le Orche

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sabato 25 gennaio 2014

«Ho mal di schiena…»

No, non io: questa è stata la risposta che ho ottenuto giovedì scorso da Mimmo quando gli ho chiesto «Ci sei sabato?»
Lui ha tergiversato e, appunto, mi ha detto che non era certo di poter essere presente, a causa proprio della sua schiena dolorante. Oggi, ovviamente, c'era e ha pure segnato la meta della vittoria con il Seregno. Non male, va'.
Come dicevo nel precedente post, ci siamo divertiti, ah se ci siamo divertiti! Alla faccia degli spazi ristretti in cui ci siamo trovati. Sia gli spazi temporali, perché abbiamo dovuto incastrarci tra il torneo Ravano e l'Accademia, sia quelli fisici, perché con tutte quelle squadre presenti gli spogliatoi erano belli pieni. E vi risparmio i commenti che in questi spogliatoi affollati ci siamo scambiati…
Comunque, iniziamo con gli Old Lecco e teniamo il pallino in mano quasi sempre, schiacciandoli nella loro metà campo, in genere oltre i dieci metri e spesso dentro i ventidue. Una gran mole di gioco, cui si contrappongono i lombardi con una difesa arcigna, precisa, solida. Non c'è stato verso di passare, complici anche un paio di palloni malamente fatti cadere in avanti all'ultimo passaggio; giovedì, a proposito, parleremo del trofeo Mani di Merda.
Tutti i nostri sforzi erano vanificati, non si riusciva a passare, né in maul, né incrociando, né aprendo il gioco al largo. Troppa precipitazione, si cercava di fare le cose in velocità, troppa velocità, e noi non siamo gli All Blacks. Lapalissiano, ma a volte non fa male ricordare certe cose; solo a un minuto dalla fine il pallone riesce a sfilare fino all'ala, Piergiorgio, che riceve, controlla e parte più veloce che può, riuscendo quindi a sfuggire al suo diretto avversario e a tuffarsi in meta.
Finirà uno a zero, e a seguire rimaniamo in campo per affrontare il Seregno. Stavolta il gioco è più equilibrato, almeno all'inizio, ma da parte nostra si vede che il difetto è sempre quello: eccesso di foga, precipitazione, fretta di fare. Ma come dice il saggio, quando hai fretta rallenta. Noi no, abbiamo continuato a cercare la velocità e i Falchetti sono riusciti a contenerci molto bene.
Verso la metà dei venti minuti previsti però si riusciva a far arrivare il pallone all'ala, dove il già citato Mimmo dimenticava i suoi dolori dorsali e andava a schiacciare alla bandierina. Nuovamente uno a zero per noi: come già al triangolare di dicembre a Genova con Cavalieri e Ribolliti, massimo risultato col minimo sforzo.
A febbraio, probabile ennesimo scontro con i Muccati di Rugby.it (sarebbe l'ottava volta), ma ci sono ancora da mettere a punto diverse cose. Vi terrò informati.

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