le Orche

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venerdì 23 dicembre 2016

Auguri a tutti dalle Orche Pro Recco Rugby Old Club

Una delle cene di fine anno più gustose e divertenti mai realizzate dalle Orche. Si è disputata ieri sera in club house; lo chef, Samu, ci ha preparato patè di fegatini di pollo e insalata russa come antipasto, ravioli di magro al burro e salvia, arrosto con contorno tedesco (mele e cavolo rosso con uvetta e cannella). Panettoni vari, anche con la crema portata da Max l'eruoe, per finire. Il tutto abbondantemente annaffiato con: birre di ogni tipo (Serghio ha portato un fusto di artigianale da 20 litri), vini bianchi e rossi, bollicine e fermi, grappe, e altri alcolici, più due tipi di 'bìcerin' (uno al caffè e uno alla cioccolata) sempre forniti da Serghio.
La serata è stata poi animata, come da tradizione, dallo scambio dei regali. Big ha fatto da presentatore, coadiuvato da ben due vallette due - Silvia e la fidanzata di Serghio (minchia, ancora?)
A me è arrivato un diploma attestante la mia attività di reporter che ho gradito molto, la esporrò in ufficio. Notevoli alcuni dei doni:
- a Dario un trancio di focaccia vegana (quasi scaduta) e una bottigia di birra analcolica
- a Criceto una microscopica sacca per trasportare… criceti, che gli abbiamo fatto indossare sul belino. Tanto era in kilt, ha fatto presto
- a Maledetto due erotici e sensuali copricapezzoli. Li ha ovviamente messi subito anche lui, ma non era sensuale manco un po'
- una bandiera irlandese a Mezucittu, che ha dovuto quindi cantare 'Ireland's call' prima di esibirsi (come tutti) a culo nudo
- a Brain un torrone, di quelli spaccadenti
- al Cerino, purtroppo, una scatola di petardi. Prima ha cantato 'Maria Nicola', ma poi ci ha bombardato finché non ha finito i suoi esplosivi
Come intermezzo Bisco ha venduto all'asta un kilt, aggiudicato ad AleUgo per 30 euri, dopo un serie di rilanci proposti da Brain e Nonno Nardi (che però ha confermato il suo braccino cortissimo fermandosi sotto i 15 €)
Peccato per gli assenti, si sono persi una serata memorabile.

domenica 18 dicembre 2016

Un altro 'Ciao Ste'

Parecchie assenze eccellenti, oggi, tra le file delle Orche: Bacci Embolo, MarioWeight, il Berta, Bisco, Big Jim, Pilu e Doc Lorenzo (gli ultimi tre presenti a bordo campo), ma questo non ha impedito a molti dei nostri di giocare anche con i Cavalieri, con il Cogoleto, col Sestri/Pegli.
Anzi, Max l'Eruoe ha pure segnato una meta per i neroverdi sestresi, proprio contro le Orche.
Ma non ci è andata poi così male, in fondo: i biancocelesti padroni di casa hanno giocato tre partite costantemente nella metà campo avversaria e molto spesso nei 22 degli altri. Il che ha portato tre mete (a una) con il Sestri/Pegli, grazie a Doc Bedo, Samu e Shaggy nell'ultimo incontro. L'una è quella di Max l'Eruoe, il mastino dei placcaggi che alla fine era compiaciuto con se stesso: «Non ho fatto neanche un avanti, mi va già bene così». Si sottovaluta.
Prima del Sestri le Orche hanno incontrato il Cogoleto, segnando con Simo, Shaggy due volte e Micky the Brain un netto poker a zero. Resterà negli annali del rugby la meta di Simonpaolo: la palla esce da una ruck circa al centro del campo, i tre quarti sono ben schierati e sfilano fino all'ala, dove si trova AleCrosta. Il quale corre più veloce che può tenendo il pallone con una mano, mentre con l'altra deve tirarsi su i pantaloncini che lo hanno abbandonato a culo scoperto…
Riesce a fare un pregevole sottomano alla Parisse verso l'interno dove arriva Cippo che entra in area di meta e segna l'uno a zero. Gli applausi sono comunque tutti per Ale e le sue braghette.
Il primo match del torneo è stato il classico derby Orche-Cavalieri di san Giorgio.
Si è ripetuto quanto già visto molto, troppo spesso: il pallino è rimasto in mano a noi per quasi tutto il tempo, con netta superiorità di possesso e di terreno. Tutto questo gran volume di gioco portava solo alla meta di Carletto allo scadere del primo tempo. La seconda frazione di gioco riproponeva lo stesso copione, e nell'ultima azione della partita i Cavalieri arrivavano in meta con una perfetta organizzazione: attacco sulla sinistra con la ruck che assorbiva i giocatori avversari e poi apertura verso destra, dove gli arlecchino in netta superiorità pareggiavano.
Qualcuno ha detto che non poteva finire così, proponendo di fare ancora un tempo ma non è stato ascoltato. Il (glorioso) trofeo Mani di Merda è stato assegnato proprio ad Ale Crosta per 'manifesta nudità', in occasione del suo show in mutande.

