Eravamo agli inizi degli anni Settanta e io, trascinato da alcuni compagni di liceo, decisi di provare. Mi presentai al campo del Rugby Busalla e per qualche mese feci parte dell'under 18. Sono trascorsi quarant'anni e le cose sono cambiate, molto cambiate. Oggi il rugby football è uno sport professionistico, che richiede impegno totale e preparazione perfetta. Ma allora non era così, si giocava per il puro amore dello sport e del divertimento.
Certo, non mancava qualche contatto un po' rude, qualche virile scambio di opinioni – come si diceva – ma nel gioco della palla ovale si sono sempre seguite regole ben precise, in parte scritte e in parte no.
Il che, non le rende meno efficaci e condivisibili.
La mia esperienza durò poco, perché ero distratto da altre cose – rigorosamente ancor più futili del rugby, come la Vespa e l'esame di maturità. Ma in seguito ho ritrovato quello spirito goliardico, festoso e di amicizia col rugby old.
Sabato, ieri, ho avuto una mia personale conferma di ciò con l'incontro tra Orche Recco e Thaka'tani Asti.
La partita è stata organizzata con grande fatica, e fino all'ultimo abbiamo temuto in un possibile annullamento della stessa. Contattati con grande ritardo, i Thaka'tani sono stati veramente grandiosi: hanno accettato anche se sapevano da subito che sarebbero stati in pochi. Inoltre, difficoltà dell'ultimo secondo li hanno fatti arrivare a destinazione con un certo ritardo.
Facciamola breve: eravamo alla fine in numero sufficiente a fare due squadre e abbiamo giocato i canonici due tempi da 20'; dopo queste due frazioni di gioco siamo ritornati in campo, mescolando un po' le formazioni – le Orche che vestivano la maglia rossonera dei piemontesi sono rientrate nella formazione di casa e altri sono passati di là. Ancora dieci minuti, e siamo andati sotto le docce giusto in tempo per il terzo tempo, e nel frattempo ci siamo visti la vittoria degli azzurri sui verdirlandesi.
Come dite? Com'è finita tra Orche e Thaka'tani?
Non so, ricordo qualche meta di qua e di là, ma non ho tenuto il conto.
Non è per quello – che si gioca noi Old.
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