Ieri sera è toccato all'Eruoe stare sotto schiaffo. Prima in campo, durante l'allenamento, perché è un placcatore inesorabile, quindi è stato minacciato dai suoi compagni di viaggio: "Stasera torni a casa col treno, ti arrangi!".
Poi, in club house, a fine pasto ha tirato fuori dal cilindro una bottiglia di mirto*. Assaggi e assaggi, ma il giudizio finale prevalente è stato: "E' mollo, come lui. Meglio il kraken". Strano, perché prima, in campo, l'accusa era di essere troppo duro. Be', da un gruppo di rugbisti cosa pretendete? Mononeurone, e abbiamo detto tutto. Ricordo il motivo, la genesi del suo soprannome: durante un match a Recco con i Taka'tani si accorda col mediano: "Finta a sinistra e io incrocio, provo a passare nel mezzo". Ma un monumentale rumeno in campo con i piemontesi lo sente e lo gela subito: "Non fare l'eruoe".Traduzione dal rumeno: "Se mi arrivi a un braccio di distanza, sei fatto!".
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Sabato 2 aprile saremo a Settimo Milanese, per il torneo del Pappagallo (no, non le cocorite o i parrocchetti...) organizzato dagli Old Blacks; ci saranno anche i Barberans Alessandria e Quei de Vilorba.
Squadra che per l'Eruoe era la rivale del derby, quando giocava nel Conegliano: "Ce le siamo sempre suonate di santa ragione" - ha raccontato ieri sera. Ma si sa come vanno le cose nel rugby, il terzo tempo mette tutti a posto.
*Il mirto dell'Eruoe ha salvato me, per distrazione: avevo portato dei peperoncini jalapeños, rivelatisi una ciofeca. Non pizzicavano neanche un po'. Meglio quelli artigianali di Pilu.
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