mercoledì 7 dicembre 2016

Un post copiato***

Mattina.
Trafelato esco dall’uscio di casa e è subito tasto rosso ascensore. Lancio a terra il borsone mezzo aperto e lo zaino mezzo chiuso. Tossisco, soffio il naso e faccio il ballo del mattone tra 27 tasche per controllo telefono-noncelo, chiavi-neanche, testa-celoforse, nell’attesa del gabbiotto a carrucola. Abbandono i bagagli e torno alla porta. Suono. Pigio ancora. Sbrigati.
Sento passi lenti ed equilibrati dalla tromba delle scale. La Signora del Quarto. Sobria. Altezzosa. Trenchata. Lancia uno sguardo. E me lo tiene addosso. Forse non dovevo occupare l’ascensore che nel frattempo è arrivato. Disapprovazione. Sento il peso sulla nuca di un nuovo ordine del giorno alla prossima riunione condominiale. Machissene. Ho la tosse, la febbre e il raffreddore. Ho la giustifica. Prima di girare le spalle mi fa capire che sono della stessa risma dei spacobotilia-amazofamilia.
Si apre la porta. Ad un “Che c’è?” infastidito, ribatto con un risoluto e pragmatico “Chiavi e telefono, sono in ritardo”.
Poi ritrovo lo sguardo della Signora del Quarto negli occhi della donna che mi ha appena aperto la porta di casa nostra. E un esaurito “Ma non è possibile!!!” rimbalza come una pallottola mai spuntata tra le trame oblique del travertino delle scale.
Ora capisco. Noto, preciso preciso, un corposo percorso di quadratoni di fango rinsecchito e fili d’erba secca che parte dall’uscio e arriva all’ascensore e si ricongiunge con i tacchetti delle scarpe che fuoriescono dal borsone come lepri ammazzate dal cinturone del cacciatore.
Sento l’ira del Folletto modalità 5 su 5 che si sta scatenando. Sento che dovevo stare a letto malato a farmi coccolare. Sento la Signora del Quarto che si starà lamentando con la Vedova del Primo, detta anche la Signora del Decoro. Sento che... Ma stasera c'era pure il sintetico...Sento che se uno è nato di campagna dovrebbe rimanere di campagna.



 ***L'autore è Ciccio Tortorello, a. k. a. MaxAm, Muccato di pregio e non solo. L'ho copiato dicendogli che non avrei citato la fonte.
Ma nel rugby c'è il rispetto, dell'avversario e del compagno di squadra.
È in gamba, però, vero?

venerdì 18 novembre 2016

Ci (ri)vediamo giovedì

Quando il gatto* non c'è, i topi ballano. Mi raccomando, non fate troppo toccato. Eccerto, non ne facciamo troppo, facciamo solo toccato. Stavo quasi per non venire stasera, ma volevo parlare con Albe, con Bacci, con Godot. Ah, lui non è venuto, come l'allenatore - assente giustificato. Le manfrine sono sempre le stesse, dolori sparsi ed equamente distribuiti tra schiene e gambe, ossa e polpacci, costole e gomiti. E così via. Il campo muta di continuo, bisogna lasciare spazio agli ospiti del pallone rotondo, giochiamo per traverso tra i dieci e i ventidue, quelli di là, poi metà campo e meta, poi per il lungo, dalla meta ai dieci. Sempre quelli di là, e Nonno Nardi che ti dà dei palloni di merda ma è colpa tua che te li caghi, e niente, l'arnica non basta a sanare la tendinite allora vado a fare la doccia.
L'importante è assicurasi che Samu vada in cucina per tempo. Una birra, Silvia. Grazie.

