte dai giocatori o altri possibili eventi del genere. no. «bimbe, andate laggiù a giocare, perchè qui dicono troppe parolacce».
ma belin, ale, che minchia ti credi? di sembra che diciamo veramente troppe parolacce? e che cazzo, se quei gondoni in campo si cagano il pallone, porca puttana, permetti che si commenti adeguatamente il fatto?
e comunque, trofeo mani di merda vinta da criceto con la seguente motivazione: «perché riceveva per caso il pallone e lo depositava in area di meta avversaria ma nella partita sbagliata» (la terza frazione di gioco, dopo la partita regolamentare…)
alla prossima.

venerdì 18 ottobre 2019

chi fa la spia…

…non è figlio di maria. no, per dire, che mercoledì sera il coach Ale Onemanband stava assente, e l'allenamento si è svolto nella seguente maniera:
1) touch tre contro tre in un riquadro tra i cinque metri e i quindici come linee di meta e touche tra metà campo e i dieci.
2) per cambiarsi ci voleva mezz'ora a testa, meglio stare in spogliatoio a cazzeggiare che sul campo a sudare.
3) il touch piano piano è passato a 4 contro 4, 6 contro 6, 10 contro 10, per arrivare a circa 12/13 per parte, allargando via via il campo.
4) alla fine si è deciso di giocare lungo il senso normale del campo.
5) e niente, abbiamo touchato per un'ora e anche più.
6) bacci è riuscito a prendere una botta bella soda sulla spalla già azzoppata da tempo.
7) da un suo compagno di squadra, non da un'avversario.
8) ha bestemmiato ma non tanto.
9) solo una volta ad alta voce, il resto in silenzio, mentalmente, steso a terra.
10) pilu nel frattempo ha preparato una pasta e fagioli alla carrarese che meritava senza esagerare almeno due stelle mish-len
11) e niente, Ale Onemanband si è perso un terzo tempo notevole, ma noi in campo ci siamo arricreati.
12) ve lo immaginate Dante Alighieri che comincia la sua opera così: «E niente, mi ritrovavo per una selva oscura…»?

martedì 15 ottobre 2019

Monza!

Siamo tornati a Monza, a gareggiare per la crosta. Che si sarebbe anche potuta riportare in club house a Recco, per carità. Cinque partite e alla fine terzi classificati nel torneo, senza sconfitte e senza mete subite.
Come sia possibile tutto ciò, è comprensibile se si studia lo sviluppo del torneo medesimo.
Allora: due gironi di cinque squadre ciascuno generano quattro partite per ogni squadra. Tanto per cominciare. E le Orche iniziano con Biella vincendo uno a zero, meta di Shaggy. Poi i fortissimi veneti del Tarvisium: ancora vittoria per le Orche uno a zero. Mica male, dài! (meta di Alecrosta).
La cosa si mette bene, a dispetto della scarsa consistenza numerica nostra: 18 giocatori, perché Chris non è ancora arrivato.
Ma le Orche sono abituate a queste cifre: in casa 40 giocatori, in trasferta spesso si deve ricorrere a rinforzi esterni. E i rinforzi esterni di solito sono degli zombie…
Glissons, non sono serviti i distaccati da altre squadre, grazie anche alle super prestazioni di Dario, Sartana, Claudiano e al buon esordio di Fish e degli altri neo acquisti. (Ma chi non è citato qui è solo perché come al solito scrivo di fretta, con una mano sola, svogliato).
A seguire, sempre assillati dai moscerini (cazzo!), i Cinghialold Como che strappano un pareggio zero a zero nonostante la supremazia di possesso e territorio delle Orche. Va be', ci sta.
Ultimo match del girone con i Chickens Rozzano; al secondo minuto di gioco uno dei loro pensa bene di fratturarsi caviglia perone e quant'altro lì in giro un dolore che lo abbiamo sentito anche noi a bordo campo la consueta riga di bestemmioni di contorno e si ricomincia a giocare.
Il nostro fly-half è preso di mira costantemente, e alla fine dopo l'ennesima pacca sul cranio (che ho visto benissimo, ero a due metri di distanza – solo l'arbitro non ha visto un cazzo) il detto 5/8 reagisce con un pugno sul muso del menabelino. (O l'ha faeto bèn!). A seguire rissa colossale con Sartana che ferma con le cattive Claudiano altrimenti finiva con i carabinieri in campo e l'arbitro si risveglia e fischia la fine ampiamente anticipata (circa 8 minuti). Sullo zero a zero, il che ci fa terminare secondi nel girone dietro al Tarvisium già battuto prima.
Così, mentre i trevigiani vincevano 2-0 la finale per il primo posto con i padroni di casa del Bad Panda Monza, le Orche si aggiudicavano la cosiddetta finale di consolazione con gli Allupins Prato. Toscani, ma strano a dirsi meno tignosi dei Chickens: niente risse e una grande azione di Macs che portava l'ovale per almeno venti metri e riusciva a riciclare sul marcatore Claudiano mentre veniva abbattuto sui cinque metri.
Terzi, ma soddisfatti!

