Ystradgynlais
Il titolo di questo post è il nome del paesino gallese che ci ha ospitato (noi, il Rugby Old club le Orche Recco) da giovedì sera. Si pronuncia Astradganlàis, e si trova al centro di un ex bacino minerario del sud del paese. Abbiamo iniziato a organizzare la trasferta già nell'ottobre scorso, grazie ai contatti in loco di 'Tasmanian devil' Piergiorgio. Il programma prevedeva quindi:
– arrivo giovedì 15 marzo 2012;
– partita il giorno seguente contro i locali del Seven Sisters RFC dopo un tour a Swansea;
– mattina di sabato 17 a Cardiff e pomeriggio al Millennium per assistere a Galles–Francia;
– pomeriggio e serata a festeggiare con i tifosi dei Dragoni;
– partenza da Cardiff per Gatwick a notte inoltrata e rientro a Genova domenica nel primo pomeriggio.
Tutto si è svolto nel migliore dei modi.
O quasi, ma gli inconvenienti sono stati minimi in realtà. A cominciare dalla partenza dal Cristoforo Colombo di Genova Sestri, avvenuta con circa 40 minuti di ritardo. Va be', arriviamo a Londra e saliamo sul pullman che ci aspettava per portarci in Galles: alla guida un parente di zio Fester, solo un po' più anziano. Dopo sei ore di traffico sulle autostrade britanniche, verso le 10 di sera, ora locale, veniamo accolti al Merlin's pub/hotel/restaurant dal coro polifonico locale e da un italiano che vive lì da anni e si gode la pensione.
Ceniamo, sfidiamo a una gara di canti i gallesi che sono però dei veri professionisti e finalmente crolliamo tutti in branda. Venerdì mattina, dopo una spettacolare classic english breakfast, gita a Swansea – nota località balneare. Incontriamo un paio di arzilli vecchietti che ci scambiano per francesi e ci avvertono che non avremo scampo l'indomani (riferendosi alle rispettive nazionali). Quando diciamo loro che siamo italiani e perché siamo lì, strabuzzano gli occhi e ci dicono: «Quegli animali? Quelli sono tutti pazzi!» Andiamo bene, ci diciamo: eravamo già preoccupati per quello che avevamo letto sul loro sito (vedi qui), ci mancava questo commento dei pensionati locali…
Comunque molti altri ci salutano e parlano con noi, rimanendo sempre favorevolmente sorpresi quando riveliamo di essere italiani e non frog-eaters, arrivati fin lì per tifare Galles. Nel pomeriggio andiamo al campo per il nostro match. Il campo di gioco risulta non essere perfettamente in piano, anzi: diciamo pure che abbiamo giocato in salita per due dei tre tempi disputati…
Il clima non è molto bello, fa freddo e il cielo è coperto; non piove, però, e il pitch è buono, tutto sommato.
La partita vede i nostri avversari andare in meta dopo un paio di minuti, ma c'è un certo equilibrio in campo; verso il 5' è il nostro argentino Claudio 'Cristal gaucho' a partire centralmente in percussione: rompe un placcaggio e viene fermato al secondo ma riesce a passare a 'Carletto' che quasi da centro campo arriva in meta. Cinque a cinque, perché 'Bacci' non trasforma. Nella prima frazione di gioco i 7Sister segnano ancora una volta (nessuna trasformazione); il secondo tempo inizia ancora con gioco equilibrato, ma piano piano i britannici emergono – hanno un'età media più bassa della nostra – e segnano a ripetizione. Dopo 40' decidiamo di continuare a giocare, e alla fine il risultato è pesante ma non ci eravamo certo illusi, prima del match, di poter vincere: l'importante è stato il divertimento, e nessuno si è fatto male tranne Andrea 'Seal' che in una ruck ha rimediato una ginocchiata nelle costole.
Terzo tempo classico con scambio di maglie, cravatte e altre memorabilia, ottima birra a volontà.
Sabato mattina partiamo in treno da Swansea per Cardiff: cielo via via sempre più nuvoloso, tanto che poco prima dell'inizio della partita cade anche un po' di pioggia; solite scenette con quelli che ci scambiavano per francesi, un po' di shopping. Ad un tratto passiamo vicino a un gazebo di radio Wales, emittente regionale della Bbc, e ci chiamano – ovviamente rivolgendosi a noi in francese. Ci eravamo fatti notare perché quasi tutti indossavamo una parrucca à la Colin Charvis; così, io quasi tutto in italiano e Sergio 'Uomo del cerino' in inglese, abbiamo raccontato ai radioascoltatori chi fossimo, cosa ci aveva portato lì, eccetera. L'annuncio che eravamo da considerare supporters del Galles ci ha premiato con una standing ovation da parte dei presenti.
Bene, ci siamo poi gustati la vittoria dei Dragoni sui tignosissimi Galletti e festeggiando con i gallesi abbiamo atteso il pullman che ci doveva portare all'aeroporto per il ritorno a casa.
Ora, descrivere Cardiff in festa per il Grand Slam non è semplice, perché non si sa da dove cominciare.
Pub, bar, ristoranti, locali di ogni genere stracolmi (tutti con la fila per entrare) e strade affollatissime, dove non si riusciva quasi a camminare: non fosse stato per il freddo, sembrava di essere al carnevale di Rio. E nonostante il freddo, appunto, ciò che più ci ha colpito è stato l'abbigliamento delle persone: molti in maschera (abbiamo visto gente vestita da pesce, da zebra, da drago) e tutte – dicesi: tutte – le donne in minigonna giropassera e tacchi vertiginosi mentre noi eravamo imbacuccati come bruchi nei bozzoli.
Be', ormai siamo tornati a casa, la vacanza è finita. Ma l'anno prossimo si replica…
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