le Orche

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mercoledì 6 febbraio 2013

Il terzo tempo

Ragazzi, un terzo tempo davvero notevole a Roma sabato scorso. Il clima era ventoso, quindi un po' freddo, ma ci siamo scaldati per bene con il cibo e i canti. Usciti dalle docce, ci siamo tuffati tutti sulle salsicce alla brace, che abbiamo gustato su fette di pane – anche queste scaldate sulla griglia delle salsicce. Dopodiché, ancora pane – stavolta con la pancetta (alla brace, devo ripetermi). En passant, segnalo la birra che circolava con grande libertà e altrettanta abbondanza; poi abbiamo constatato che quello non era l'antipasto ma il secondo…
Va be', siamo passati al primo: pasta e fagioli con le cuighe (la cotenna di maiale, per i non liguri) e – tanto per alleggerire il tutto – dei bei pezzi di 'nduja
Finito di mangiare (io che mi sono tenuto leggero due piatti, ma alcuni anche tre o quattro) esibizione canora in diversi dialetti e lingue, aiutati da vini vari, grappe e altri liquidi più o meno misteriosi ma tutti alcolici. Infatti, quando abbiamo deciso di rientrare in albergo per vedere Galles–Irlanda, l'autista del mio pulmino (del quale tacerò il nome per amor di patria) mi porge le chiavi e con l'ultimo sprazzo di lucidità mi dice: «Guida tu che io non ce la faccio proprio». Ha avuto un ultimo guizzo chiedendomi se io fossi stato in grado di guidare, ma credo che non abbia ascoltato la risposta.
Abbiamo quindi proseguito un nostro terzo tempo personale, gironzolando per Roma (c'era da vedere anche Scozia–Inghilterra) e fermandoci quindi in un pub per la partita, passando da Trastevere per la cena (pajata, amatriciana, cacio e pepe, trippa alla romana, cervello al burro, abbacchio a scottadito, carciofi, dolce e qualche bicchierino di rosso). Credo di non aver dimenticato niente.
A notte inoltrata (parecchio inoltrata), dopo aver anche visto i fuochi d'artificio del capodanno cinese ci siamo messi nei nostri candidi lettini…
Il mattino seguente, a colazione, vari resoconti della nottata: Olly è stato ribattezzato 'Husqvarna' – nota casa di motociclette e attrezzi da giardinaggio e agricoli come motoseghe e affini – perché russa come un enduro. Un altro dei nostri – e anche qui tacerò per amor di patria il nome – è stato udito interrompere la ronfata per un liberatorio rutto, dopodiché è ricominciato il frastuono russatorio.
Che dire, come si fa a non amare il rugby?

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