*Il coach, of course, AleUgo a. k. a. Onemanband

lunedì 7 novembre 2016

Ci vediamo giovedì

E niente, ora aspettiamo dicembre e giochiamo il Ciao Ste'.
A Recco, quasi certamente il 17, ci facciamo anche gli auguri di Natale chi ci tiene, già che siamo lì, e poi l'appuntamento seguente sarà il torneo 'Focaccia col placcaggio' del 21 gennaio 2017.
Poi ancora, febbraio e il 6N - Roma, per quest'anno - e marzo è già troppo in là, non sappiamo ancora date e avversari. Ma ci riesce difficile staccarci dal campo.
Che la litania è sempre quella, sempre la stessa, mi fa male qui, mi fa male là, zoppico, non ci vedo, vado avanti a toradol…
E ogni (maledetto) giovedì sei a fare allenamento, ma stasera faccio solo due giri di campo ed esci per ultimo dopo atletica, gioco a vuoto, mischie e moule, dai facciamo un toccato, cazzo sono già le novemmezza passate.
E il terzo tempo.
Ci vediamo giovedì.

domenica 6 novembre 2016

Altri ritorni

Nel Galles è rientrato Halfpenny, nelle Orche Silvio. Era ora, diciamocelo.
Ieri ad Asti, Torneo del Tartufo: vedendola dal lato agonistico, siamo arrivati terzi e non ci possiamo quindi lamentare. Ma è un modo di valutare le cose che per gli old ha peso fino a un certo punto.
Veniamo alla cronaca: si comincia con le Bollicine Asti. È una squadra composta da transfughi dei Taka'tani, gli organizzatori del torneo, e si sono presentati col chiaro intento di vincere. Sono molto bravi, tutta gente di esperienza e nessun grande vecchio come in altre compagini. Le Orche, pur non giocando male cedono 4 mete a 2. Carletto e Alberto a segno per noi. Si prosegue nel girone affrontando i Maltràinsema (i Raffazzonati, in dialetto milanese), che sono poi a base Chicken Rozzano e indossano infatti la maglia gialloverde dei lombardi. Non c'è storia, si gioca solo nella metà campo dei nostri avversari e vanno a segno di nuovo Alberto e uno scatenato Primiano. Per fermarlo dovevano essere almeno in tre addosso a lui, e anche così facevano fatica.
Terzo incontro, con una squadra che possiamo ritenere un'avversaria storica delle Orche: i Barberans di Alessandria, con i quali abbiamo giocato in totale otto volte dal 2011 in poi. Nuovamente una partita senza storia, le Orche dominano il possesso di palla e il terreno. Siglano il 3 a 0 Raffa, Samu e Bacci (che ieri non è stato Embolo neanche una volta).
Siamo quindi secondi nel girone e per la finale 3°/4° posto troviamo i recenti avversari del Bad Panda Monza (signori coi signori, merde con le merde). Anche qui match dominato dalle Orche che vanno a segno con Paolone, Carletto e due volte col nostro Silvio Halfpenny, che rientra finalmente dopo un lungo periodo di assenza. E ci mancava, siamo sinceri!
Ora, si dice comunemente che i rugbisti siano dei veri sportivi, pronti a dare l'anima in campo e di conseguenza piuttosto rudi nei confronti degli avversari ma di nobilissimo animo al di fuori del rettangolo di gioco. Ed è anche vero, tutto questo. Ci sono molti esempi di giocatori che dimostrano la verità di queste affermazioni.
Il nostro coach, AleUgo, durante gli allenamenti ci riprende sempre quando non chiamiamo la 'guardia' su una ruck, e peggio ancora fa quando la guardia non la facciamo proprio, lasciando dei bei buchi a pro degli attaccanti. Ieri, in partita, è stato lui a ceffare una guardia e i monzesi sono andati in meta. Grazie a questa prodezza, peraltro l'unica in quattro partite che abbia portato a una segnatura subita, gli abbiamo prontamente attribuito il (glorioso) Trofeo Mani di Merda.

