le Orche

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martedì 17 ottobre 2017

Nicknames e (poche) altre amenità

Propongo di soprannominare 'Aikman' il nostro capitano AleUgo, abbandonando lo 'Onemanband' usato finora. Vi racconto un breve aneddoto; penso che la risposta alla domanda del re rappresenti bene la disposizione di spirito che AleUgo nutre verso il rugby.
Nel 1928, a Twickenham si stava disputando la Calcutta Cup. Il re d'Inghilterra, Giorgio V, chiese al presidente della federazione scozzese, James Aikman Smith, come mai non ci fossero i numeri sulle maglie dei giocatori in blu, come per gli inglesi.
J. Aikman Smith – che era soprannominato Napoleone, bisogna dirlo – rispose semplicemente: «This, sir, is a rugby match, not a cattle sale». (Sire, questo è un incontro di rugby, non una vendita di bestiame). I numeri sulle maglie scozzesi apparvero solo nel 1933.
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Pare che i rugbisti non abbiamo le classiche crisi della mezza età, perché rimangono comunque sempre degli immaturi adolescenti. Una volta, un mio compagno di squadra mi disse, in presenza di testimoni: «Sapessi che invidia mi fa il tuo occhio nero». Sabato scorso se l'è procurato anche lui, così siamo pari.
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Nella squadra degli Stati Uniti che vinse il titolo olimpico di rugby a 15 nel 1924 a Parigi – ultima edizione di tale torneo alle olimpiadi, quindi gli States sono i campioni tuttora in carica – giocava un certo C. Grondona, certamente di provenienza ligure, se non genovese direttamente.

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