Novembre 2010, si ricomincia
Giornata grigia ma, al contrario delle previsioni, non piovosa, per l’esordio stagionale delle Orche. Ospiti al Carlo Androne i Bislunghi, compagine old che raccoglie elementi provenienti dalle realtà rugbistiche del milanese.
Alle 13, stabilite fra i due capitani le regole speciali che dovranno essere rispettate nel match, il fischio d’inizio del primo di tre tempi da venti minuti ciascuno, uno in più del solito data la presenza di molti atleti, che così avranno tutti la possibilità di calcare il nostro sintetico. A proposito, terreno come ovvio in condizioni splendide e complimenti ricevuti dagli avversari i quali, avendo avuto in passato esperienze negative su tale tipo di fondo, temevano molto che il campo non fosse all’altezza della situazione.
A rinforzare le Orche la presenza, dalla rosa del TRR della passata stagione, di Ivan Durelli, Fabio Ameri, Oreste Di Tota e, udite udite, al primo contatto con i vecchietti, il mediano di tante battaglie degli Squali e ora tecnico della U20 Carletto Gatti.
Non mi dilungo sulla partita, finita con il giusto risultato di parità (2 mete per parte), ma mi preme sottolineare come la stessa sia stata vera, vissuta intensamente dai partecipanti, con gioco di discreta qualità, con fasi ripetute e, a dire dei presenti sugli spalti, assolutamente godibile e divertente. Alla grande abilità dei meneghini nel gioco alla mano ha tenuto botta il pacchetto recchelino, ma altrettanto positive sono state le prove dei rispettivi opposti reparti con la linea arretrata bianco-azzurra impegnata in placcaggi e ripartenze sempre efficaci e la mischia 'Bislunga' tostissima nell’arginare le iniziative del pack di casa. Al triplice fischio finale quindi, come già detto, parità assoluta e tutti in CH per sontuoso terzo tempo (un enorme ringraziamento a Silvana ed Olly per il loro sapiente operato), con Italia-Australia a fare da sfondo ai cori etilici dell’allegra brigata ovale.
(Raffaello Allegretti)
L'ennesimo derby
Il
grande giorno è arrivato ed è passato bene. Il grande derby, la partita
in cui non si fanno prigionieri è stata giocata, con correttezza e in
un'atmosfera distesa, anche se la rivalità è molto accesa, molto
sentita.
Ci
si è accordati, prima di cominciare, per la disputa di tre tempi da
venti minuti, perché erano presenti abbastanza giocatori da poter fare
un torneo a quattro squadre. Ma dovevamo lasciare libero il campo per
gli under 12/10/8/6: così, l'inizio della partita era stato fissato a
mezzogiorno. E quasi puntuali si è cominciato col calcio d'inizio di
Cipo.
I
Cavalieri raccolgono il pallone e impostano l'azione con qualche
riciclo ma prima di poter aprire e sviluppare il gioco al largo la
pressione del Recco ha successo: lo stesso Cipo ruba palla, finta il
passaggio alla sua sinistra e corre nel varco che si era aperto davanti a
lui, fino alla meta. Cominciamo bene.
Ovviamente,
i genovesi non continuano sulla stessa strada, si riorganizzano e
tengono testa ai biancocelesti. La partita è piacevole, con belle azioni
da una parte e dall'altra, con i pacchetti di mischia che si affrontano
con decisione e improvvise aperture alla mano.
Qualche
ingenuità da parte del Recco costa una serie di calci di punizione
contro, ma comunque i Cavalieri riescono a pareggiare solo verso la fine
del primo tempo.
Nella
seconda frazione la fisionomia del gioco rimane quasi invariata, ma un
bell'intercetto di Rinaldo concluso in meta dopo almeno quaranta metri
di corsa ci porta sul due a uno.
A
seguire, una nuova serie di attacchi si conclude con Oreste che passa
la palla a Bonfrate senior a ridosso dei pali avversari: Mario è
abbrancato da un genovese, ma quando cade è ormai in area di meta e
segna il tre a uno.
Infine,
nell'ultima parte della partita, con una girandola di cambi necessaria
per far giocare tutti, ma anche per dare respiro a qualcuno che si è
spremuto all'inverosimile, è la volta di Paolo – schierato all'ala – a
concludere in meta un'azione insistita alla mano: almeno quattro o
cinque fasi.
I
Cavalieri ritornano a segnare verso la metà del tempo, e sul 4–2 danno
il via a una serie di attacchi decisi, ben organizzati e costanti. La
difesa delle Orche però regge bene, e non ci sono altre marcature. Cipo e
Raffa si contendono il titolo di Man of the Match, ma possiamo dire che anche un ex–aequo va bene. Quindi tutti in club-house, con trofie e porchetta (e dolci, eccetera).
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