domenica 9 ottobre 2016

Tremate, tremate, le Orche son tornate

Non è un titolo da sboroni, quello di questo post. È più una constatazione, dopo il torneo di ieri a Monza. Personalmente ho avuto una serie di problemi che mi hanno un po' allontanato da Recco e dal rugby, ma ora si ricomincia. Si è ricominciato. Le ultime notizie che mi erano arrivate dalle Orche non erano proprio confortanti. Sembrava che qualcosa si fosse rotto, nel giocattolo.
Invece ieri ho avuto la dimostrazione che…
…"SI - PUO' - FARE!" (cit.)
Vado in ordine cronologico, così magari non mi sbaglio: si parte presto, perché la prima partita è prevista poco dopo mezzogiorno. Arriviamo perciò in orario a Monza (a differenza di altre compagini), tranne Carletto che è stato fatto deviare da Della: menaggio assicurato per tutta la giornata tra i due. E siamo anche in buon numero, addirittura ventitrè. Per probabili quattro partite (solo tre in caso di ripetute sconfitte) va bene, e c'è anche lo svizzero, Roberto. Cominciamo subito, perciò, avversario il Lecco che lo scorso anno ci battè uno a zero.
Nonostante l'avvio lento, praticamente un diesel come si dice spesso, riusciamo a vendicare l'episodio dell'anno prima grazie a una meta di Andrea, folletto velocissimo. Al termine di questo primo match, gran cazziatone da parte del nostro coach, AleUgo, che nessuno di noi può contestare. Ce lo siamo meritato. Ma funziona, pare: il secondo incontro del nostro girone è con l'Anonima Florentia che passa in vantaggio quasi subito. Ma a quel punto – guidati da Carletto ben spalleggiato da Sergio, Bacci e AleUgo – arrivano tre nostre segnature (Bacci, appunto, lo stesso carletto e di nuovo Andrea) che danno il pass per la semifinale per il primo posto.
Semifinale che ci vede affrontare i padroni di casa del Bad Panda Monza (Signori con i signori, merde con le merde). Passiamo in vantaggio grazie al solito Carletto, poi un lungo assedio dei lombardi vede la nostra difesa reggere bene l'assalto. La meta del pareggio arriva, ma a quel punto non basta: Alberto e ancora Andrea fissano il tabellone sul 3-1 per noi. Siamo in finale. Dopo una lunghissima pausa (perché c'erano da disputare le partite per le posizioni dal 5° all'ottavo posto), scendiamo in campo con i bresciani dell'Oltremella.
Mediamente più giovani di noi di almeno cinque o sei anni, ben organizzati e con un bel gioco alla mano. Infatti, con la loro velocità, dopo un paio di minuti sono avanti due mete a zero. Forse hanno pensato che la partita fosse finita, ma si sbagliavano.
Le loro due mete sono arrivate grazie a due buchi difensivi, quindi azioni che erano partite da lontano, metà campo o anche oltre. E a quel punto la nostra difesa si è chiusa e quando il pallone era in mano nostra siamo riusciti ad avanzare giocando anche cinque o sei fasi. Già nel primo tempo Carletto accorcia le distanze. Nella seconda frazione il copione rimane uguale, con Sergio che riesce ad arrivare in meta sulla bandierina ma l'arbitro annulla per un passaggio in avanti.
Bene, si ricomincia a giocare e dopo qualche fase Sergio segna la meta del pareggio esattamente come poco prima. Stavolta l'arbitro convalida. Fine del tempo sul due a due, quindi extra time di cinque minuti. Valida la regola del 'golden-goal', chi segna per primo vince.
Sono stati alcuni minuti di una intensità incredibile, e tutti gli spettatori hanno concordato su un fatto: non è stata una partita tra veterani, quella, ma una sfida vera, tra due squadre senior, che hanno onorato lo spirito del rugby fino in fondo, senza risparmiarsi. Dopo un attacco sfiancante, di almeno una decina di fasi, Carletto (vincitore del riconoscimento come miglior giocatore del torneo) segna il tre a due definitivo. Siamo felici come bambini, e commossi. Cantiamo l'inno del Recco agli spettatori (numerosi) che ci applaudono. Le Orche sono tornate.

