le Orche

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lunedì 6 febbraio 2017

Orche

Il titolo, Orche, è perché di loro voglio parlare. Di voi, di noi. Siamo al ritorno da una trasferta romana, e ci sono alcune cosette da dire.
Innanzitutto un grazie a chi si è sbattuto per organizzare questa gita. Non eravamo tantissimi, ma gli assenti erano tutti giustificati. A cominciare dall'ultimo che ha dato forfait, Gianlu. Il quale medesimo è riuscito a fracassarsi una zampa da solo, giovedì in allenamento. Cose che càpitano. Un po' come Big, segna una meta e si spappola una falange. Complimentoni, a entrambi.
Venerdì mattina, un po' alla spicciolata, si parte. Il tempo minaccia pioggia ma ce la caviamo, arriviamo nella capitale, valigie in albergo, andiamo ad Ariccia a mangiare la porchetta. Una cenetta leggera, senza alcolici. Prima di entrare in camera io avviso: «Stanotte russerò peggio di Olly (Husqvarna per gli intimi)».
Per farla breve, nel letto a castello io ero sotto e nella branda superiore stabat Mulo. Che nel pieno della notte, con un braccio penzoloni, implora Roborot: «Non possiamo fare niente?»
Sabato mattina ci prepariamo moralmente per il torneo che ci attende. Siamo ospiti degli Autumn Roma, insieme con il Cus Roma e i lombardi del Bold Cologno Monzese.
Proprio con i lumbard cominciamo, e cominciamo nel solito modo nostro: primo tempo da dimenticare, con ripetuti falli e parecchi errori dovuti alla fretta, alla frenesia di fare chissà cosa. Insomma, il primo tempo è 1 a 0 per loro, ben meritato, con gioco sostanzialmente più nella nostra metà campo.
Il nostro coach AleUgo - alias sergente Hartmann - non c'è, ma a farci il cazziatone ci pensa Alberto (meno male che lui c'è…) e il secondo tempo è ben diverso. Attacchi ripetuti, pick and go e aperture sui tre quarti, finché Mulo trova il varco giusto e pareggia.
Restiamo in campo e affrontiamo il Cus Roma: stavolta la musica è diversa, il gioco è sempre nella loro metà campo e Shaggy due volte, Chris e Sartana fissano lo score sul 4 a zero finale.
Ultimo match poi con i padroni di casa che si chiude senza segnature: un bell'incontro, equilibrato e senza gravi errori.
Terzo tempo. Con birra, panini, vin brulé, pasta con salsiccia, vino, zuccherini allo zenzero (o ginger se preferite), crostate e altro ancora che senza dubbio ora dimentico. E canti, e schiamazzi, e tutte le cose che solo gli old del rugby sanno e riescono a fare, e il Sei Nazioni in tv, e divertimento. E il (glorioso) trofeo Mani di Merda, per una volta ancora, è rimasto vacante.
Anche se io lo darei all'arbitro di Italia-Galles, ma non si può…

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