le Orche

le Orche

sabato 14 dicembre 2013

Rugbisti in campo, comari in panchina

Quando si gioca, la concentrazione (che è assolutamente necessaria: le cazzate vengono da sole anche così, figuriamoci se si è distratti) ti toglie la visione di molte cose. Se sei a guardia di una ruck, pensi solo a quando il mediano avversario mette le mani sul pallone per partire a contrastarlo. E ti perdi un sacco di altre cose, in particolare quel che succede fuori del pitch. Stando a bordo campo, invece, c'è molto più sugo.
Ad esempio: nella partita con i Cavalieri, oggi pomeriggio, ad un certo punto capita una touche a nostro favore proprio davanti alle panchine. Eravamo quindi in posizione perfetta per vedere l'azione, alle spalle del tallonatore che lanciava (capitan Apollo, per inciso).
Il lancio va dritto dritto (anzi, storto storto) nelle mani degli avversari. E non riporto qui i commenti che sono usciti dalle nostre malevole boccacce da comari inacidite, ve li lascio solo immaginare.
Comunque, sembra condivisibile l'analisi di AleUgo (Onemanband), anche perché è stata elaborata nella sede e nel momento appropriati: durante il terzo tempo, mangiando.
La giornata ci è stata favorevole, con due vittorie in due partite, senza subire mete: 1–0 e 1–0, massimo risultato col minimo sforzo, verrebbe da dire. Ma significa anche che siamo migliorati in difesa, non subendo mete da undici partite ma l'attacco non è al meglio.
Oggi, le cose sono andate così: primo tempo con i Cavalieri, gioco equilibrato, con rovesciamenti di fronte, attacchi da ambo le parti e nessuno in grado di prendere la supremazia, sia nel gioco sia nel territorio. Una veloce incursione di Sergio Uomodelcerino è stata vanificata a un passo dalla meta perché non rispettata la regola dei venti metri di corsa. La musica cambia nettamente nel secondo tempo. Il gioco è costantemente nella metà campo dei genovesi, e spesso dentro i loro ventidue. Verso la metà della frazione, il pallone esce da una mischia centrale sui cinque metri, e sfila fino a Lorenzo Rescuer che si era venuto a trovare all'ala. Il suo avversario diretto non sale, ma lo aspetta e Lore può scivolare via dal placcaggio e schiacciare in meta.
In seguito, una discreta reazione dei nostri avversari è controllata dal nostro gioco difensivo e il match si chiude sull'uno a zero per noi.
Dopo il pareggio tra Cavalieri e Ribolliti (1–1), torniamo in scena affrontando i toscani.
Nuovamente, c'è un certo equilibrio in campo e, nuovamente, non si nota una supremazia di una squadra sull'altra. Ma oggi potevamo permetterci il lusso di schierare in contemporanea Cippo, Carletto e Uomodelcerino, per cui – anche se solo all'ultimo secondo di gioco – è finita uno a zero con meta di Carletto, già fermato in precedenza per la solita regola dei venti metri, ma con molti dubbi: il pallone gli era arrivato ben dentro i ventidue.

Nessun commento:

Posta un commento