domenica 15 settembre 2019

Niente teste di cazzo

Il titolo del post è il titolo di un libro di James Kerr che mi sono comprato ieri. Sottotitolo, 'Lezioni di vita e di leadership dagli All Blacks'.
Kerr ha lavorato come coach per le forze speciali degli eserciti di Stati Uniti e Regno Unito, ma anche per team di Formula 1, per quelli dell'America's Cup e della Premier's League. Inoltre per aziende come Google, PayPal, Vodafone, Red Bull, Boeing eccetera eccetera eccetera.
Un curriculum di tutto rispetto. Il libro è diviso in quindici capitoli, ognuno dei quali affronta un aspetto del coaching e del metodo per costruire una squadra vincente.
Kerr parla del suo lavoro e del suo metodo riferendosi specificamente alla sua esperienza con la nazionale neozelandese di rugby. Nella breve premessa dice che gli avversari dei Blacks, all'inizio di ogni partita assistono alla Haka, la danza rituale maori. "Spesso – dice Kerr – mentre la Haka raggiunge il suo apice, gli avversari hanno già perso". Perché il rugby si gioca prima di tutto nella testa.
Sono solo all'inizio della lettura, ma una cosa mi ha già colpito molto: il carattere dei giocatori che fanno parte degli All Blacks. E questo lo ha visto – Kerr – dopo una partita col Galles.
Finito il match – vittorioso, ça va sans dire – c'è stata una riunione nello spogliatoio, in cui hanno parlato Mils Muliaina, Steve Hansen, Wayne Smith, Nic Gill, Graham Henry. Si brinda a McCaw, il capitano più vincente della storia dei Tuttineri. Alla fine, due tra i più prestigiosi giocatori neozelandesi (Kerr non dice chi) prendono la ramazza e cominciano a pulire gli spogliatoi.
Questo è il rugby. Questo deve essere il rugby.

giovedì 12 settembre 2019

qui c'è un equino…

chi si avventurasse, incauto, per le praterie sconfinate del gruppo whatsapp denominato 'ManeggiOrche' potrebbe pensare di trovarsi in un gruppo dedicato al rugby.
errore.
ivi si discute, così a una prima occhiata, di sesso. declinato in tutte le variabili del porno, ben s'intende. poi di quelle che a genova si definiscono 'belinate'.
cioé tutte le quisquilie vi vengano in mente vanno bene, dai giochi di parole agli indovinelli, dalle foto delle vacanze ai selfie più o meno seri.
l'importante, anzi l'importantissimo, è non pubblicare una foto o un filmato dopo che qualcun altro appartenente al gruppo lo abbia già fatto. magari dopo pochi minuti (è successo anche questo).
chi incappa in tale infortunio viene premiato con un equino, perchè uno dei primi meme – se non il primo in assoluto – che fu ripetuto, e fu ripetuto più volte, è il seguente:
esiste anche materialmente un equino da assegnare allo sfortunato di turno, un cavalluccio a dondolo attualmente in possesso di glr, e non si sa quando lo restituirà.
perché lui si applica con costanza e dedizione.

mercoledì 11 settembre 2019

ionesco

Non vanno più di moda i blog. Oggi impazzano i social, Instagram e Facebook su tutti, seguiti a ruota da Twitter. E poi tutti gli altri, piattaforme che offrono musica, incontri, sesso e altro ancora.
Personalmente avevo un account su Fb e basta, ma l'ho sospeso sopraffatto dall'imbecillità dilagante. Seguo soltanto, via computer e senza essere iscritto, alcuni utenti Twitter che pubblicano post satirici e politici. Quindi esclusi da questo blog che parla solo di rugby, old o giovanile che sia.
Utilizzo però Whatsapp, sempre a causa del rugby (principalmente ma non solo, of course).
E leggendo i messaggi di oggi del gruppo 'ManeggiOrche' (che ha un pupazzo di unicorno – ribattezzato Unicazzo – come immagine identificativa), ho pensato che dovrei proporre all'Uomo del Cerino di ricavarne una pièce teatrale, che Ionesco ce lo beviamo in un sorso…

Partiamo con una fotografia di funghi porcini, e passando dai gabinetti della Tour Eiffel arriviamo all'equivoco tra 'allenarci sul terreno di gioco o andare a fare jogging' e 'mangiare in club house o andare in pizzeria'. Per ridere del governo e dei moscerini della frutta, dopo aver elencato le partite del prossimo mondiale in Giappone trasmesse dalla Rai e aver consultato un catalogo di tette.
Il tutto ricordando che chi posta una foto o immagine già postata in precedenza da altri si aggiudica il Trofeo Equino (vi racconterò prima o poi il significato di quest'ultima manifestazione di demenza senile precoce che ci attanaglia).
Ce la possiamo fare?