sabato 28 maggio 2016

Cuneo

"Sono un uomo di mondo – diceva il principe De Curtis* – ho fatto tre anni di militare a Cuneo…"
Le Orche invece a Cuneo ci hanno fatto un torneo. Del quale ho ben poche informazioni da darvi, perché per una serie di motivi dei quali a voi importa meno che meno, non c'ero.
Nun ce so' annato, aho'.  Ma ho già raccolto un paio di mail, che trascrivo diligentemente.
Uomodelcerino wrote:
"un abbraccio
perchè nel rugby ci si abbraccia
per giocare, per cantare e per parlare, 
grazie a tutti per la bella giornata
e scusate se ho ricoperto il mio incarico
con eccessiva austerità.cerino"
e l'Eruoe rispose:
"Grazie a te padre Sergio!"
 E comunque il terzo tempo dev'essere andato bene, direi…
*Che poi anche io, volendo, mi posso dichiarare regina d'Inghilterra. Tutto sta a prendermi sul serio.

lunedì 25 aprile 2016

Focaccia col placcaggio III

Poteva essere la cronaca di un flop, invece è la cronaca di una giornata di rugby (old) splendida. Per una serie di cause che non sto qui a raccontarvi, abbiamo avuto come ospiti soltanto gli old di Lecco. E non erano nemmeno in quindici! Ma nonostante anche le Orche abbiano subito parecchie defezioni dell'ultimo minuto, il risultato è stato un pomeriggio di gioco e di divertimento, di quelli che ti riconciliano col mondo.
Partendo dalla conclusione, la focaccia al formaggio era, oserei dire, spettacolare: come suggello alla giornata è stata qualcosa di prezioso. E di buono, anzi, sopraffino.
Ma andiamo in ordine, com'è giusto che sia.
I lombardi arrivano in undici, e i nostri primi quattro prestiti sono stati Carletto, Cippo, Pgc e Berta. Ma la nostra mediana in campo era composta da Bacci e Uomodelcerino (Man of the Match senza ombra di dubbio), per cui il bandolo della matassa è rimasto a lungo in mano nostra.
La difesa dei lecchesi ha tenuto botta per tutto il primo tempo, conclusosi sull'uno a zero con marcatura di Enrico; nella seconda frazione riuscivano a toccare in meta l'Eruoe, il rientrante Mezucittu e l'ottimo Paolo. Meta della bandiera per i nostri avversari segnata da Embolo (Bacci), con un intercetto ben dentro i loro ventidue e fuga coast to coast a rischio d'infarto. Ma nella corsa si è permesso anche di fare il dito medio ai suoi avversari, in quel momento le Orche.
A seguire altri due tempi, con un paio di mete recchesi ma che non rientrano nel computo del match ufficiale. In generale quindi una buona prestazione, anche se molte occasioni sono state sprecate per un soffio: passaggi avventati, per lo più, che invece di finalizzare l'attacco regalavano l'ovale agli avversari. L'occasione più clamorosa era di Sartana che, giunto a un passo, letteralmente, dalla linea di meta si cagava il pallone conquistando per acclamazione il (glorioso) Trofeo Mani di Merda.
Concludo citando la battuta migliore del terzo tempo, opera di Bisco: "La difesa del Lecco, saliva".

