La prima trasferta internazionale
Un post chilometrico, oggi, ma la trasferta del maggio 2010 fino a Villard Bonnot (nelle vicinanze di Grenoble, Francia) merita un racconto dettagliato.
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Le Orche, terminata per tutte le squadre di Recco la stagione dei campionati, hanno compiuto la prima uscita internazionale della loro storia: tra venerdì 28 e domenica 30 maggio, i vecchietti biancocelesti hanno restituito la visita ai francesi del Villard-Bonnot, già ospiti a Recco lo scorso anno!
L'organizzazione è stata laboriosa e ha messo a dura prova le capacità di Alberto Peri (coadiuvato da Marco Lagazzi), ma alla fine è andato tutto bene; un primo gruppo si è riunito al Carlo Androne e altri si sono aggregati al casello di Bolzaneto. Altri ancora erano già in viaggio dal giorno prima (per esempio Olly, intrepido, in moto sotto la pioggia), qualcuno è arrivato il sabato mattina, ma il grosso del gruppo era a Villard-Bonnot venerdì sera, sotto un cielo incerto e piuttosto minaccioso.
Sabato mattina invece c'era un bel sole, una giornata calda e limpida ha consentito di fare i turisti a Grenoble con tanto di escursione in teleferica alla fortezza che sovrasta la città.
Per l'ora di pranzo, tutti già al campo in un anticipo di terzo tempo: carne alla brace a volontà, ma anche salsicce piccanti che per alcuni si sono rivelate un po' indigeste. Forse un tentativo francese per ammorbidire un po' gli avversari, che sono riusciti però a non cadere nella trappola… …o quasi.
Vista la temperatura, tipica di una giornata di piena estate più che altro, l'orario del match è stato così progressivamente spostato fino alle 17 circa; si è tuttavia giocato in un clima ancora molto caldo, fatto che non ha impedito di andare oltre i tempi regolamentari: la cronaca dell'incontro è comunque a sé stante, qui in fondo.
Dopo la partita, il terzo tempo – che potremmo anche definire sesto o settimo tempo per come si è svolta la giornata – è durato fin quasi a mezzanotte: cibo in abbondanza, un'altra grigliata di ottima carne (e salsicce, stavolta non piccanti), patatine fritte – per la gioia dei bambini di ogni età) birra a fiumi, una serie di formaggi da favola, torte di mele e con le pere, vino italiano portato da Doc Bedocchi.
L'unico cosa andata non per il meglio è stata la cottura delle trofie: non essendo abituati a fare la pasta all'italiana, i francesi si erano organizzati con fornelli troppo piccoli. Ma la cosa non ha guastato la festa, le trofiette al pesto sono solo arrivate per ultime e il fatto non ha minimamente impedito di gustarle con gran piacere.
Intanto su apposito schermo era proiettata la finale del campionato francese che ha visto la sfida tra Clermont Ferrànd e Perpignan: la vittoria è andata alla squadra preferita dai locali, quindi è arrivato pure lo champagne, degno propellente per una gara di canzonacce da osteria in varie lingue e dialetti che hanno fatto da sigla di chiusura a una splendida giornata.
La partita
Le Orche, pur rafforzate da alcuni inserimenti (Ramiro Lerda, Annunziato, Davide Pedemonte, Giubertoni), si presentavano con circa venti giocatori a disposizione di Tolini – che ha fatto da coordinatore a bordo campo – mentre i padroni di casa erano in quantità sufficiente a schierare almeno due squadre complete più le riserve.
Il gioco è stato comunque molto equilibrato, molto più dello scorso anno. Ben presto si è vista la superiorità dei tre-quarti transalpini, bilanciata dal pacchetto di mischia italico che non cedeva un millimetro di terreno. Gioco quindi piacevole da vedere, con rovesciamenti di fronte e gran movimento: nonostante il caldo torrido si andava a gran velocità. Nel primo tempo i francesi hanno segnato due mete, trovando gli spazi giusti e la superiorità numerica con azioni su più fasi; ma questo non vuol dire che abbiano dominato, perché il Recco teneva botta e qualche occasione per segnare l'ha avuta, fallendo per poco.
Nella ripresa infatti il gioco cambiava ben poco fisionomia, e una moule prolungata portava Daniele Pedemonte a realizzare per il 2 a 1. I francesi – sempre con qualche mano di troppo nelle ruck – con un maggior numero di giocatori a disposizione erano certo meno affaticati dei nostri, ma sul finire dell'incontro un'azione alla mano sulla sinistra del nostro schieramento era conclusa, sempre da Costa, con la meta: l'arbitro fischia e tutti esultiamo per il pareggio, salvo scoprire che era stata decretata una mischia a nostro favore ai cinque metri. Be', non abbiamo capito il motivo, ma tant'è: la partita è terminata così sul 2 a 1.
Quindi, nonostante il caldo, ci si accorda per un terzo tempo di ulteriori dieci minuti, al quale ha fatto seguito una quarto tempo – altri 10' – e qualcuno avrebbe anche proseguito ulteriormente. Ma queste appendici di gioco hanno visto solo due segnature francesi – la cui età media, con le sostituzioni, si stava abbassando sempre più – mentre le Orche avevano dato ormai tutto quello che era possibile dare.
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