sabato 19 gennaio 2019

Le Orche - Un sabato davvero speciale

Sabato 19 gennaio, ma di undici anni fa.
Iniziava l'avventura delle Orche Recco, compagine di rugby old dal nome non ancora stabilizzato ma formata da un gruppo che ha saputo rendere onore allo spirito del gioco, all'amicizia e al fair play, all'agonismo (per quanto moderato dalle regole old) e al divertimento. E al 'terzo tempo', ciò che praticamente tutti gli sport invidiano al rugby anche se magari non lo ammettono. Riporto il commento a quel primo match scritto da Alberto e pubblicato su un foglio locale. Un ringraziamento particolare a Mario Weight per aver salvato l'originale. 😉😉😉

Recco, sabato 19 gennaio 2008, Pro Recco OLD - Selezione rugby.it(1) 25-25
Quando ho smesso l'attività agonistica mai avrei pensato di rimettermi un giorno le scarpe da gioco e di tornare a calcare, da giocatore, un campo da rugby…
Invece, quest'anno, la neonata sezione Old di Pro Recco Rugby(2) ha permesso che tutto ciò si avverasse, il tutto culminato con la partita odierna contro la selezione di rugby.it. Devo dire che mi sono divertito moltissimo, abbiamo formato un gruppo affiatato composto da tanti ex giocatori, ma anche da numerosi neofiti.
Viste le numerose presenze in campo da parte di Pro Recco Rugby (ben 31!!(3)) si è deciso di disputare tre tempi per dar modo a tutti di giocare. Dall'altra parte del campo c'erano giocatori provenienti da tutta Italia (Lombardia, Veneto, Friuli, Toscana e persino Calabria). Le parole dei due capitani prima dell'inizio della partita sono state mirate ad affrontare l'incontro con serenità con l'intento del solo divertimento, ma dopo pochi minuti è stata partita vera! Ognuno di noi non voleva lasciare assolutamente nulla all'avversario e ne è venuta fuori una partita molto combattuta.
Neanche a farlo apposta è finita in parità con cinque mete per parte, da parte recchelina di Molinetti, Cartoni, Cipriani, Massa e Di Tota(4).
Non da meno è stato il terzo tempo, non tanto quello in campo, ma quello giocato con le gambe sotto al tavolo… con la carne cotta dagli argentini di Recco e la simpatia dei nostri ospiti che si sono ripromessi di tornare anche l'anno prossimo(5). È stato un ottimo esordio e mi auguro che ci siano altri appuntamenti di questo tipo nel corso della stagione, per la genuinità di questo gruppo, testimone di uno spirito di amicizia all'interno dello sport assolutamente da preservare, e per Recco, un'occasione per avvicinare sempre più persone alla nostra associazione.
(Alberto Peri)

1) Il nome di Muccati arriverà solo il 15 marzo del 2008, quando a Roma Corviale la selezione di rugby.it disputò la sua terza partita (in realtà fu un triangolare, ma non ricordo le altre squadre, solo il Villa Pamphili) e furono distribuite le prime maglie pezzate. Piccolo particolare, fu proposto in un primo  tempo di farle non bianconere come sono, bensì rosa e nere, ma l'effetto di tale combinazione cromatica (che avrebbe dovuto richiamare il maiale cinta senese) fu decisamente sotto il desiderato. Orribili, maglie orribili e inguardabili, quindi si dirottò sul bianco nero delle mucche frisone). Per la partita con le Orche venne usata una muta di maglie rosse del Rugby Monza

2) Il nome delle Orche invece c'era già, e iniziava allora a farsi conoscere

3) Vediamo se qualcuno ricorda quelli che mancano da questo elenco: Eschoyez, Cartoni, Mapelli, Lagazzi, Cevasco, Bedocchi, Mazza, Conca, Barisone, Allegretti, Molinetti, Bertagnon, Massa, Peri, Lucchina, Di Tota, Bonfrate, Cipriani, Caridi, M. Pastorino, Perazzo, Geoff, Idda, Gregorio

4) Marcatori per i Muccati: Radagast, Hank, Chickenmax, Brutium (2). Brutium era il giocatore proveniente dalla Calabria, terza linea tostissima

5) In tutto ci sono stati otto incontri fra Orche e Muccati, quasi tutte a Recco, con due vittorie per le Orche e sei pareggi

      data                score

19/01/2008          5 - 5
24/01/2009          1 - 1
16/01/2010          4 - 4
22/01/2011          4 - 4
21/01/2012          6 - 0
03/11/2012          1 - 0  (giocata ad Asti)
19/01/2013          0 - 0
15/02/2014          1 - 1