domenica 3 aprile 2016

Torneo del Pappagallo

Il torneo di cui al titolo di queso post è stato giocato sabato 2 aprile a Settimo Milanese. Oltre agli organizzatori Old Blacks e noi Orche, c'erano i Barberans Alessandria e Quei de Vilorba. Abbiamo cominciato con i piemontesi, giocando quasi sempre nei loro 22 e quasi sempre col pallone in mano. Tutta questa supremazia, interrotta sporadicamente da qualche contrattacco dei rossoneri, ha fruttato solo due mete (a zero). Il perché, dobbiamo ancora spiegarcelo. Probabilmente perché abbiamo usato poco i tre-quarti: il reparto arretrato ha infatti segnato due volte con Ferrè e Balducci, ma pochi palloni sono stati giocati al largo. Subito dopo abbiamo affrontato i veneti, squadra più forte dei Barberans, ma anche qui ci siamo imposti per uno a zero (ancora Ferrè) pur controllando per la maggior parte del tempo palla e terreno. Nel secondo tempo abbiamo avuto l'intermezzo con rissa, causato dal costante uso delle mani in ruck da parte del Villorba. Risultato, espulsione di un giocatore veneto e del nostro Embolo, oltre a un morso a una mano del nostro Dario. Doppiamente stupido il comportamento dell'addentatore, per il fatto in sé e perché poteva almeno sceglierne uno piccolo! Se Dario non fosse stato trattenuto, dopo il morso lo avrebbe gonfiato come un pallone. Purtroppo sono cose già viste sui campi del rugby old, ma sono episodi, lo spirito rimane ancora quello di una volta.
Penultimo match del torneo fra noi e i padroni di casa. Anche stavolta un certo predominio nostro, con il pacchetto di mischia in evidenza come già nei due incontri precedenti ma senza mete. L'ultima azione della partita vede un deciso attacco degli Old Blacks con la nostra difesa per la prima volta non incisiva e poco attenta. Perdonabile comunque, anche se quell'ultima azione ci è costata una meta e la sconfitta uno a zero. Tirate le somme, non sapevamo a chi assegnare il (glorioso) Trofeo Mani di Merda, che alla fine è andato a Dario Giùilgettone, per essersi fatto mordere, e proprio a una mano.
Giornata alla fine positiva, con trofiette al pesto (buone) al terzo tempo - disertato da parecchi delle altre squadre - e con un bel numero di Orche presenti. Finalmente una trasferta senza bisogno di ricevere giocatori in prestito, anzi, diversi di noi sono andati a rimpolpare Barberans e Villorba.

sabato 26 marzo 2016

Le Orche VI

Dialogo tra due Orche via sms*:
"Che numero vuoi sulla maglia nuova?"
"12 o 13, se c'è. Senno' 6 o 7. Dal 16 in poi è indifferente"
Scelta del numero, in contumacia. Poi:
"Ti becchi il 6. Sptz**"
"Flanker! Mitico, la voglio addosso nella bara…"
"Minchia! Ti porti avanti! Sgrat sgrat…"

*Stiamo scegliendo le maglie nuove, la Silvana ha più pazienza di una mamma…
**Sputazzi

venerdì 18 marzo 2016

Le Orche V

Ieri sera è toccato all'Eruoe stare sotto schiaffo. Prima in campo, durante l'allenamento, perché è un placcatore inesorabile, quindi è stato minacciato dai suoi compagni di viaggio: "Stasera torni a casa col treno, ti arrangi!".
Poi, in club house, a fine pasto ha tirato fuori dal cilindro una bottiglia di mirto*. Assaggi e assaggi, ma il giudizio finale prevalente è stato: "E' mollo, come lui. Meglio il kraken". Strano, perché prima, in campo, l'accusa era di essere troppo duro. Be', da un gruppo di rugbisti cosa pretendete? Mononeurone, e abbiamo detto tutto. Ricordo il motivo, la genesi del suo soprannome: durante un match a Recco con i Taka'tani si accorda col mediano: "Finta a sinistra e io incrocio, provo a passare nel mezzo". Ma un monumentale rumeno in campo con i piemontesi lo sente e lo gela subito: "Non fare l'eruoe".Traduzione dal rumeno: "Se mi arrivi a un braccio di distanza, sei fatto!".
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Sabato 2 aprile saremo a Settimo Milanese, per il torneo del Pappagallo (no, non le cocorite o i parrocchetti...) organizzato dagli Old Blacks; ci saranno anche i Barberans Alessandria e Quei de Vilorba.
Squadra che per l'Eruoe era la rivale del derby, quando giocava nel Conegliano: "Ce le siamo sempre suonate di santa ragione" - ha raccontato ieri sera. Ma si sa come vanno le cose nel rugby, il terzo tempo mette tutti a posto.
*Il mirto dell'Eruoe ha salvato me, per distrazione: avevo portato dei peperoncini jalapeños, rivelatisi una ciofeca. Non pizzicavano neanche un po'. Meglio quelli artigianali di Pilu.

mercoledì 16 marzo 2016

Le Orche IV

Le Orche cantano? Non saprei, una ricerca su DuckDuckGo (Google è troppo indiscreto per i miei gusti) non mi è stata d'aiuto*. Ma l'Uomodelcerino e Big Jim - due Orche d.o.c. - cantano, eccome. Spaziando dalla classica 'Olidin olidena' alle 'Osterie', dai 'Misteri goduriosi' alla suprema 'Maria Nicola', il cavallo da battaglia per il Cerino. Insomma, durante il terzo tempo sono veramente due colonne della squadra. Lo so che così vi ho messo il dubbio: ma durante le partite, come sono? Cantano anche in campo oppure...
Uomodelcerino (Manofthematch suona male, troppo esterofilo) è un mediano di mischia che molte squadre old ci invidiano, posso testimoniarlo direttamente per aver origliato più d'una volta i commenti degli avversari di turno. E comunque è un poeta, un uomo di spettacolo, anche - e oserei dire soprattutto - in campo.
Per Big, utility back, copioincollo da un post precedente:
***racconto veloce della meta di Big: forse è schierato come estremo, non si sa bene, perché all'inizio è stato chiamato per quindicesimo e gli è stato laconicamente detto che doveva giocare dal primo minuto. E basta. Comunque, gli arriva il pallone dal mediano (Uomodelcerino, n.d.a.), e lui incassa la testa nelle spalle, corre un passo e mezzo verso la NOSTRA area di meta, svolta a sinistra (nel traffico) e fila verso la linea di touche dall'altra parte del campo (il campo da rugby è largo 70 metri, per chi non lo sapesse) e quando arriva nel corridoio dei cinque metri finalmente sterza ancora una volta e va verso la meta AVVERSARIA, dove arriva – memore dei suoi trascosi giovanili all'ala – mulinando le gambe che sembra Charly Gaul sull'Izoard. E segna, con tocco a terra quasi beffardo, da fermo, si toglie il ciuffo dalla fronte e s'incammina verso la metà campo. E fa così ogni volta…

*Ho avuto solo la conferma di quanto già sapevo, che le balene per comunicare tra loro cantano e le aringhe scorreggiano. Quindi noi potremmo anche cambiare nome, da 'Orche' ad 'Aringhe'. Solo che queste ultime non hanno la panza...

martedì 15 marzo 2016

Le Orche III

È risaputo che i rugbisti old sono esseri multicellulari ma mononeuronali. Ciò detto, parliamo di Embolo. Che non è l'ottavo nano alzheimerato, ma uno dei nostri mediani. Ultimamente provvisto di una monumentale barba da ottocentesco sapeur francese, si è distinto in varie occasioni per la partecipazione a risse furibonde, pur trovandosi generalmente sotto almeno quattro/sei giocatori di ambo le squadre. A suo merito va detto che finora ha evitato cartellini gialli e rossi, ma bisogna tener conto della benevolenza verso gli anziani che di solito caratterizza gli arbitri.
Le maggiori soddisfazioni per noi, i suoi compagni di meren..., pardòn, di squadra, arrivano quando giochiamo a touch, dopo l'allenamento: trovarsi in fuorigioco è assolutamente fisiologico, per noi, e lui si incazza come un'aspide. Insomma, è il tipico ligure che lavora col mare e sul mare, ma nel profondo dell'animo suo è e rimane un montanaro.
Anche lui lo vogliamo bene, però: sennò, chi ce li fa gli scaffali per le coppe? E i ghirigori nel legno da regalare alle squadre avversarie? Vogliamo dirlo? Embolo, mi devi una birra.